Strage di cristiani in Congo
Lavoravano nei campi quando i combattenti delle Adf li hanno raggiunti e li hanno uccisi, alcuni decapitandoli
È di almeno 17 morti il bilancio provvisorio di un attacco alla città di Oicha nel Nord Kivu, una delle province orientali della Repubblica democratica del Congo. Si ritiene che gli autori del massacro appartengano alle Allied Democratic Forces, Adf, un gruppo armato jihadista originario del vicino Uganda, ma operativo da molti anni in Congo. L’attacco si è verificato il 23 luglio. Le vittime si stavano occupando dei loro raccolti nei campi a pochi chilometri dal centro abitato quando sono sopraggiunti gli uomini armati ed è iniziata la strage. Il responsabile dell’obitorio sostiene di aver ricevuto finora 19 cadaveri, due dei quali femminili, alcuni decapitati. Secondo altre fonti le vittime sarebbero in tutto 31. Gli attacchi delle Adf si stanno facendo sempre più frequenti sia nel Nord Kivu che nella vicina provincia di Ituri. Le diocesi della regione sono state costrette a chiudere parzialmente o del tutto alcune parrocchie per motivi di sicurezza e hanno più volte denunciato il fatto che le autorità non si curano di intervenire e lasciano la popolazione in balia delle Adf e degli altri gruppi armati che infestano l’est del paese. Le Adf dal 2018 fanno parte della Provincia dell’Africa centrale dell’Isis, lo Stato Islamico. A giugno in una settimana hanno ucciso più di 80 persone in diversi attacchi portati a segno contro villaggi tutti situati nelle vicinanze di Beni, una delle principali città del Nord Kivu. A maggio 14 persone sono state uccise non lontano da Oicha. In quel caso l’esecuzione a colpi di panga e di arma da fuoco è stata la punizione per aver rifiutato di convertirsi all’islam. Lo prova un video che ha ripreso l’esecuzione nel quale le Adf rivendicano l’azione.