Sgarbi: «Denuncerò i carabinieri, il Governo ci ha tolto le libertà»
Intervista a Sgarbi: «Farò rispondere il Governo sull'interruzione della Messa di Soncino. Denunciare i carabinieri è un atto morale». Interrogazioni parlamentari anche di Pagano (Lega) per i casi di Rocca Imperiale e Cerveteri e al Senato di Aimi (FI). Il critico d'arte bacchetta le gerarchie: «Indegno il vescovo di Cremona che ha scaricato don Lino, ma è calato il silenzio della Chiesa mentre la piazza vuota di San Pietro testimonia la vittoria dello scientismo sulla fede».
Non li chiama «capre», ma «tangheri». Per il resto è il Vittorio Sgarbi di sempre. Va a finire che sarà il vulcanico critico d’arte, oggi parlamentare di Forza Italia, a denunciare i carabinieri della stazione di Soncino che domenica hanno interrotto la Messa di don Lino Viola. E lo farà nell’ambito di un’attività ispettiva parlamentare da lui avviata con un’interpellanza alla Camera e un’interrogazione al Senato del collega azzurro Enrico Aimi. E con loro, a tenere marcato il Governo sulla compromissione della libertà religiosa, ci sarà anche Alessandro Pagano (Lega) che in un’interrogazione scritta cita i casi di Cerveteri e Rocca Imperiale per chiedere al Governo di consentire la ripresa delle funzioni civili e religiose.
La dolorosa historia delle chiese, delle Messe sospese e soprattutto degli abusi delle forze di polizia che hanno interrotto e umiliato ministri del culto nel corso del loro ufficio, compiendo abusi, in alcuni casi reati e sempre un sacrilegio, è diventata politica con l’intervento – finalmente dopo due mesi – di tre parlamentari. Con l’abbandono dei vescovi, che si affidano sottomessi al Governo e sperano che siano i fedeli a escogitare una soluzione, a tenere alte le insegne dei diritti di Dio e dei fedeli ci pensano tre laici. Non deve sorprendere: con la rotta degli Apostoli, a reclamare il corpo di Gesù da Pilato andarono due ricchi, “laici” e soprattutto ben introdotti israeliti.
«Tante libertà stanno venendo meno», spiega Sgarbi alla Nuova BQ al termine della sua diretta Fb nel corso della quale ha letto la nostra intervista a don Lino Viola.
Sgarbi, a cominciare da quella religiosa?
Quando ho visto il video con questi “tangheri” ho capito subito che bisognava intervenire a livello parlamentare.
Che cosa farà?
Anzitutto un’interrogazione parlamentare e in secondo luogo una denuncia.
Una denuncia?
Bisogna segnalare il fatto in Procura e io sono disponibile a farlo. Credo che sia un dovere morale. Il metodo che hanno utilizzato quei carabinieri per fermare la Messa se lo devono scordare, non siamo più alla stagione dell’olio di ricino…
«Le messe non si interrompono, non siamo in un regime»
Nell’interrogazione parlamentare invece…?
Chiederò al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e al ministro della Difesa Lorenzo Guerini (laureato alla Cattolica, ndr) che provvedimenti intendono prendere.
Secondo lei?
Beh, considerato che sono stati violati l’articolo 19 della Costituzione, l’articolo 405 del Codice penale e persino il Codice di diritto canonico direi proprio che dei provvedimenti serviranno.
Al momento però l’unico che rischia la multa è don Lino…
Un eroe, don Lino. Ribadisco: un e-ro-e! Ha patito sulla sua pelle una molestia da parte di disturbatori, ma lui ha reagito con una dignità sacerdotale encomiabile. Non è mai esistito nella storia della Chiesa.
Beh, in Messico, in Spagna nel 1936 e forse da qualche parte in Cina o in Unione Sovietica…
Appunto, stiamo parlando di regimi totalitari. E nemmeno dei nazisti… Per questo ho pensato alla denuncia penale nell’ambito della mia legittima attività di ispezione parlamentare.
Non per “scaricare” Arma e Polizia da eventuali responsabilità, ma forse il problema è nel manico. Tutto parte dalle parti di Palazzo Chigi dove sono stati scritti i DPCM…
È chiaro che non mi sogno minimamente di mettere in discussione l’operato dei nostri carabinieri, ma su questi episodi “da tangheri” bisogna andare a fondo. Per questo chiedo conto al Governo.
Che cosa sta succedendo in Italia? C’è un problema di libertà assenti?
Altroché: c’è una violazione dei diritti elementari, che contradice la Costituzione e che ha un effetto più perverso perché non è stata accettata come un’imposizione da parte di uno Stato totalitario che fa un arbìtrio, ma attraverso una perversa persuasione psicologica sulla popolazione che diversamente si ribellerebbe in strada.
Eppure, c’è un rischio sanitario reale…
Mi attaccavano perché mettevo in discussione il rischio reale, ma io dicevo solo di stare in guardia perché non si può credere a tutto, anche all’aria inquinata dal virus. Il fatto che il governo non abbia saputo distinguere l’assembramento dalla passeggiata solitaria al mare ci dà la cifra esatta del diktat su cui si inchiodano 60 milioni di cittadini.
«60 milioni di italiani inchiodati al diktat #iorestoacasa, persuasione occulta»
Se è per questo abbiamo avuto anche l’aneddotica dell’#iorestoacasa…
Un’altra misura di una persuasione occulta, attraverso cui ci hanno convinto che per guarire dal mal di testa bisogna tagliarla. Bella forza.
Quali libertà vede che stanno venendo meno?
Condivido la battaglia di Paolo Becchi, il filosofo che scrive su Libero. È stato multato mentre andava a prendere delle medicine. Ma fra poco cambierà…
Cioè?
Ha letto le agenzie?
Cosa?
Il presidente del tribunale della Val d’Aosta ha definito “illeciti inesistenti” le passeggiate. Si sta alzando la voce della magistratura e mi immagino a breve molte vertenze in Corte Costituzionale per l’incostituzionalità di molti degli ultimi decreti.
Non trova che ci sia ancora troppo silenzio?
C’è troppo silenzio sulle libertà bloccate. Prenda la libertà di impresa.
«Chiesa in silenzio, lo scientismo prevale sulla fede»
Sì…
Abbiamo bloccato l’industria italiana sulla base di un virus di cui non conosciamo bene la pericolosità che si è manifestata soprattutto in Lombardia. Bisognava risolvere le problematiche in maniera correlata alle problematiche che via via emergevano a livello locale. Nel frattempo, mentre toglieva la libertà, il Governo non eletto ha messo in campo misure inadeguate.
E la Chiesa come la vede?
Mi stupisce il silenzio della Chiesa di fronte al fatto che avremo per un bel po’ una libertà religiosa sottoposta a dei limiti, ma pare che ai vescovi vada bene così. Come testimonia l’indegno atto di accusa del vescovo di Cremona che non ha difeso il povero don Lino, anzi lo ha scaricato.
Si aspettava qualcosa di diverso?
Il Papa, nella piazza San Pietro vuota, ha dato la misura di tutto: un popolo talmente impaurito e una Chiesa interamente subordinata alla scienza, in una condizione di ancella che non ha nessuna possibilità di mantenere la propria autonomia. Quella piazza doveva essere piena. E non vuota. Eppure, era vuota perché, seguendo lo scientismo, ha sacrificato la fede.