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EUROPA ARCOBALENO

Sulle unioni gay Renzi diventa un agnellino europeo

Chi è l’"Europa"? É la matrigna cattiva e incline a darci ...lezioncine che dobbiamo rispedire subito al mittente, oppure  è la mamma buona che ci mette affettuosamente in bocca il matrimonio omosessuale e altri dolcetti che non possiamo rifiutare? Da quel che arriva dal governo Renzi non si sa più che cosa credere.

Editoriali 04_02_2016
Il premier Matteo Renzi in versione gay

Chi è l’"Europa"? É la matrigna cattiva e incline a darci ...lezioncine che dobbiamo rispedire subito al mittente, oppure  è la mamma buona che ci mette affettuosamente in bocca il matrimonio omosessuale e altri dolcetti che non possiamo rifiutare? Da quel che in queste settimane ci cantano in coro i menestrelli al servizio del governo Renzi non si sa più che cosa credere. Da Bruxelles in questi giorni è tutto un fuoco a volontà contro il governo italiano, cui Renzi, andato in Africa forse per prendere più da lontano la rincorsa, risponde caricando a testa bassa. Chissà poi se avrà anche il tempo di occuparsi di ciò per cui è sceso nel Ghana e nel Senegal; magari, ma non possiamo saperlo. 

Secondo, infatti, una pessima abitudine, che passa indenne da un governo italiano all’altro, tutti i giornalisti al seguito del premier in missione oltrefrontiera non sono inviati di esteri bensì cronisti parlamentari in gita-premio, che ovunque si trovino non staccano gli occhi e il cuore da piazza Montecitorio. Frattanto, però, a proposito del ddl Cirinnà dal medesimo coro giunge contemporaneamente un grido opposto: «Ce lo chiede l’Europa, non possiamo dire di no!». Qui siamo tra l’altro al massimo della mistificazione: da una lato, infatti, in tema di diritto di famiglia l’Unione europea non ha alcuna competenza, e quindi non può dire nulla; dall’altro, come già ricordammo, non è affatto vero che siamo «l’ultimo Paese dell’Unione a non avere regolamentato le unioni civili». I Paesi membri che non l’hanno mai fatto e non intendono farlo sono 12. E, in quanto poi al mondo nel suo insieme, i Paesi dove è stato introdotto il matrimonio omosessuale sono circa 20 su 200. Inoltre, non stanno affatto aumentando. 

Il carattere strumentale, e come abbiamo visto anche mistificatorio, del richiamo all’"Europa" merita a questo punto qualche approfondimento. Per ormai antica e consolidata tradizione l’”Europa” (quella appunto tra virgolette, che ha ben poco a che vedere con quella vera) è una divinità principale del Pantheon dell’area che ancora oggi su si usa chiamare “sinistra”. Si tratta in effetti di un’isola che non c’è: un presunto paradiso terrestre che coincide con un’immagine di sogno del Nord Europa secolarizzato di tradizione protestante. D’altra parte – osserviamo per inciso -- le virgolette sono di rigore anche nel caso dell’odierna “sinistra”, tanto essa è ormai remota dagli ideali e dai programmi tipici dell’antico movimento operaio. 

Sin dall’origine si confrontano in sede europea due diversi filoni di pensiero: quello di matrice cattolica, soprattutto influente nella fase iniziale, ai tempi di Adenauer, Schuman e De Gasperi, e quello di matrice illuministica che dagli Anni ’80 del secolo scorso in avanti è divenuto predominante. Una  prima e celebre espressione dell’europeismo di tale matrice fu il manifesto di Ventotene “Per un’Europa libera e unita”, scritto nel 1941 da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e altri nel carcere appunto di Ventotene ove il regime fascista li aveva reclusi, e giunto alla sua stesura definitiva nel 1944. In questo documento, come in genere in questo pensiero, all’autonomia della persona, alla società civile, insomma al principio di sussidiarietà non viene riconosciuto spazio alcuno. 

Tutta la speranza sta nel potere politico federale europeo, nei prospettati Stati Uniti d’Europa. E ciò nel presupposto, di cui non si trova alcuna ragionevole motivazione, che essi saranno ipso facto tanto luminosi quanto tenebrosi furono e sono gli Stati nazionali. In realtà però ciò che li rende tanto luminosi agli occhi degli autori del manifesto di Ventotene è il convincimento che essi provocheranno un’irresistibile omologazione dell’intero Continente al modello, ritenuto aureo, del Nord Europa. Quindi un passaggio di fatto alla Riforma, seppur nella forma secolarizzata propria dell’epoca, anche dell’Europa del Sud e del Sudest: un passaggio ritenuto conditio sine qua non per il loro reale ammodernamento. 

É questa la filigrana sullo sfondo della quale si muove, ma con crescente difficoltà, il progetto politico di cui Renzi è l’alfiere. Provenendo da La Pira, quel (poco) che c’è di buono nella sua cultura politica non lo predispone infatti all’obbedienza pronta, cieca e assoluta all’“Europa” che qualcuno esige da lui. Ogni tanto, quasi suo malgrado, qualcosa non funziona. Chissà mai che ciò non lo induca a un salutare esame di coscienza.