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A Monza

Sulle spalle di Giganti, il ritiro per riflettere sulla vocazione

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In programma dal 12 al 14 luglio, presso il Carmelo di Monza, un ritiro guidato dai Carmelitani Scalzi e aperto a tutti, sia a chi ha già chiara la sua vocazione sia a chi vuole discernerla. Focus su Maria, il profeta Elia e Teresa di Gesù.

Ecclesia 24_05_2024
Nostra Signora del Carmelo

“Sulle spalle di Giganti – La preghiera al Carmelo con Maria SS., il profeta Elia e S. Teresa di Gesù” è il titolo scelto dai Carmelitani Scalzi della Lombardia per un ritiro di animazione vocazionale che si terrà presso il Convento di Monza dal 12 al 14 luglio 2024.

Trovandoci nell’Anno della Preghiera indetto per la Chiesa Universale in preparazione al Giubileo del 2025, il tema che verrà trattato è proprio la preghiera, secondo la prospettiva particolare della spiritualità carmelitana.

Il titolo del ritiro “Sulle spalle di Giganti” si rifà all’aforisma, comunemente attribuito al filosofo medievale Bernardo di Chartres, secondo il quale «noi siamo come nani sulle spalle dei giganti, così che possiamo vedere un maggior numero di cose e più lontano di loro, tuttavia non per l’acutezza della vista o la possanza del corpo, ma perché sediamo più in alto e ci eleviamo proprio grazie alla grandezza dei giganti». I “Giganti” che i Padri hanno scelto per “portare sulle spalle” i partecipanti al ritiro e permettere loro di “vedere più lontano” sono le tre maggiori figure di riferimento della spiritualità carmelitana.

P. Fabio Silvestri, della Provincia Veneta, approfondirà la figura del profeta Elia, nel quale la Chiesa ravvisa il padre di tutto il monachesimo. Nella Scrittura, il profeta Elia si caratterizza per il suo ardente zelo per il Signore (1Re 18), che lo porta a combattere con veemenza l’idolatria. Celebre è l’episodio in cui Elia, sul monte Carmelo, sfida i sacerdoti del dio pagano Baal e li vince grazie all’intervento prodigioso di Dio. Perseguitato dalla regina Gezabele, il profeta viene sopraffatto dallo scoraggiamento e invoca la morte. Inizia per lui una nuova fase nel rapporto con Dio: la solitudine e il silenzio prendono il posto dei miracoli e delle gesta eclatanti. Elia compie un cammino nel deserto che è anche un cammino interiore, egli cerca Dio e lo trova non nel rombo del tuono e in segni possenti ma nel «sussurro di una brezza leggera» (1Re 19,12). La figura di Elia è associata al monte Carmelo e alle origini del monachesimo perché la tradizione ritiene che Elia visse su quel monte, in una grotta. Quel che è certo è che un insieme di uomini di diversa estrazione, dopo le Crociate, si ritirarono a vita eremitica sul monte Carmelo. Lì, agli inizi del XIII secolo, chiesero e ottennero una regola dal patriarca di Gerusalemme, S. Alberto. Iniziava così la storia dei Carmelitani.

P. Giorgio Maria Faré, del Commissariato di Lombardia, mediterà sulla Vergine Maria, figura assolutamente centrale per l’Ordine dei Carmelitani Scalzi, il cui nome per esteso è “Ordine dei Fratelli Scalzi della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo”. Il culto alla Vergine del Monte Carmelo fu propagato da S. Simone Stock, uno dei primi generali dell’Ordine. A lui apparve la Santissima Vergine il 16 luglio 1251 e gli donò lo Scapolare con la promessa: «Prendi figlio dilettissimo, prendi questo Scapolare del tuo Ordine, segno distintivo della mia Confraternita, privilegio a te e a tutti i Carmelitani. Chi morrà rivestito di questo abito non soffrirà il fuoco eterno; questo è un segno di salute, di salvezza nei pericoli, di alleanza di pace e di patto sempiterno». Maria Santissima è modello di interiorità, di adorazione e di intimità con Dio; è innanzitutto maestra di preghiera perché in ogni sua apparizione la richiesta fondamentale che si ripete è sempre: «Pregate!». La preghiera che Ella consegna agli uomini è il Rosario, compendio di Vangelo eppure semplicissima e accessibile a chiunque. Durante il ritiro la riflessione ruoterà attorno al rapporto del tutto unico e speciale della Vergine Maria con Gesù, in particolare il suo essere il primo tabernacolo che custodì materialmente Gesù prima della sua nascita. Sarà l’occasione per approfondire il tema dei “Tabernacoli viventi”, della permanenza della presenza eucaristica di Gesù.

