Slovacchia, verso un governo conservatore cattolico
Elezioni in Slovacchia: sconfitta di progressisti e socialdemocratici e la vittoria del movimento di Igor Matovic. Il magnate dei media usa metodi grillini per portare al governo una causa conservatrice, in difesa della famiglia naturale, contro la droga e contro le quote di accoglienza. Formerà lui il prossimo governo con partiti cattolici.
L'omicidio del giornalista investigativo Ján Kuciak e della sua fidanzata, avvenuto due anni fa nel comune di Veľká Mača e costato il premierato all'uomo forte della politica slovacca, Robert Fico, ha finito per condizionare anche l'esito delle elezioni legislative. Le urne, infatti, hanno premiato 'OL'aNO', il partito che più di tutti ha fatto della lotta alla corruzione un cavallo di battaglia.
La formazione, guidata dall'imprenditore Igor Matovič, ha distanziato di sette punti percentuali i socialdemocratici di SMER-SD, al potere da più di un decennio. L'ex partito di maggioranza ha pagato l'inchiesta sull'uccisione del reporter che ha visto la procura iscrivere al registro degli indagati il magnate Marian Kocner, considerato vicino ai socialdemocratici. Matovič, telegenico magnate della stampa, è riuscito a 'cavalcare' lo sdegno popolare suscitato dal crimine e a catturare il numero più alto di consensi grazie alla sua 'ricetta' basata su trasparenza e aumento della partecipazione. Ci è riuscito, puntando anche sullo strumento delle consultazioni online, sebbene 'OL'aNO' (sigla che sta per ‘Gente comune e personalità indipendenti’) non possa essere considerata una formazione 'grillina': fino a pochi mesi fa aveva aderito al gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei, al fianco dei Tories inglesi e dei Fratelli d'Italia della Meloni. Attualmente, invece, Peter Pollàk, l'unico suo eletto alle elezioni europee di maggio – alle quali 'OL'aNO' prese poco più del 5%, posizionandosi al sesto posto in patria – siede tra i banchi del PPE. Una scelta che esprime la volontà di una vocazione governativa e mette anche fiato sul collo al KDH, il Movimento Cristiano-Democratico senza più l'appeal elettorale degli anni '90 e tradizionale interlocutore slovacco nella casa popolare europea.
I cristiani-democratici, reduci da un buon 9,69% alle europee grazie al quale sono riusciti a strappare due seggi (uno scattato dopo la Brexit), pur condividendo lo stesso eurogruppo a Bruxelles, non saranno utili a Matovič nella formazione dell'esecutivo: non hanno superato, infatti, lo sbarramento del 5% (7% per chi si presentava in coalizione) e rimarranno senza rappresentanti al Consiglio nazionale. In pochi mesi, dunque, 'OL'aNO', nonostante i patti di non belligeranza, è riuscito a strappare non pochi consensi al KDH e lo ha fatto 'infarcendo' le liste di candidati espressione del mondo cattolico e con alle spalle una storia importante nel partito fondato dall'ex primo ministro, Ján Čarnogurský. Emblematico è il caso di Anna Záborská, ex europarlamentare del KDH ed ora candidata per la compagine di Matovič, vincitrice nel collegio di Prievidza con un programma tutto incentrato sui temi più cari all'elettorato conservatore del Paese: no alla ratifica della Convenzione di Istanbul accusata di mettere in discussione il principio costituzionale secondo cui l'unica unione è quella tra uomo e donna, netta opposizione all'introduzione delle partnership registrate tra omosessuali promesse dal governo uscente, aiuti e agevolazioni fiscali per le famiglie più numerose. Lo stesso Matovič ha saputo darsi un volto più 'conservatore' rispetto al passato, dichiarandosi indisponibile ad accordi pre e post-elettorali con chiunque fosse favorevole alle partnership registrate, alla legalizzazione delle droghe e alle quote obbligatorie per l'accoglienza dei migranti. Un orientamento andato di pari passo con l'impegno sulla trasparenza, sulla lotta alla corruzione, sulla riduzione dei privilegi. Tutte battaglie portate avanti attraverso un'efficace ed innovativa campagna mediatica che ha finito per avere successo nel Paese.
Le elezioni di sabato hanno determinato anche la clamorosa sconfitta della coalizione liberale Ps-Spolu, data dai sondaggi al 12% e che invece si è fermata di poco sotto la soglia dello sbarramento del 7%. Uno dei due partner di questa coalizione che esce a bocca asciutta dalle urne è 'Slovacchia Progressista', ovvero il partito di provenienza della presidente della Repubblica, Zuzana Čaputová, avvocatessa ecologista e favorevole alla causa pro-Lgbt. Il compito di formare un esecutivo, ora, spetterà al vincitore Igor Matovič che, a urne chiuse e dopo il riconoscimento della sconfitta del suo sfidante Pellegrini (SMER-SD) ha promesso di costituire “il miglior governo che la Slovacchia abbia mai avuto”. Lo scenario più probabile è che si formi un governo di centrodestra costituito da 'OL'aNO', da 'Sme Rodina' (8,24%), partito che lo scorso aprile aveva aderito al manifesto “Verso l'Europa del buonsenso” di Matteo Salvini, e dai liberali cristiani di 'SaS' (6,22%), alleati di Fratelli d'Italia in Europa nel gruppo dei Conservatori e Riformisti.