Spagna, tutti i principi non negoziabili sono in gioco
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Vita, famiglia, libertà di religione: in Spagna nelle elezioni che si terranno domenica prossima, tutti i principi non negoziabili saranno in gioco. La coalizione di sinistra appare in difficoltà. Popolari e Vox potrebbero vincere.
La Spagna vota domenica 23 luglio, tutti i principi non negoziabili sono in gioco, dopo la devastazione avvenuta sotto i colpi del governo Sanchez e della sua coalizione di marxisti, populisti e indipendentisti, ora i partiti di centro e di destra sono chiamati a vincere e ricostruire serietà e rispetto dei diritti umani nel paese iberico.
Nei giorni scorsi il Premier spagnolo è stato coinvolto in un confronto pubblico a tre, con i leader di Vox Santiago Abascal e la leader della neonata formazione Sumar che unisce la Sinistra e Podemos, Jolanda Diaz, mentre il leader dei Popolari aveva deciso di non presentarsi. Nella serata di mercoledì Sanchez ha dovuto assistere ad un durissimo scontro tra la sua partner Diaz e il leader di Vox, mostrandosi imbarazzato e ancora convalescente dopo il faccia a faccia della scorsa settimana con Alberto Núñez Feijóo, leader dei popolari, da cui è uscito sconfitto. Mercoledì Sanchez è rimasto intrappolato sotto gli attacchi del leader di Vox, che gli ha rimproverato le sue leggi barbare su gender, eutanasia, educazione sessuale e liberticida di genere, e di Sumar che ha chiesto esplicitamente di concentrare il voto del popolo di sinistra al suo partito e non al PSOE.
Facile dire che per attenti osservatori, il confronto più appassionante è scaturito dalla domanda posta da Santiago Abascal agli altri due leader politici: «Che cos'è esattamente una donna per voi?». Una domanda che entrambi i leaders della sinistra socialista, marxista e populista si potevano attendere, eppure nessuno ha voluto dare una risposta alla domanda, rintanandosi nel silenzio imbarazzato e sconcertante.
Nel Psoe stanno emergendo diverse contraddizioni e problemi, primo fra tutti il silenzio del leader socialista degli anni ’90, Felipe Gonzalez, da sempre in dissenso con l’attuale Primo Ministro e stimatissimo leader, che al momento non ha nessuna intenzione di sostenere la leadership e la campagna elettorale di Pedro Sanchez, mentre al fianco di Sanchez si sta spendendo il suo predecessore, quel José Luis Rodríguez Zapatero che rappresenta l’estrema sinistra del partito e quello spirito anticristiano più feroce che allontanerà gli elettori moderati.
Il leader dei Popolari spagnoli, dopo aver promesso nei giorni scorsi che, una volta ottenuto un largo consenso nelle urne, nei avrebbe aperto un confronto con i Socialisti sulle riforme necessarie al paese, ieri ha attaccato duramente Sanchez per le accuse che gli aveva rivolto durante il dibattito televisivo, riaffermando come l’alleanza tra Popolari e Vox, al governo di moltissime città e regioni, sarà replicata anche al governo nazionale. Gli ultimi sondaggi, vietati da 48 ore, 10 su 12 attestavano una buona maggioranza, in entrambi i rami del Parlamento, per la coalizione di Popolari e Vox ed un vantaggio di Vox sull’estrema sinistra di Sumar. Tra le questioni in gioco il 23 luglio, ci sono senza dubbio quelle che riguardano la famiglia, le donne e la vita, la libertà di educazione e quella della Chiesa, tutti temi che sono stati stravolti dalle politiche devastanti del Governo di Pedro Sanchez e dalla coalizione di Socialisti, Podemos, Sinistra e indipendentisti. La famiglia naturale è stata aggredita radicalmente e negli ultimi tempi, oltre ad esser svilita dal nuovo codice di famiglia approvato dal governo, è stata in moltissimi casi ridotta agli stenti a causa di politiche che hanno aumentato la tassazione, riducendo benefici per i figli e le famiglie numerose e dimenticando ogni politica per la natalità.
Non solo, il governo di Pedro Sánchez sosteneva di essere il più femminista della storia ma, la realtà si è rivelata molto diversa. L'attuale governo, su impulso proprio del Ministero dell'Uguaglianza, è stato responsabile della liberazione anticipata di oltre 100 stupratori e pedofili e dello sconto di pena per oltre mille di loro, a causa della attuazione della nota legge "solo il sì è sì". Certamente l’impegno per le donne di Sanchez non si può misurare con la liberalizzazione dell’aborto e delle pillole abortive anche per i minorenni e senza il permesso dei genitori, né dalla legge sui transgender. Una normativa che è un attacco alla privacy, all'integrità e all'uguaglianza degli spagnoli, che nega la realtà biologica, umilia e bullizza il sesso femminile e le donne, cercando di offuscare i concetti di uomo e donna per sostituirli con nuovi presunti diritti come l'autodeterminazione di genere.
Il 23 luglio c’è in gioco anche la promozione di politiche pubbliche che costruiscano una cultura della cura, dell'accompagnamento degli anziani e della protezione dei nascituri, o la continuazione della cultura dello scarto promossa da coloro che hanno approvato l'aborto e l'eutanasia. Non dimentichiamo che, per quanto riguarda la dignità della vita umana, è anche urgente affrontare con decisione il grave problema sociale del suicidio, la cui incidenza è aumentata costantemente negli ultimi anni, sino ad arrivare ad essere la prima causa di morte per i giovani dai 15 ai 29 anni. Segno che il bel sol dell’avvenire porta a conseguenze tragiche.
In materia di libertà educativa, sfregiata dai governi Sanchez, mentre il PSOE e il Sumar si impegnano a portare avanti la LOMLOE e a verniciarla con più ideologia gender e antistorica nelle aule scolastiche, il PP e Vox vogliono cambiarla, ma in modi diversi: il partito di Feijóo propone di riformarla radicalmente e quello di Abascal di sostituirla con una Legge nazionale sull'istruzione. In sintesi, come ha ben fatto il manifesto del giugno scorso di Comunione e Liberazione per le elezioni, il voto «deve sostenere una formula politica per…Valorizzare la famiglia come fattore essenziale di educazione, armonia e stabilità, e come ambiente privilegiato per la cura e la promozione della vita…Coesione sociale e sostenibilità del sistema di welfare, con una forte attenzione ai più vulnerabili: disoccupati di lungo periodo, immigrati, anziani soli, malati terminali e nascituri».