P. Davide Capano, del Commissariato di Lombardia, e p. Adolfo Scandurra della Provincia Veneta parleranno di S. Teresa di Gesù, la riformatrice dell’Ordine Carmelitano. Mistica e Dottore della Chiesa, S. Teresa è annoverata a buon diritto tra i “Giganti” della santità, non solo per i Carmelitani. Nasce in Spagna nel 1515 in una famiglia benestante e fin da piccola sviluppa una passione per la lettura, il suo temperamento intraprendente si nutre dei racconti cavallereschi. In famiglia ha appreso l’amore per Dio e, dopo una lotta interiore, decide di farsi monaca. Il padre osteggia la decisione e lei, a vent’anni, fugge per poterla porre in atto. Una volta in monastero si adatta per diversi anni ad una vita religiosa che tenta di conciliare Dio e il mondo ma questo stile non la soddisfa; col passare del tempo si sente chiamata ad una maggiore intimità con Gesù. Nel 1554, davanti ad una statua particolarmente commovente di Cristo alla Colonna, avviene in lei una svolta decisiva. Inizia un nuovo percorso che la porterà a divenire la fondatrice – insieme a S. Giovanni della Croce – di quello che sarà l’Ordine dei Carmelitani Scalzi. In lei si può ammirare una donna completa: l’altissima esperienza mistica coesiste con un grande senso pratico. In meno di vent’anni fonda 16 monasteri e scrive centinaia di pagine di insegnamenti per le sue monache, che diverranno dei classici della spiritualità cattolica. L’esperienza centrale della sua dottrina è l’orazione, da lei definita «un intimo rapporto di amicizia, nel quale ci si trattiene spesso da solo a solo con quel Dio da cui ci si sa amati», un’amicizia che scaturisce dalla contemplazione della sacra umanità di Gesù.

Il ritiro si rivolge a persone giovani e adulte come occasione per riflettere sulla propria vocazione ed è aperto a tutti: sia a chi ha già scelto uno stile di vita e desidera avere l’occasione di riconfermarlo, sia a chi deve ancora discernerlo. L’esperienza non è del tutto nuova: ripercorre i ritiri che già si sono tenuti a Monza nel 2018 e nel 2019. La novità di questa edizione è la collaborazione tra tutti i Padri della Lombardia e il coinvolgimento della Provincia Veneta, un’occasione di arricchimento e scambio di ampio respiro. Del resto, anche i partecipanti proverranno da tutta Italia.

La proposta è a tutto tondo: oltre alle conferenze e alla S. Messa quotidiana, i partecipanti potranno contare sulla disponibilità dei Padri per il sacramento della Confessione o anche solo per un colloquio. Nella notte tra sabato 13 e domenica 14 luglio, l’esperienza culminerà nell’adorazione eucaristica notturna, coronamento di tutta la riflessione sulla preghiera fin lì fatta. L’evento si svolge pochi giorni prima della solennità della Madonna del Carmine, la maggiore ricorrenza carmelitana. Per questo motivo, durante il ritiro è prevista la possibilità di vestire lo Scapolare del Carmine. Alla domenica, la S. Messa e un momento di scambio concluderanno il programma.

Per informazioni e iscrizioni: animazionevocazionale.lomb@gmail.com

* Sacerdote e Carmelitano Scalzo



LA DEVOZIONE

Lo Scapolare, l’amore di Maria che veste i suoi figli

Oggi ricorre la festa della Madonna del Carmelo, a ricordo della data tradizionale del 16 luglio 1251, quando la Vergine apparve a san Simone Stock e gli consegnò lo Scapolare, «un segno di salvezza» per quanti lo avrebbero indossato fino alla morte. Molti Papi hanno confermato le promesse legate a questa devozione, fondata sulla protezione materna di Maria e inscindibile da una vera pratica cristiana. Disse Pio XII: “Non si tratta di cosa di poco conto, ma dell’acquisto della Vita Eterna”.