Sesso libero e paranoie sul cibo: paradossi moderni
Per millenni la sessualità è stata oggetto di regole e il cibo ha avuto (a parte i digiuni) il via libera su tutto. Ora le parti si sono invertite. Sull’alimentazione si sono diffuse mille restrizioni, spesso ideologiche, mentre chi chiede che la sessualità sia secondo natura passa per “oscurantista”.
Lo stretto rapporto che lega cibo e sesso non è certo una novità: tema frequentatissimo da romanzetti e filmetti francesi, fra ostriche e cioccolato al peperoncino, viene sempre visto, tuttavia, in chiave edonistica. È un peccato, perché il binomio propone riflessioni ancor più interessanti: dopotutto le funzioni fisiologiche più importanti per la sopravvivenza non sono forse la nutrizione e la riproduzione?
Il paradosso è che per alcuni millenni la sessualità è stata oggetto di restrizioni, divieti, sensi di colpa, regole e cavilli che hanno tentato di disciplinare le attività sotto le lenzuola di miliardi di persone, mentre sull’alimentazione - a parte qualche digiuno alle feste comandate - c’è sempre stato il via libera su tutto, anarchia più completa (con tutti i danni del caso). Da pochi decenni i ruoli si sono invertiti: sul cibo mille paranoie, regole, restrizioni non solo salutistiche, ma anche di natura etico-morale, mentre invece sul sesso via libera alle orge di Eliogabalo. Chiunque osi proporre un poco di autocontrollo e di gestione per la sfera sessuale, un minimo di etica e rispetto per la natura, viene subito fatto fuori con la solita accusa -mortalmente ripetitiva - di essere “medievale e oscurantista” (o “sfigato”, come sostiene il gay-friendly ministro Di Maio).
Certo, le recenti dichiarazioni di Bergoglio sul fatto che la Chiesa “sarebbe ossessionata dal sesso” non aiutano. Anche perché, ovviamente, i giornaloni hanno fatto passare il prevedibile messaggio: “Tranquilli ragazzi, il papa ha detto «Fiesta!»”. Ma vabbè, ormai siamo abituati
A parte questo, il paradosso più evidente è che sull’alimentazione si fa un continuo riferimento al “ritorno alla natura” e alla “genuinità”: il pollo deve essere allevato a terra, con mangimi biologici; il grano, si raccomanda, quello “antico” non modificato geneticamente; sì al salmone selvaggio e no a quello allevato. Poi però i cattolici che criticano i rapporti sessuali contro natura, che si oppongono al blocco dello sviluppo sessuale per i ragazzi o alle mostruose operazioni per il cambiamento di sesso, vengono derisi, messi in croce e ostracizzati.
W la natura, w l’ecologia, w gli animaletti proiettati su San Pietro… E poi? L’uomo è un animale come gli altri, discende dalla scimmia, e poi? Sì al marchio Dop, Doc, Igp, Stg per il formaggio di fossa, il lardo di Colonnata e il culatello di Zibello (con un’attenzione alla tradizione e alla filologia che nemmeno il ciambellano della casa imperiale giapponese) e poi, per l’antico matrimonio religioso e la famiglia naturale, orrore e raccapriccio!
Farinetti vestito di paramenti mortadelleschi pontifica come un ayatollah sull’asparago bianco di Cimadolmo, ma il vescovo Tizio che fa la guardia al bidone di benzina della dottrina cattolica viene trascinato nel fango delle strade.
Una pietà da prefiche per il “genocidio” degli agnelli sacrificati sotto Pasqua e i tacchini del Giorno del Ringraziamento e poi di sei milioni di bambini abortiti non gliene importa niente a nessuno. E se qualcuno realizza un portachiavi a forma di feto, crisi isteriche ovunque.
L’orrore per la pratica dell’ingozzamento delle oche e il boicottaggio del foie gras, mentre le pratiche sessuali più ripugnanti e violente vengono viste con divertimento e curiosità e restano a portata di click per i nostri ragazzi. No ai cibi industriali che snaturano il cibo e lo rendono simile a una droga, ma sì alla prostituzione e alla pornografia. E poi mille regole autoimposte, mille rinunce e privazioni: no alla carne, no al latte, no allo zucchero, al sale, no ai carboidrati, attenzione alla lecitina dei legumi, mentre chi decide di arrivare vergine al matrimonio viene fatto oggetto dello scherno più grossolano. Si potrebbe andare avanti a lungo…
Il bello è che se nessuno si sogna di accusare i dietologi di essere oscurantisti e bigotti perché mettono giustamente in guardia sull’abuso di pasta e bibite gassate, i preti, gli psicologi e i credenti che raccomandano sobrietà sessuale (ormai sono rimasti in pochi) vengono maciullati dai media. Silvana De Mari, che, da medico, ha osato esplicitare i rischi per la salute derivanti dall’erotismo gay, è stata quasi cacciata dall’ordine professionale.
Allora: adesso anche basta. È il momento di uno scatto d’orgoglio. ‘Medievale’ non è chi propone una forma di gestione e autocontrollo su una qualsiasi funzione fisiologica, bensì chi ancora nel 2019 continua a propalare uno stolido libertinismo anarchico sessantottino pur con i danni evidentissimi che queste condotte producono. Non c’è alcun bisogno di tirare in ballo la fede o la morale per comprendere come la sfera sessuale sia strettamente connessa non solo alla salute fisica, ma anche al benessere psicologico. Si può senz’altro discutere su quali siano le migliori strategie per tutelare tale equilibrio - così come nell’alimentazione ci sono varie scuole di pensiero - ma bisogna smetterla di avere un approccio adolescenzialmente ribelle alla tematica.
L’educazione sessuale non può essere: “Mettiti il preservativo, sennò ti ammali”. Sarebbe come dire ai ragazzi: mangiate quello che volete, purché dopo andiate a vomitare o prendiate il Kilocal per non assorbire zuccheri e grassi. Questa non è educazione alimentare, come quella non è educazione sessuale.
A proposito di contraccezione, vale la pena di citare il gustoso aneddoto del “Toujour perdrix” di Luigi XIV, che già quattro secoli fa accomunava cibo e sesso. Il Re Sole, nonostante il matrimonio con la ventiduenne Maria Teresa d’Asburgo, aveva uno stuolo di amanti e favorite. La cosa era molto criticata dal cardinale Mazzarino che lo ammorbava con continue ramanzine. Fu così che il sovrano cominciò a invitare a pranzo il porporato, facendogli servire tutti i giorni il suo piatto preferito: le squisite pernici (perdrix) ripiene. Dopo una settimana, notando che a Mazzarino le pernici erano ormai venute alla nausea, il Re gli disse: “Cardinal, vous avez toujour perdrix, e moi toujour reine…” (voi avete tutti i giorni pernice e io tutti i giorni la regina).
E allora, a meno di non voler recuperare il maschilista, asimmetrico libertinismo di Luigi XIV, relegando la propria compagna a mera portatrice di corna, appare abbastanza evidente che se, grazie alla contraccezione artificiale, una coppia può unirsi tutti i giorni del mese senza dover pagare lo “scotto” di una gravidanza, molto probabilmente l’appetito e l’attrazione sessuale scemeranno col tempo, per il solito meccanismo della sazietà. Quindi, chi propone una forma di autocontrollo, di “dietologia sessuale” basata sull’astinenza e sui metodi naturali dimostra, anche sotto questo aspetto, una consapevolezza molto maggiore e una ben diversa attenzione al rispetto della natura e alla tutela dell’amore di coppia. Altro che “medioevo” e oscurantismo!