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Dottrina sociale
a cura di Stefano Fontana

La necessità

Torniamo alla “scelta religiosa”, ma rovesciata

Oggi la politica perseguita il cristianesimo. Urge una nuova “scelta religiosa”, diametralmente opposta a quella fatta dall’Azione Cattolica negli anni Settanta.

Dottrina sociale 21_09_2024

I lettori di questo blog saranno d’accordo sul fatto che il cristianesimo in Europa è perseguitato. La Bussola ne dà notizia quasi ogni giorno: il judoka sospeso per cinque mesi per essersi fatto il segno della croce; le chiese incendiate in Francia; il Regno Unito che crea delle “zone cuscinetto” attorno alle cliniche abortiste per tenere lontani i cristiani; le persone arrestate perché pregano contro l’aborto; l’arresto di chi ha contestato l’infame sceneggiata alla cerimonia d’apertura delle Olimpiadi di Parigi; le scuole italiane che non devono avere il crocifisso ma possono chiudere per il Ramadan… e l’elenco potrebbe continuare.

I lettori di questo blog, se ne hanno l’età, ricorderanno anche quando negli anni Settanta del secolo scorso l’Azione Cattolica, guidata allora da Alberto Monticone, fece la cosiddetta “scelta religiosa”. Essa si fondava sulla visione di Maritain e sulla completa accettazione della laicità moderna secolarizzata. Nello spazio pubblico la religione cattolica non avrebbe più dovuto esserci e i cattolici, facendo la scelta religiosa, dichiaravano di non voler più essere presenti in quanto cattolici. La scelta religiosa non era un disimpegno personale dalla politica, significava non impegnare più la religione nella politica, impegnarsi senza impegnare la religione. Ciò permetteva al cattolico di impegnarsi a titolo proprio e non a titolo del Vangelo o della Dottrina sociale della Chiesa. Queste realtà avrebbero nutrito il cattolico, ma poi egli si sarebbe impegnato in modo anonimo, come se Dio non fosse. Finiva così la coerenza pubblica e non solo privata del credente impegnato in politica, ed egli avrebbe potuto fare tutte le scelte possibili. Finiva la presenza pubblica della religione.

Oggi la politica perseguita il cristianesimo e gli impedisce ogni manifestazione pubblica. Bisogna quindi tornare alla “scelta religiosa”, ma non a quella di cinquant’anni fa. Allora essa significava rendere invisibile il cristianesimo dei cristiani in politica, oggi si richiede il contrario.

Stefano Fontana