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Il Tribunale stoppa le “due mamme”, ma non troppo…
PISA

Il Tribunale stoppa le “due mamme”, ma non troppo…

Il Tribunale di Pisa ha respinto il ricorso di una coppia lesbica che chiedeva che il bambino avuto attraverso eterologa fosse riconosciuto figlio di entrambe: «Occorre rispettare la aspettativa naturale del bambino ad avere una mamma ed un papà». Ma poi scivola su una buccia di banana, dando l’idea di appoggiare de facto la doppia omogenitorialità.


Utero in affitto, lo stop della Cedu è solo a metà
LA DECISIONE

Utero in affitto, lo stop della Cedu è solo a metà

La Corte europea dei diritti dell’uomo ha rigettato il ricorso di un’ex coppia di lesbiche a cui le autorità islandesi avevano negato il riconoscimento come genitori di un bambino avuto negli Usa attraverso maternità surrogata (nessuna delle due è madre biologica). Ma il pasticcio resta, perché le due sono trattate come genitori de facto e l’unione omosessuale equiparata a una famiglia. Come reggerà così il “no” all’utero in affitto?


Omogenitorialità, il diktat della Consulta al Parlamento
DOPPIA DERIVA

Omogenitorialità, il diktat della Consulta al Parlamento

I casi di due lesbiche (separate) e di due gay che hanno avuto dei figli all’estero rispettivamente attraverso fecondazione eterologa e utero in affitto. Con due comunicati stampa pubblicati giovedì, la Corte costituzionale, agendo come una terza camera, si è da un lato astenuta dal giudizio ma dall’altro ha chiesto al Parlamento di legiferare sulla «tutela» dei bambini nati attraverso tali tecniche. Ma ciò equivale a chiedere di legittimare la doppia "omogenitorialità". E sebbene la Consulta indichi che il divieto alla maternità surrogata rimanga in vigore, anche quest’ultimo paletto è destinato a cadere: è la triste conseguenza logica della Legge Cirinnà.
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