Storie di cristiani che si prodigano per chi li perseguita
Un medico cattolico ha scelto di curare i lebbrosi in Bangladesh. E le istituzioni cattoliche si sono mobilitate in India per soccorrere le vittime del Kumbah Mele e le loro famiglie
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Rispondono alla persecuzione, nelle varie forme che assume, con generosa dedizione. Sono tanti i cristiani che vivono in paesi in cui sono minoranze esposte a discriminazioni e abusi e che tuttavia testimoniano la Fede prodigandosi per il prossimo. Il dottor Benjamin Jewel Rozario, in Bangladesh, da 12 anni dedica la sua vita a curare gli ammalati di lebbra, una malattia che tuttora suscita stigma aggravando i problemi di chi ne è affetto. “Una delle maggiori sfide in questo campo – ha spiegato all’agenzia di stampa AsiaNews il dottor Rozario – è la mancanza di interesse da parte di altri medici. L'assistenza ai lebbrosi non offre incentivi finanziari, il che scoraggia molti medici. Ma io resto perché sento le storie di questi pazienti: la vita di una persona sana può cambiare drasticamente a causa di questa malattia. Eseguo interventi chirurgici per ripristinare gli arti disabili, aiutandoli a ritrovare un senso di normalità”. La sua scelta di curare i lebbrosi lo ha penalizzato in termini di stipendio e di carriera, ne era consapevole fin dall’inizio. “Posso prestare servizio solo in questa istituzione – spiega – perché i pazienti lebbrosi raramente hanno le risorse per curarsi altrove. Sono tra i più poveri dei poveri. Tuttavia rimango perché trovo uno scopo e una felicità in questo lavoro. Servendoli, vivo i miei valori cristiani”. In India, invece, sono i dipendenti dell’ospedale cattolico, il Catholic Nazareth Hospital di Prayagraj, e di altri istituti a ignorare i rapporti spesso difficili con gli indù, specie quelli integralisti, per correre in aiuto ai pellegrini del Kumbah Mela, il grande pellegrinaggio indù al quale partecipano decine di milioni di persone e che quest’anno è stato funestato dalla morte di almeno 30 fedeli e dal ferimento di innumerevoli altri per motivi non ancora del tutto chiariti. “Le nostre istituzioni cattoliche sono aperte per offrire loro assistenza – ha dichiarato il cardinale Oswal Gracias, arcivescovo emerito di Mumbai – sono morte persone semplici, persone che volevano cercare Dio, che cercavano il messaggio di Dio. Posso solo immaginare le sofferenze delle famiglie, il trauma e l'ansia che devono sopportare mentre cercano i loro cari. Questa mattina, durante la Messa, abbiamo pregato per le anime di quanti hanno perso la vita. Sono state recitate anche preghiere speciali per le loro famiglie”.