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a cura di Stefano Chiappalone

riparazione

Si moltiplicano i furti sacrileghi

Ieri mattina è stata trafugata una pisside con il Santissimo Sacramento a Prato, poche settimane fa un fatto analogo a Pozzuolo Martesana. Gesti tutt'altro che "tenui", poiché profanano il più grande tesoro della Chiesa, Dio stesso, e offendono la sensibilità dei credenti.

Borgo Pio 28_01_2023

Sarebbe un fatto di poco conto trafugare ostie consacrate secondo il tribunale di Varese che come descritto qui su La Bussola ha assolto l'autore del furto sacrilego avvenuto nella chiesa di Muceno nell'autunno 2020 motivando la sentenza con la "tenuità" del fatto.

Ieri mattina un nuovo episodio a Prato, nella basilica di San Vincenzo e Santa Caterina de' Ricci. Una brutta sorpresa attendeva le domenicane claustrali: «Ci siamo rese conto del furto dopo aver visto il tabernacolo sfondato, poi siamo andate a vedere le immagini delle telecamere e abbiamo capito cosa era successo», è il racconto di suor Anna Ferro riportato da La Nazione, sottolineando che non è importante la pisside d'argento, ma il "contenuto", pregando chiunque ne avesse notizie di aiutare a ritrovarlo. Nell'appello della religiosa sembra di risentire l'eco del Cantico dei Cantici: «...voglio cercare l'amore dell'anima mia. L'ho cercato, ma non l'ho trovato» (Ct 3,2).

In attesa di identificare il colpevole grazie alle telecamere, il vescovo di Prato, mons. Giovanni Nerbini, ricorda la gravità del gesto: «Fatti di questo genere sono gravissimi e dimostrano il benché minimo rispetto per la fede e per il sacro. Sono molto amareggiato. Stiamo pensando a una preghiera o a una Messa di riparazione per quello che è successo, occorre ripristinare il senso primo della presenza dell’Eucarestia in mezzo a noi».

Una Messa di riparazione è stata celebrata per un fatto analogo a Pozzuolo Martesana, nel Milanese, dove il 7 gennaio è stato rubato il tabernacolo con le particole consacrate custodite all'interno. La testata locale Prima la Martesana riporta le parole del parroco don Daniele Caspani: «Il danno più grave è il furto dell’Eucarestia, di averla rubata e profanata. Una situazione che insegna molto poiché dobbiamo chiedere al Signore di aiutarci a diventare persone che sanno aggiustare», cominciando dal "riparare" in prima persona.

Fatti tutt'altro che "tenui", dunque, di cui invece i ladri sembrano – paradossalmente – più capaci di cogliere l'importanza, tant'è che (purtroppo) continuano a rubare e profanare il più grande tesoro della Chiesa.