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PAGA LO STATO

Tra magia e debiti: i ricorsi dei migranti intasano la Giustizia

Concediamo la protezione umanitaria ai migranti che restano senza lavoro ma non vogliono rimpatriare perché non hanno guadagnato abbastanza per estinguere un debito contratto nel paese di provenienza; o a quelli che si presentano davanti al giudice per dire che sono posseduti da idoli e spiriti maligni. I ricorsi dei richiedenti asilo in tribunale sono frequentissimi e garantiti dal gratuito patrocinio. Un sovraccarico di lavoro per la giustizia che ha portato nel solo 2020 a 270mila procedimenti in aula. 

Attualità 09_08_2021

Il 18 giugno 2021 il tribunale di Bari ha accolto il ricorso di un cittadino indiano concedendogli la protezione umanitaria che una Commissione territoriale gli aveva negato il 27 marzo del 2019 e anche il diritto al patrocinio a spese dello Stato. L’uomo, arrivato in Italia nel 2017, si era impiegato come lavoratore stagionale per estinguere un debito che i suoi genitori avevano contratto dando in pegno una casa di loro proprietà.

Scaduto il contratto di lavoro avrebbe dovuto tornare in India, ma non aveva ancora guadagnato abbastanza. Perciò aveva chiesto protezione internazionale. “Resosi conto – si legge nella relazione di Uljana Gazidede, il legale che lo ha assistito – dell’impossibilità di restare in Italia e, conseguentemente, di poter lavorare ed estinguere il debito, nonché, valutate le conseguenze di tale inadempimento, da quelle più o meno significative come l’onta davanti all’intero villaggio, a quelle più deleterie, quali lo spossessamento dell’abitazione e la possibile ed assai probabile uccisione dei suoi familiari, si determinava a richiedere la protezione internazionale del nostro Paese”.

Il 31 maggio 2021 il tribunale di Salerno con una sentenza motivata in 11 pagine ha riconosciuto lo status giuridico di rifugiato, negatogli il 25 gennaio del 2019 da una Commissione territoriale, a un giovane cittadino del Benin. Il ragazzo, spiega il suo avvocato Gerardina Turco, “ha raccontato di essere posseduto dagli ‘idoli’, spiriti maligni nell’ambito della religione tradizionale e che questi gli avrebbero cagionato disturbi mentali come era già capitato alla mamma e alla nonna e, a causa della possessione da parte degli ‘idoli’, di aver subito frequenti discriminazioni da parte della comunità di appartenenza”. Il tribunale di Salerno ha ritenuto che, se rimpatriato, il ragazzo avrebbe rischiato di subire persecuzioni “in ragione della sua appartenenza a una famiglia identificata dalla comunità di appartenenza come veneratrice di spiriti maligni” con l’aggravante di un sistema sanitario molto carente in materia di malattie mentali. Oltre allo status di rifugiato al ragazzo è stato riconosciuto il diritto al patrocinio a spese dello Stato.

Quelli riportati sono solo due dei tanti casi su cui i tribunali e la Corte di Cassazione sono chiamati a pronunciarsi quando un richiedente asilo, al diniego di una Commissione territoriale, decide di presentare ricorso. La circostanza è frequentissima, il tasso di impugnazione medio stimato a livello nazionale nel periodo dal 2016 al primo semestre del 2020 è stato del 94%. A rivelarlo è una ricerca pubblicata a maggio sulla rivista “Questione Giustizia” di Magistratura Democratica, svolta da Monia Giovannetti dell’Asgi, l’associazione di avvocati che ha per sua missione principale la difesa degli emigranti irregolari in sede legale.

I richiedenti asilo – spiega Giovannetti – presentano ricorso per “far valere i motivi d’illegittimità della decisione (della Commissione territoriale) e, laddove disponibili, allegare fatti ed elementi nuovi, o non conosciuti o conoscibili al momento della decisione, nonché l’eventuale ulteriore documentazione divenuta disponibile”. Un tasso di impugnazione tanto elevato – su questo l’autrice della ricerca non si sofferma – si deve al gratuito patrocinio, a spese dello stato italiano, di cui usufruiscono i richiedenti asilo. Il nostro paese infatti per rendere effettivo il diritto di ogni richiedente asilo a ricorrere contro una decisione negativa in merito a una domanda di protezione internazionale ha esteso agli stranieri il diritto al gratuito patrocinio di cui godono i cittadini italiani indigenti, titolari di un reddito non superiore a 11.369, 24 euro.

Il risultato è che dal 2016 al primo semestre 2020 sono stati iscritti 209.155 procedimenti nei tribunali, 39.110 in Corte d’Appello e 20.684 in Cassazione: in totale quasi 269.000 procedimenti. Nello stesso periodo Giovannetti ha calcolato che le Commissioni territoriali hanno esaminato 385.528 richieste d’asilo. Molte ne restano da esaminare, ma, con la netta diminuzione degli arrivi illegali (23.370 nel 2018, 11.471 nel 2019, rispetto agli 119.369 del 2017), la pressione sulle Commissioni territoriali si è un po’ allentata, mentre ha continuato a essere alta sui tribunali e sulla Corte di Cassazione a causa del numero elevato di dinieghi contro i quali i richiedenti asilo presentano ricorso. Nel 2020 lo status di rifugiato è stato concesso all’11,8 per cento dei richiedenti, la protezione sussidiaria al 10,3 per cento, la protezione speciale all’1,9 per cento. Quindi il 76 per cento delle richieste di asilo esaminate sono state respinte, quasi otto richiedenti asilo su 10, per non essere fermati alla frontiera, hanno addotto giustificazioni per il loro ingresso illegale che non hanno convinto le Commissioni territoriali.

Da alcune rilevazioni effettuate, i tribunali che più risentono dell’accumulo di lavoro determinato dall’elevato numero di impugnazioni sono quelli delle città del nord Italia. Il sovraccarico di lavoro si ripercuote su altri settori del sistema giudiziario e il problema si presenta anche in Corte di Cassazione. L’aumento degli sbarchi dall’inizio dell’anno non può che aggravare i problemi attuali. Il Ministero dell’Interno informa che dal 1° gennaio 2021 al 6 agosto sono arrivati in Italia 30.398 emigranti illegali. Nello stesso periodo, nel 2020 ne erano arrivati 14.832, meno della metà, e 4.042 nel 2019. Nel 2020 gli arrivi in Italia sono stati 34.154. L’Alto commissariato Onu per i rifugiati conferma i dati del nostro ministero e stima in 47.847 gli arrivi complessivi via mare in Europa.