L'EDITORIALE
Sogno di una notte di fine estate
La speranza di una politica diversa, capace di guardare ai veri problemi del Paese. Così immaginiamo un pomeriggio d'agosto a Villa Madama: il premier prende la parola e annuncia le misure di cui l'Italia ha veramente bisogno....
Editoriali
01_09_2011
Potrebbe essere un sogno di fine estate. La speranza di una politica diversa, capace di guardare ai veri problemi del Paese. Immaginiamo così un pomeriggio d'agosto a Villa Madama.
Prende la parola il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. "Grazie. Quello di oggi è un incontro per molti aspetti eccezionale, ma che spero possa diventare una consuetudine all'interno del processo di crescita della nostra democrazia. Ringrazio quindi in particolar modo Pierluigi Bersani, Pier Ferdinando Casini, Antonio di Pietro e Gianfranco Fini che hanno accolto il mio invito e che nelle ultime settimane hanno partecipato anche attraverso gli esperti dei loro partiti all'elaborazione di alcune proposte comuni nell'interesse di tutto il paese.
Come ho voluto mettere in chiaro fin dall'inizio non si è voluto con questo superare o sconfessare il tradizionale confronto dialettico, nel rispetto dei ruoli, tra maggioranza e opposizione, ma tutti abbiamo convenuto come alcune necessarie modifiche di carattere costituzionale, cioè della legge fondamentale della nostra repubblica, richiedessero il più ampio consenso e la più convinta partecipazione di tutte le forze politiche. E questo per due motivi: in primo luogo perchè è interesse di tutti che l'architettura che regge il nostro stato sia la più razionale ed adeguata ai tempi, in secondo luogo perchè solo un'ampia convergenza parlamentare può permettere di varare modifiche costituzionali in tempi rapidi e senza attendere i tempi lunghi di un eventuale referendum.
Siamo riuniti quindi per ratificare, lasciatemi dire, solennemente, quella bozza di lavoro su cui è stata raggiunta un'ampia convergenza anche perchè raccoglieva proposte scaturite sia dalla maggioranza, sia dall'opposizione. Come sapete le modifiche principali riguardano lo snellimento dell'apparato statale anche per rispondere ad una esigenza particolarmente sentita dai nostri cittadini: quella di tagliare i costi della politica. Abbiamo quindi convenuto di ridurre alla metà l'attuale numero di deputati e senatori, di conferire alle regioni tutte le competenze "politiche" ora svolte dalle province, di fissare un limite ai rimborsi elettorali ai partiti, di facilitare le dismissioni del patrimonio pubblico inutilizzato. Per fare in modo che queste modifiche entrino in vigore prima della fine della legislatura vi chiedo in questa occasione di confermare l'impegno a sostenere il loro iter parlamentare: sarà questa la dimostrazione della nostra volontà comune di affrontare il maniera costruttiva i problemi del paese.
Questo metodo di lavoro, che ha dato i suoi frutti dal profilo costituzionale, non può certe essere allargato alla gestione ordinaria del governo e ai lavori parlamentari. Viviamo tuttavia un momento particolarmente difficile soprattutto dal profilo finanziario e abbiamo di fronte tre grandi esigenze: sostenere la credibilità internazionale, confermare la sostenibilità del nostro debito pubblico, garantire le migliori condizioni di fiducia per sfruttare tutte le opportunità per la crescita economica, premessa indispensabile quest'ultima anche per garantire una maggiore giustizia sociale.
Il Governo nella sua responsabilità ha presentato una manovra raccogliendo tuttavia anche le indicazioni delle opposizioni e delle parti sociali. E' una manovra indubbiamente ambiziosa che ci ha portato anche a rivedere alcune scelte che, in una situazione diversa, avevamo fatto in passato. Fatta salva una soglia di esenzione per i redditi più bassi abbiamo così reintrodotto l'Ici anche per la prima casa e aumentato la stessa Ici per le seconde case permettendo così ai Comuni di coprire la riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato centrale. Abbiamo inoltre anticipato i tempi di attuazione delle riforme pensionistiche e questo ci permetterà di ridurre gli oneri contributivi a carico delle imprese per permettere loro un forse piccolo, ma significativo, recupero di competitività. Sul fronte fiscale abbiamo elevato di un punto le aliquote per i redditi oltre i 30mila euro in modo anche da finanziare l'introduzione del quoziente familiare che permetterà un risparmio progressivo alle famiglie con due o più figli.
Quello che ha ispirato queste misure è stata la volontà di coniugare l'efficienza dello Stato con l'equità, di chiedere pochi sacrifici a tutti, ma cercando di creare le condizioni perchè si consolidi la fiducia delle famiglie, dei consumatori, dei risparmiatori come premessa indispensabile a un nuovo periodo di crescita. Solo la crescita può rendere sostenibile il nostro debito pubblico, un debito che non è nè di destra, nè di sinistra.
Comunque a fianco di queste misure continuerà l'impegno del Governo per contrastare l'evasione fiscale, per facilitare le attività economiche, per migliorare i rapporti con uno Stato che deve essere riconosciuto come parte dell'identità di una nazione e di ogni singolo cittadino.
E permettetemi un'ultima annotazione. Quello che stiamo compiendo è un passo in avanti nelle reciproca convinzione che in momenti particolari occorra uno scatto di volontà che superi i vecchi schemi e i consolidati pregiudizi. Siamo qui per costruire insieme perchè qualunque governo che uscirà dalla volontà degli elettori nelle prossime elezioni possa trovare un'Italia con meno problemi e con la valorizzazione di tutte le sue grandi potenzialità."
Il sogno finisce qui. La realtà purtroppo è un insieme di interventi scoordinati e velleitari in cui la dimensione della crescita rimane molto, troppo lontana.