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Vangeli sullo schermo

The Chosen: ha carenze e difetti ma fa bene allo spirito

La nuova serie tv non è un capolavoro e fa discutere parecchio: lacune ce ne sono, effetti collaterali nessuno. Anzi, può essere vista con profitto spirituale. Vi dedicheremo un approfondimento sul prossimo numero de La Bussola Mensile.

Cinema e tv 16_10_2024

La serie televisiva The Chosen prevista in sette stagioni, scritta e diretta dal protestante Dallas Jenkins,  sta ricevendo in tutto il mondo un'accoglienza entusiasta da parte del pubblico, ma anche pesanti critiche da parte di qualcuno. Dopo che la prima stagione è stata rilanciata su Netflix ed è stata trasmessa anche su TV2000, le altre sono disponibili gratuitamente sull'app dedicata che dal 6 ottobre sta rendendo disponibile ogni domenica una nuova puntata della quarta stagione doppiata in italiano.

Non è certo la prima volta che il cinema si interessa di Gesù, anzi si può dire che fin dalle origini film sulle vicende narrate nel Vangelo ci sono sempre stati. Alcuni sono stati abbastanza fedeli al Vangelo, altri lontani o molto lontani dal racconto biblico.
Il Vangelo secondo Matteo del 1964 di Pier Paolo Pasolini, regista di sinistra, fu girato in bianco e nero e metteva in scena tutta la vita di Gesù a partire dall'Annunciazione con i dialoghi letterali del Vangelo. Nessuna enfasi e nessuna emozione suscitata, il film può essere senz'altro dimenticato.
Il musical Jesus Christ Superstar del 1973, girato in Israele, narra la Settimana Santa fino alla crocifissione. Nonostante la colonna sonora di alta qualità tecnica, purtroppo l'opera è dissacrante per cui va dimenticata anche questa.
Sciatto e umanistico, Il Messia di Roberto Rossellini del 1975 fu girato in Tunisia. Dimenticare al più presto.
Esplicitamente eretico e blasfemo fu L’ultima tentazione di Cristo di Martin Scorsese del 1988. Un pugno nello stomaco avrebbe fatto meno male.

Per avere un prodotto decente bisogna tornare al 1977 quando Rai Uno trasmise in cinque puntate la serie televisiva, che allora si chiamava sceneggiato, Gesù di Nazareth di Franco Zeffirelli. Un totale di più di sei ore, ma ridotte a quattro per la versione proiettata nelle sale cinematografiche. Fu un grande successo. Un Cristo solenne, interpretato da Robert Powell, e una Maria giovanissima e bellissima, Olivia Hussey, non saranno più dimenticati dagli spettatori. Tra l'altro, l'attore che impersona Gesù è molto somigliante all'uomo della Sindone, permettendo agli spettatori di familiarizzare subito con la sua figura. Il prodotto ebbe un grande successo in Italia e all'estero, anche grazie alle scenografie che si rifacevano alla tradizione pittorica rinascimentale. Nelle parrocchie fu abbondantemente utilizzato per la catechesi, spezzettato in video brevi di singoli racconti del Vangelo. Purtroppo i dialoghi non erano molto fedeli al testo biblico e l'inserimento di personaggi come Zerah, un membro del sinedrio di pura fantasia del regista, lascia alquanto perplessi sulla loro utilità ai fini della trama. Comunque l'opera di Zeffirelli è rimasta la migliore per decenni, almeno per tutto il ventesimo secolo.

Nel 2004 accade qualcosa che era impossibile prevedere. L'attore pluripremiato di Hollywood Mel Gibson firma alla regia il film capolavoro sulle ultime ore della vita di Gesù. La Passione di Cristo ricostruisce perfettamente l'atmosfera dei Vangeli con la recitazione in latino ed ebraico. Ad elementi del Vangelo unisce i fatti narrati nella tradizionale Via crucis. Con effetti di luce caravaggeschi ed episodi tratti dalle visioni della mistica Anna Katharina Emmerick, proclamata beata proprio l'anno dell'uscita del film al cinema. Pur ignorato dalla grande distribuzione, la pellicola riscuote un successo planetario diventando il kolossal per eccellenza della vicenda terrena di Gesù. Nessuna opera potrà mai superare la qualità tecnica, spirituale ed estetica de La Passione di Cristo. E a distanza di venti anni dall'uscita del film non possiamo far altro che confermare questo giudizio.

