Storia di un silenzioso eroe
Il sorteggio è un film che ha permesso ai telespettatori di riflettere sugli anni bui del terrorismo. Quando la televisione decide di dare spazio alla storia nazionale, pur attraverso i collaudati meccanismi della fiction, non sbaglia.
Beppe Fiorello è un onesto attore, senza particolari guizzi di scena ma capace di interpretare efficacemente figure di piccoli eroi quotidiani. Lo ha confermato nel film Il sorteggio di Giacomo Campiotti, in onda ieri sera su RaiUno, che racconta la storia di Tonino, un operaio della Fiat Mirafiori sorteggiato per far parte della giuria popolare nel primo processo al nucleo storico delle Brigate Rosse.
Il caso coinvolge il protagonista in una vicenda che modificherà per sempre il suo rapporto con lo Stato, con la con se stesso e con gli altri. Dopo incertezze, paure, lacerazioni e conflitti, Tonino decide di stare dalla parte della Giustizia e non rinuncia al ruolo che il caso gli ha affidato. La sua è una scelta da eroe, in un periodo storico in cui schierarsi contro la violenza del terrorismo può costare la vita.
La storia personale è stata utilizzata come filo conduttore per un flashback storico su un periodo fra i più difficili della storia della Repubblica italiana. Il processo, cominciato nel maggio 1976 e chiuso nel giugno 1978, ha segnato un punto di non ritorno nella lotta al terrorismo brigatista, ridefinendo anche strutturalmente alcune procedure tecnico-giuridiche.
La scelta della messa in onda in prima serata ha permesso a un pubblico potenzialmente vasto di prendere coscienza di ciò che è stato in quegli anni, che nell’immaginario collettivo è stato archiviato in modo fin troppo frettoloso. Quando la televisione decide di dare spazio alla storia nazionale, pur attraverso i collaudati meccanismi della fiction, non sbaglia.