Sinodo: convertire l'Amazzonia o cambiare la Chiesa?
Nel documento pre sinodale la formula delle diaconesse è praticamente pronta come quella dei viri brobati. Formule che rischiano di estendersi, dato che il sinodo si terrà a Roma. Baldisserri, segretario generale del sinodo, ha spiegato: «Anche se il tema si riferisce ad un territorio, le riflessioni che lo riguardano superano l’ambito regionale, perché attingono tutta la Chiesa».
Il sinodo Panamazzonico che la Chiesa dedica ai popoli che abitano il cosiddetto polmone verde del pianeta, si preannuncia portatore di novità in campo ecclesiale. Non sono solo temi di carattere ambientale ad essere al cuore del sinodo speciale che si terrà a Roma nell’ottobre 2019, ma si tratteggia un volto ad hoc per la chiesa ammazzonica.
È il numero 14 del Documento Preparatorio dell'Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi, presentato ieri in Vaticano, a introdurre una pista che potrebbe portare diritto verso l’ordinazione al sacerdozio dei «viri probati», uomini sposati di provata fede, e anche alla definizione di un ruolo specifico per le donne.
La seconda parte del testo si chiude con la necessità dell’ascolto di un «gemito», quello di migliaia di comunità private dell’Eucaristia domenicale per lunghi periodi», come aveva già rilevato il sempre citato Documento di Aparecida del 2007. È questo «gemito» e la conseguente fame eucaristica che aiutano a comprendere ciò che viene scritto nel n. 14 della terza parte del testo, quella «dell’agire». Occorre, infatti, «progettare nuovi cammini affinché il Popolo di Dio possa avere un accesso migliore e frequente all’Eucaristia, centro della vita cristiana».
Per questo si individua la priorità di «proporre nuovi ministeri e servizi per i diversi agenti pastorali, che rispondano ai compiti e alle responsabilità della comunità» e anche «individuare quale tipo di ministero ufficiale possa essere conferito alla donna». Il tema è chiaro: siccome ci sono pochi sacerdoti e il territorio è enorme, per poter celebrare l’eucaristia sempre e frequentemente si apra al sacerdozio per uomini sposati e di provata fede, i «viri probati» appunto, e poi ad essi si potrebbero affiancare le diaconesse, da tempo allo studio nelle stanze vaticane.
Anche se recentemente il cardinale di fresca nomina monsignor Ladaria Ferrer, prefetto all’ex Sant’Ufficio, ha sbarrato la strada alle donne prete, la formula delle diaconesse, donne con una funzione non ministeriale, ma in qualche modo istituzionalizzata, è praticamente pronta. E il sinodo panamazzonico potrebbe essere l’occasione per lanciarla. Allo stesso modo potrebbe accadere per questa forma di sacerdozio cattolico sposato che andrebbe ad essere attuata ad experimentum, ma che nello medesimo tempo rappresenterebbe una apripista per altre realtà ecclesiali che volessero attuarla. C’è già un esempio anche in Europa costituito dalla chiesa tedesca, come ebbe ad esprimere lo stesso cardinale Rehinard Marx, capo dei vescovi di Germania, in vari interventi a mezzo stampa. La carenza dei sacerdoti sarebbe risolta, dicono i prelati che spingono per questa soluzione, in primis il cardinale brasiliano Claudio Hummes, con i «viri probati», un forma soft di sacerdozio per uomini sposati. Un primo passo che si compirebbe per la «chiesa dal volto amazzonico», ma che potrebbe fare da gancio di traino per molte altre realtà ecclesiali soprattutto del centro nord europa.
Il fatto stesso che il sinodo speciale per l’Amazzonia si tenga a Roma è significativo, innanzitutto per l’enorme eco che qualsiasi decisione potrebbe avere, superando di gran lunga i confini della realtà locale. Lo stesso cardinale Lorenzo Baldisserri, Segretario generale del sinodo, lo ha spiegato presentando il documento. «Anche se il tema si riferisce ad un territorio specifico, come la Panamazzonia – e per questo motivo si parla di “Sinodo Panamazzonico” – le riflessioni che lo riguardano superano l’ambito regionale, perché esse attingono tutta la Chiesa e anche il futuro del pianeta».
Il nobile sforzo per evangelizzare l’Amazzonia, con tutte le sue peculiarità territoriali e sociali, viene ripetutamente espresso nel documento parlando di edificare una chiesa «dal volto amazzonico», ma si corre il rischio che dall’evangelizzazione dell’Amazzonia si finisca per “amazzonizare” la Chiesa.