Smom, in due bozze diverse lo scontro laici-professi
Continua la tensione interna all’Ordine di Malta. Il gruppo di lavoro del cardinal Tomasi sostiene la partecipazione dei professi al governo. Ma il contro-comitato del Gran Cancelliere la avversa e presenta una bozza con un criterio di rappresentanza basato sui soldi, quindi contrario al rinnovamento chiesto dal Papa. Oggi incontro importante a Roma.
Quella di oggi si annuncia come una giornata importante per il futuro del Sovrano Militare Ordine di Malta (Smom). In Vaticano, infatti, andrà in scena il secondo degli incontri voluti da Papa Francesco con i rappresentanti del comitato del Delegato Speciale (il cardinale Silvano Tomasi) e con quelli del governo centrale. In ballo c’è l’indirizzo della riforma costituzionale dello Smom che, così come delineata dal gruppo di lavoro messo in piedi dal cardinale Tomasi, non piace al Gran Cancelliere Albrecht Freiherr von Boeselager e ai suoi fedelissimi.
L’oggetto della discordia resta sempre la partecipazione dei professi al governo dell’Ordine, sostenuta da Tomasi nell’ottica di un mantenimento del carattere religioso e avversata dall’ala tedesca. Contrariamente a quanto aveva chiesto il Delegato Speciale, il contro-comitato per la riforma istituito dal Gran Cancelliere e affidato alla guida del libanese Marwan Sehnaoui ha continuato il suo lavoro e ha ‘partorito’ una proposta di Codice Melitense che è stato presentato al Papa lo scorso 26 febbraio. Questo testo, alternativo alla bozza già preparata dal gruppo di lavoro di Tomasi, non risulta essere stato portato al vaglio del Sovrano Consiglio.
Visionando la bozza del comitato Sehnaoui salta all’occhio il contenuto dell’articolo 156 per la composizione immaginata del Capitolo Generale, l’organo che riunisce i rappresentanti di tutti i ceti. La proposta, infatti, prevede una marginalizzazione dei professi che avrebbero 15 rappresentanti e introduce, inoltre, un’inedita modalità di rappresentanza per le Associazioni: non attraverso una valutazione del numero di opere ospedaliere svolte, ma in base al budget destinato a queste opere che - se superiore a 20 milioni di dollari - dà diritto a un delegato. Chi supera i 20 milioni di dollari, acquisirebbe un ulteriore delegato fino a un massimo di quattro. Un criterio che potrebbe apparire non troppo rispondente a quel “rinnovamento spirituale e morale” nell’ambito del processo di aggiornamento della Carta Costituzionale e del Codice Melitense chiesto sin dall’inizio dal Santo Padre.
È possibile che l’incontro di oggi, come ha detto il cardinale Tomasi in un’intervista al portale americano The Pillar, possa essere decisivo per “stabilire quale dovrebbe essere il progetto che sarà preso da tutte le parti come testo base per il lavoro successivo”. Si vedrà se l’ala tedesca, finora piuttosto allergica all’autorità del Delegato Speciale a cui il Pontefice aveva dato pieni poteri, saprà accettare un’eventuale indicazione papale corrispondente al contenuto della bozza prodotta dal gruppo di lavoro di Tomasi. Oppure se ci sarà un colpo di scena e la linea del comitato di Sehnaoui sarà premiata a dispetto di quella delineata nella bozza del team Tomasi, di cui è stato grande protagonista il gesuita padre Gianfranco Ghirlanda.