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Giovedì Santo a cura di Ermes Dovico

Shanti de corte

Se elimina il sofferente anziché la sofferenza non è medicina
IL CASO SHANTI

Se elimina il sofferente anziché la sofferenza non è medicina

Una medicina che non si propone di eliminare la sofferenza, ma il sofferente, non è più l’arte del curare che è stata per 2000 anni. È la logica perversa che sta dietro anche ad altre forme di eutanasia, dell’abbandono terapeutico, della rinuncia alla cura. Una medicina asservita a normative che non riconoscono alcun valore alla vita umana sofferente.


Eutanasia della speranza: il “caso Shanti” svela l’abisso dei diritti civili
BELGIO

Eutanasia della speranza: il “caso Shanti” svela l’abisso dei diritti civili

Sopravvissuta a un attentato dell’Isis, la 23enne fiamminga Shanti De Corte ne è rimasta traumatizzata fino a chiedere l’eutanasia, con il consenso dei genitori. C’erano alternative, secondo un neurologo. Ma senza prospettiva ultraterrena, si finisce per rifiutare la realtà, fatta anche di drammi, e di fuggire in qualsiasi modo, compresa la morte.
- SE ELIMINA IL SOFFERENTE NON È MEDICINA, di Paolo Gulisano
- PARLANO I GENITORI DEI BIMBI IN CIELO, di Costanza Signorelli
- VIDEO: SENZA INFERNO E PARADISO NON C'È SPERANZA, di Riccardo Cascioli