Cosa dire invece per la nuova serie televisiva The Chosen? Diciamo che ci sono elementi positivi di forte impatto emotivo, ma anche scelte meno condivisibili come la figura di Pietro che non viene valorizzata, anche se bisogna riconoscere che il prendere coscienza del ruolo di guida della Chiesa è graduale ed alla fine accettabile. Anche aver tolto il Magnificat dalla scena della visitazione di Maria ad Elisabetta fa perdere il tono solenne di tale incontro, ridotto ad un semplice ritrovo tra due donne in stato interessante, una anziana e una giovane.

Qualcuno critica il fatto che alcune scene siano totalmente inventate, però si può far notare che, almeno quando vengono riportate le parole del Vangelo, queste sono fedelmente riprodotte alla lettera. Facendo un confronto con il film di Mel Gibson si può notare che anche qui sono state aggiunte delle scene ispirate agli scritti della beata Anna Katharina Emmerick. Ad esempio Gesù che viene picchiato dai soldati la sera stessa dell'arresto, Gesù che è incatenato ed attende in una stanza sotterranea, la moglie di Pilato che regala dei teli alla Madonna che lei adopera subito per raccogliere dal pavimento il sangue della flagellazione, ecc. Nulla si trova nel Vangelo, ma l'aggiunta di queste scene non era di disturbo, ma anzi serviva per aumentare la drammaticità della situazione.

Anche The Chosen aggiunge episodi che non si trovano nel Vangelo. Ad esempio nella seconda serie si vede Natanaele che aveva progettato un tempio, ma a causa di un incidente vede sfumare la possibilità di costruire qualcosa di memorabile con i suoi disegni. Risulta sfiduciato e fortemente in crisi, si ferma sotto un fico ed invoca l'aiuto del Signore sentendosi abbandonato, ma quando incontra Gesù che gli rivela di essere stato con lui proprio in quei momenti bui, prova una forte emozione e fa un atto di fede straordinario. Con lui anche lo spettatore partecipa a questa emozionante scena.

Nella quarta serie c'è la scena in cui Gesù si trova nella casa di Betania a discutere con un membro del sinedrio. Questi era venuto con intenzioni benevole, ma quando nella scena irrompe Maria che unge i piedi di Gesù con il prezioso profumo precedentemente acquistato, si arrabbia per motivi "religiosi" e lascia la stanza. Anche Giuda interviene ricordando che il profumo poteva essere venduto per darlo ai poveri, ma Gesù protegge Maria e il suo gesto dicendo che questo fatto sarebbe stato ricordato in tutto il mondo. Il fatto che l'unzione abbia avuto luogo durante la discussione con il membro del sinedrio sul modo migliore per rendere gloria a Dio, fa capire cosa pensa Gesù del vero culto gradito a Dio. L'unzione di Maria è un culto dimostrato con gesti d'amore e vale molto di più delle sole pratiche esterne, che però restano fredde e non scaldano il cuore. Probabilmente quando si ascolterà questo brano alla Messa della domenica delle Palme il pensiero andrà alle immagini di questa potente scena di The Chosen e grazie a questa si comprenderà meglio il valore di quei trecento denari.

Dopo questa scena la quarta serie si conclude con la preparazione all'entrata a Gerusalemme cavalcando un'asina. In un flashback precedente Gesù da piccolo, mentre imparava a dare martellate, aveva ricevuto da San Giuseppe un morso di mulo racchiuso in una scatola, usato dai loro antenati durante la fuga dall’ Egitto. Era stato conservato da quaranta generazioni in ricordo della schiavitù. Proprio quel morso Gesù lo fa mettere all'asina che lo porterà a Gerusalemme. Gesù chiede ai discepoli se vogliono seguirlo. Pietro prende la parola e dice: "Da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna". Aver tolto questa frase dal contesto della moltiplicazione dei pani e dei pesci, potrebbe spiacere a qualcuno, ma anche qui occorre fare il raffronto con il film di Mel Gibson che prende la frase dell'Apocalisse "Io faccio nuove tutte le cose" e la fa dire a Gesù quando risponde alla madre che, durante una caduta della Via crucis, gli aveva detto: "Sono qua io" dopo il flashback strappalacrime di lei che lo accudiva dopo le cadute da bambino. Una scena e una frase di grande impatto nonostante sia stata presa da un altro contesto.

In conclusione, il confronto con la Passione di Mel Gibson ci ha permesso di non scartare a priori una serie che, nonostante non possa essere definita un capolavoro, è però degna di attenzione e, seppur con la precauzione di confrontare gli episodi con il Vangelo e quanto insegna la Chiesa, può essere guardata con profitto spirituale.

 

The Chosen sarà dedicato un approfondimento di don Stefano Bimbi sul prossimo numero (novembre 2024) della nostra rivista di formazione apologetica La Bussola MensilePer ulteriori informazioni scrivere a distribuzione@lanuovabq.it.