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DOPO MOCASINA

Streghe a scuola? Figlie del multiculturalismo

I casi di spiritismo e occultismo nelle scuole che abbiamo denunciato sono il prodotto diretto di quella ideologia immigrazionista che idealizza le culture lontane, spesso violente, in odio alla propria, che è erede della civiltà cristiana.

Editoriali 23_03_2018
La "Strega Romilda"

Fa piacere sapere che i nostri articoli sulla «strega a scuola» (qui, qui e qui), al secolo Ramona Parenzan, abbiano procurato alla strega in questione tante occasioni di lavoro oltre a centinaia e centinaia di messaggi di solidarietà. Tutte cose che ci ha fatto sapere la stessa Parenzan intervenendo ieri a Radio Onda d’Urto, una emittente locale bresciana felicemente rimasta alle lotte proletarie del movimento del ’77.

Ci fa piacere soprattutto perché, al pari del suo avvocato, eravamo seriamente preoccupati per «le gravi ripercussioni negative sulla sua attività professionale» e per le «offese alla sua reputazione» che i nostri articoli le avevano procurato. Quindi siamo felici che tutto sia andato per il meglio e non ci sia più da preoccuparsi. O meglio, forse qualcosa rimane in sospeso visto che il Comitato Articolo 26 (Associazione di genitori e docenti) ha inviato una lettera ai dirigenti scolastici nazionali e locali esponendo una serie di irregolarità legate alla presenza della Parenzan nella scuola di Mocasina e richiedendo chiarimenti urgenti.

Ma tralasciando le vicende personali e tralasciando anche l’uso della scuola per fini di indottrinamento (cosa di cui abbiamo già parlato negli articoli in questione) è necessario mettere in rilievo un aspetto decisivo che favorisce la penetrazione e la diffusione nelle scuole di spiritismi e occultismi vari. In qualche modo lo ha detto la stessa Parenzan, ovviamente dall’opposto punto di vista: il tema centrale è l’intercultura o la multiculturalità, fenomeno che è direttamente legato all’immigrazione. Le invocazioni agli spiriti, la distribuzione di amuleti, le presunte pozioni magiche sono tutte parte di laboratori interculturali.

Proprio l’ideologia del multiculturalismo – di cui altri paesi europei già raccolgono i frutti amari – avvicina i “mediatori culturali” a tante espressioni del mondo cattolico. Non a caso la Parenzan collabora attivamente anche ad iniziative della Caritas bresciana, e trova dalla sua parte anche dei parroci. La convinzione di costoro, come ha ben sintetizzato la stessa «strega Romilda» a Radio Onda d’Urto, è che «l’ospite salva l’ospitante» e non viceversa; «sono quelli che arrivano che ci salvano da barriere ideologiche e asfittiche concezioni del mondo e della vita». Abolizione di qualsiasi confine per essere «tutti cittadini del mondo» fondendo «ogni spiritualità e ogni religione»: «Diventiamo sincretici».

È un presunto amore alle altre culture che parte però dall’odio per la propria cultura e la propria identità, e qui il multiculturalismo laico si sposa con un certo terzomondismo cattolico. Non è a caso che dalle tante organizzazioni cattoliche che si occupano di immigrati non sia mai venuta una testimonianza di annuncio del cristianesimo a chi arriva. Da chi arriva dobbiamo solo imparare.

Così mentre si critica spietatamente la nostra cultura, eredità della civiltà cristiana, si idealizzano le culture di chi arriva. Sottolineo: si idealizzano, che è cosa ben diversa dal valorizzare. Perché può valorizzare il diverso soltanto chi ha una identità chiara. Soltanto a partire dalla nostra fede cattolica possiamo dare valore a quegli aspetti di altre culture in cui ritroviamo l’espressione di quelle esigenze originarie, di quella tensione all’infinito che c’è nel cuore di ogni uomo e in ogni cultura.

Al di fuori di questo c’è solo l’esotismo, l’idealizzazione delle culture lontane, di cui non si sa distinguere un aspetto dall’altro e anche la contraddizione con il multiculturalismo che si afferma: si vagheggia di un mondo senza confini esaltando culture ferocemente tribali come quelle animiste; si vuole costruire una spiritualità universale favorendo l’espansione di una religione come l’islam che rifiuta qualsiasi integrazione; si pretende di affermare l’uguaglianza di tutti gli esseri umani astenendosi dal giudicare culture che si fondano sulla divisione in caste o per cui donne e bambini hanno minore dignità degli animali.

E tutto questo sta diventando pane quotidiano nelle nostre scuole. Lo ricordava ieri la Parenzan: «Nelle linee guida della Buona scuola c’è l’interculturalità obbligatoria». È così che nei programmi di interculturalità, nei laboratori della «strega Romilda» e di tanti altri che fanno lo stesso lavoro, possono entrare a pieno titolo anche invocazioni agli spiriti e pratiche occulte che potrebbero avere conseguenze devastanti per i bambini. Che poi si tratti delle stesse pratiche e delle stesse culture che sono a fondamento del cannibalismo, delle stragi degli albini e dei calvi, dei sacrifici umani, delle mutilazioni genitali femminili, dei massacri tribali, questo non si deve dire, sarebbe xenofobia e razzismo. Non illudiamoci, questo sarà anche il nostro futuro se multiculturalisti - laici e cattolici - hanno deciso che «sono quelli che arrivano che ci salveranno».