Sinodo Amazzonia, ci sono quattro Tesi "non cattoliche"
Un breve documento firmato da numerosi vescovi e preti sintetizza le quattro Proposizioni gravemente erronee contenute nel documento di lavoro del Sinodo sull'Amazzonia che inizierà il prossimo 6 ottobre. La relativizzazione della Rivelazione cristiana; l'adozione di riti religiosi indigeni e l'adeguamento del rito eucaristico alla cultura locale; l'Amazzonia come fonte teologica al pari della Scrittura o dei Concili; lo stravolgimento del senso dell'ordine sacerdotale: sono questi i punti critici, che i firmatari chiedono al Papa e ai padri sinodali di correggere. Diffuso dal "Gruppo di lavoro Coetus Internationalis Patrum", abbiamo però ritenuto di non pubblicare i nomi dei firmatari per evitare loro - visto il clima che si respira nella Chiesa - le più che probabili ritorsioni.
- IL TESTO DEL DOCUMENTO IN INGLESE e SPAGNOLO
- IL CARDINALE UROSA: QUANDO PARLIAMO DI EVANGELIZZAZIONE? II ESPAÑOL
Quattro proposizioni dell'Instrumentum Laboris per il Sinodo dell'Amazzonia che sono gravemente erronee e contraddicono la dottrina cattolica in alcuni punti essenziali. Sono quelle contenute nel documento che segue, presentato dal "Gruppo di lavoro Coetus Internationalis Patrum", rivolto al Papa e ai padri sinodali, e che ha raccolto l'adesione di numerosi sacerdoti e vescovi di diversi paesi del mondo, preoccupati dall'indirizzo che si vuole dare al Sinodo dell'Amazzonia.
La relativizzazione della Rivelazione cristiana; l'adozione di riti religiosi indigeni e l'adeguamento del rito eucaristico alla cultura locale; l'Amazzonia come fonte teologica al pari della Scrittura o dei Concilii; lo stravolgimento del senso dell'ordine sacerdotale: sono queste le tesi contenute nell'Instrumentum Laboris che - dice il documento - sono "inaccettabili". E insieme agli errori sostenuti dall'Instrumentum Laboris si citano i documenti magisteriali da questi contraddetti. Si tratta di un documento sintetico ma dal contenuto molto denso, che in realtà riassume e precisa gli allarmi già lanciati da diversi cardinali e vescovi: basti ricordare le recenti prese di posizione dei cardinali Müller, Burke, Brandmüller, Sarah, Urosa Savino e di numerosi vescovi.
In questo caso abbiamo ritenuto di non rendere pubblici i nomi dei firmatari, per evitare loro ritorsioni. Ci rendiamo conto che si tratta di una situazione paradossale, se per affermare le verità che la Chiesa cattolica ha sempre annunciato, si deve ricorrere all'anonimato. Papa Francesco ha più volte invitato a un dialogo aperto, ma si deve fare i conti con la realtà che dice tutt'altro. Abbiamo ormai visto e rivisto la sistematica emarginazione o epurazione di cardinali, vescovi, sacerdoti e perfino laici che non sono perfettamente allineati al "nuovo paradigma", di cui l'Instrumentum Laboris per il Sinodo dell'Amazzonia è solo un'espressione. Le vicende dell'Istituto Giovanni Paolo II per il Matrimonio e la Famiglia sono state soltanto l'ultimo eclatante esempio. Evitiamo perciò di esporre altri vescovi e sacerdoti a ritorsioni, contando invece sul fatto che si possa - almeno una volta - confrontarsi seriamente sui contenuti del documento. (R.Cas.)
AL PAPA E AI PADRI SINODALI
Noi, numerosissimi prelati, sacerdoti e fedeli cattolici di tutto il mondo, facciamo presente che l'Instrumentum Laboris preparato per la prossima assemblea del Sinodo pone seri interrogativi e desta gravissime riserve, per la sua contraddizione sia con singoli punti della dottrina cattolica sempre insegnata dalla Chiesa, sia con la fede nel Signore Gesù, unico Salvatore di tutti gli uomini. Ne abbiamo tratto, secondo il metodo classico, quattro proposizioni in forma di "tesi", riportando i termini del documento. In coscienza e con molta franchezza, l'insegnamento che essi trasmettono è inaccettabile.
1. La diversità amazzonica, soprattutto religiosa, evoca una nuova Pentecoste (IL 30): rispettarla è riconoscere che ci sono altri cammini di salvezza, senza riservarli esclusivamente alla propria fede. Gruppi cristiani non cattolici insegnano, d’altronde, altre modalità di essere Chiesa, senza censure, senza dogmatismi, senza discipline rituali, forme ecclesiali (IL 138), di cui la Chiesa cattolica dovrebbe integrare alcune. È distruttivo dello stesso credo riservare la salvezza esclusivamente al proprio credo (IL 39).
Contro, tra altri: Dominus Jesus, 14 e 16.
2. L’insegnamento della teologia pan-amazzonica, che tenga conto specialmente dei miti, dei riti e celebrazioni delle culture d’origine, è richiesto in tutte le istituzioni educative (IL 98 c 3). I riti e le celebrazioni non cristiane vengono proposti come «essenziali per la salute integrale» (IL 87) e si chiede di «adattare il rito eucaristico alle loro culture» (IL 126 d). Sui riti: IL 87, 126.
Contro: Dominus Jesus 21.
3. Tra i luoghi teologici (cioè tra le fonti della teologia, come la Sacra Scrittura, i Concili, i Padri) si trovano il territorio [dell’Amazzonia] e il grido dei suoi popoli (IL 18, 19, 94, 98 c 3, 98 d 2, 144).
Contro: Dei Verbum 4, 7, 10.
4. Viene suggerito di conferire l’ordinazione a persone anziane, che abbiano famiglia, e di conferire “ministeri ufficiali” a delle donne. Si propone così una nuova visione dell’ordine che non proviene dalla Rivelazione, ma dagli usi culturali dei popoli amazzonici (che prevedono, tra l’altro un’autorità a rotazione). Si dovrebbe allora fare una separazione tra il sacerdozio e il munus regendi (IL 129 a 2, 129 a 3, 129 c 2).
Contro: Lumen gentium 21, Presbyterorum ordinis 13, Pastores dabo vobis 26;
ed inoltre contro: Sacerdotalis cælibatus integre e spec. 21 e 26, Ordinatio sacerdotalis 1, 3 e 4; Pastores dabo vobis 29.