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la lettera

Senza "padre" e "madre" anche la fede perde di significato

Simone Pillon ci invia il testo della sua lettera indirizzata al cardinale Matteo Zuppi dopo l'endorsement di Luciano Moia su Avvenire alla recente sentenza della Cassazione.

Eminenza card. Zuppi
Le scrivo nella sua qualità di presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
È normale che sul quotidiano dei vescovi, pagato con le offerte dei fedeli, si leggano articoli come questo, che giungono a giustificare la sostituzione di mamma e papà con genitore 1 e 2?
Ma quale assist educativo? Ma quale realismo? C'è gente che compra figli con l'utero in affitto e noi li legittimiamo sui documenti di identità togliendo "padre" e "madre"?
A parte le questioni civili, resta che senza le parole Padre e Madre, tutta la nostra fede perde significato. Che facciamo? Recitiamo il "Genitore 1 nostro che sei nei Cieli"? O la "Santa Maria, genitore 2 di Dio"?
Sostituiamo il quarto comandamento con: "Onora il tuo genitore 1 e il tuo genitore 2 e la madre surrogata"?
Difendere la famiglia è soprattutto difendere l'idea stessa di mamma e papà.
Una volta ce lo insegnavate voi, ricorda? È scritto dappertutto, nella Bibbia, nel Catechismo, negli insegnamenti di tutti i papi, Francesco compreso.
La domanda pertanto sorge spontanea: Avvenire è ancora un quotidiano cattolico, o è un supporto eco-sostenibile per incartare il pescato del giorno?
Propendo per la seconda, ma mi auguro vorrà convincermi del contrario.
Buona Settimana Santa e grazie se vorrà rispondermi.

Simone Pillon