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INDIA

Tra sussurri e smentite, continua la beffa dei marò

Nessun accordo segreto tra Italia e India per chiudere il caso marò. Roma e Nuova Delhi hanno risposto per una volta all’unisono alle indiscrezioni della stampa indiana sull'esistenza di una road map tra i due Stati, finalizzata a un accordo che metta fine alla vicenda dei due i Fucilieri di Marina Latorre e Girone.

Politica 05_01_2016
Salvatore Girone

Sabato il Telegraph India, citando tre alti funzionari indiani, ha scritto che Nuova Delhi starebbe segretamente negoziando un’intesa con l'Italia per porre fine a quattro anni di battaglie diplomatiche legate all'arresto dei due fucilieri di Marina. L’accordo tra i due Paesi, si leggeva ancora, «richiederà a ciascuna delle parti di accettare le richieste chiave dell'altra» e stabilisce  che «il negoziato non dovrà in alcun modo interferire con gli aspetti legali del caso esaminato dalla Corte suprema indiana e dal Tribunale internazionale del diritto del mare (Itlos) e che non dovrà proporre accordi extragiudiziari».

In caso di accordo, secondo il giornale, l'India non si opporrebbe al rientro di Salvatore Girone in Italia fino al pronunciamento dell’Aja. Prima però, l'Italia dovrebbe ritirare obiezioni e veti all'adesione dell'India a quattro importanti organismi internazionali per il controllo delle esportazioni di tecnologia nucleare e missilistica. Come seconda condizione, l’Italia si impegnerebbe a smettere di ostacolare l'accordo commerciale Ue-India. Le smentite delle due parti, per quanto ufficiali, sono istituzionalmente dovute se non altro per rispetto alla Corte internazionale che gestisce l’arbitrato, ma proprio per questo non molto credibili.

Dopo anni di sbruffonerie l’India ha accusato il colpo per i veti posti da Roma all’adesione di Delhi a importanti istituzioni tecnologiche internazionali e oggi, a quattro anni di distanza, il governo Modì ha l’opportunità di chiudere la “vicenda marò” senza particolari reazioni nell’opinione pubblica interna. La Farnesina ha fatto sapere che «l'Italia continuerà a fare valere le proprie ragioni nella sede arbitrale» e che il prossimo obiettivo è far rientrare Girone fino a quando non sarà accertato quale dei due Paesi dovrà processare i due fucilieri di Marina accusati di aver ucciso due pescatori indiani il 15 febbraio 2012.La questione, ha ricordato la Farnesina, verrà discussa «nelle prossime settimane» al Tribunale Arbitrale costituito presso la Corte Permanente d'Arbitrato dell'Aja.

Allo stesso modo, il governo indiano ha assicurato che non c'è legame tra il caso marò e la domanda di New Delhi di far parte di organismi per il controllo delle esportazioni di tecnologia nucleare e missilistica. In attesa che Girone possa tornare in Italia, l’iniziativa del Tribunale Internazionale viene interpretata dal collegio di difesa italiano considera “congelato” anche il rientro in India di Latorre, previsto per il 16 gennaio, al termine della sua convalescenza in Italia dopo che nell’agosto del 2014 fu colpito da un ictus cerebrale. Secondo indiscrezioni i gli avvocati italiani non si presenteranno, il prossimo 13 gennaio, all’udienza presso la Corte indiana in cui si tratterà dell’eventuale proroga o meno del permesso per malattia di Massimiliano Latorre.  

Roma di fatto protesta così nei confronti dell’udienza indiana, contraria a quanto disposto dal Tribunale Internazionale che aveva stabilito la cessazione delle iniziative giudiziarie di entrambi i Paesi. Portare a casa Girone sta del resto diventando un imperativo. Si infittiscono infatti le voci circa le sue peggiorate condizioni di salute, soprattutto psicologiche. E l’India non rinuncia alle angherie che hanno sempre caratterizzato l’atteggiamento delle autorità di Delhi in questa vicenda. Come racconta Libero Quotidiano  poco prima di Natale ad alcuni parenti di Salvatore Girone è stato negato il visto, concesso poi per Capodanno solo dopo forti pressioni di Roma.