Sentinelle aggredite. Il silenzio spaventa i violenti
Veglia nazionale delle Sentinelle in Piedi: più di 10mila persone hanno manifestato in silenzio, leggendo libri, in difesa della libertà di espressione e della famiglia naturale contro la prossima legge anti-omofobia. E allora si scatena la violenza delle contro-manifestazioni. Un prete aggredito a Rovereto di Gianluca Helfer
All’indomani della grande veglia nazionale organizzata dalle Sentinelle in Piedi nella giornata di ieri sarebbe bello poter parlare solo del grande risultato raggiunto: più di 10.000 persone hanno riempito le piazze di 100 città italiane da nord a sud (si tratta di dati ancora provvisori) per testimoniare ancora una volta che in Italia esiste un popolo che non ci sta a piegarsi di fronte all’avanzata di leggi che minacciano la libertà d’espressione e la famiglia.
E invece la cronaca ha nuovamente fatto registrate in tutta Italia episodi di intolleranza nei confronti delle Sentinelle da parte di sigle della sinistra estrema, dei centri sociali e da militanti LGBT. Nel migliore dei casi i veglianti sono stati “solo” pesantemente insultati, mentre in alcune piazze si è arrivati al linciaggio vero e proprio.
È il caso di Rovereto, dove i veglianti hanno subito un’aggressione che ricorda da vicino i peggiori metodi dello squadrismo d’altri tempi. Mentre gli organizzatori erano intenti a preparare la piazza per la veglia, ecco arrivare un gruppo di una ventina di giovani identificati come anarchici che distruggono il loro materiale e aggrediscono fisicamente le Sentinelle: uno di loro ha subito la rottura del setto nasale, mentre un sacerdote, ha avuto una lesione alla testa e due giorni di prognosi.
Ha del surreale anche il caso di Bologna, dove più di cento Sentinelle hanno vegliato in un clima da vera e propria guerriglia urbana. «Mentre ci stavamo predisponendo per la veglia è giunto in piazza un corteo formato da militanti di Rifondazione comunista e dei centri sociali che hanno subito cercato di sfondare il cordone formato dagli uomini della polizia per proteggerci», racconta il portavoce Gianluigi Veronesi. «La situazione è precipitata al punto che la polizia è stata costretta a caricare, mentre i contromanifestanti hanno cominciato a lanciare sui veglianti fumogeni e razzetti da stadio che hanno raggiunto alcune sentinelle». Seppure in un clima surreale, le Sentinelle si vedono costrette ad anticipare l’inizio della veglia, cosa che scatena una fitta pioggia di uova e bottiglie da parte degli antagonisti: «Molti veglianti sono stati imbrattati e una bottiglia ha letteralmente sfiorato una bambina di sei anni».
I veglianti a questo punto si sono trovati praticamente in trappola: «dietro di noi avevamo la cattedrale di San Petronio, mentre eravamo chiusi su tutti i lati, con alcuni di noi che si sono trovati vicinissimi ai contromanifestanti: hanno vomitato bestemmie e ingiurie di ogni tipo», racconta Gianluigi. «Circa 80 persone non hanno potuto raggiungere la piazza per il caos, mentre molte famiglie con bambini sono state costrette a uscire. Una mamma che spingeva una carrozzina con un bambino di un anno è stata coperta di insulti e sputi: questo è il fatto che più di tutti ci ha addolorato».
Le Sentinelle si sono viste costrette a concludere la veglia anzitempo e solo l’intervento della polizia ha permesso ai veglianti di lasciare la piazza indenni. «Le Sentinelle non hanno ceduto ad alcuna provocazione: abbiamo visto negli occhi dei veglianti molto orgoglio e tenacia. Molti hanno espresso il desiderio di partecipare più attivamente all’organizzazione».
Mentre in altre città italiane la veglia è proseguita senza troppi problemi, sono diversi gli episodi di aggressione simili a quelli di Bologna e Rovereto in cui la veglia ha scatenato la rabbiosa reazione dei contestatori.
È successo anche a Torino dove gli antagonisti hanno circondato i 200 veglianti protetti dalle transenne degli uomini delle forze dell’ordine, come racconta Daniele Barale. «Per tutta la durata della veglia ci hanno insultato, ci hanno definito fascisti e omofobi e ci hanno invitato a restarcene nelle chiese e non in piazza», il che fa pensare a una curiosa analogia con il ddl Scalfarotto che vorrebbe relegare l’espressione della libertà di opinione all’interno di chiese e associazioni. «I contromanifestanti hanno poi provato a sfondare le transenne della polizia (che è stata impeccabile) e a rompere il nostro banner. Si sono anche organizzati per andare a prendere di mira diverse personalità come un rappresentante locale del Movimento per la Vita. Per tutto il tempo le Sentinelle sono rimaste impassibili».
Nessuna aggressione invece a Milano, dove però la veglia silenziosa di 400 Sentinelle è stata disturbata da militanti LGBT che con un megafono hanno urlato volgarità e oscenità di ogni tipo. Pesanti contestazioni si sono registrate anche a Genova dove 200 contromanifestanti hanno invaso le fila delle sentinelle, portando anche dei cani che hanno colpito una vegliante, per non parlare dei casi di Trieste, Pisa, Napoli e di altre città d’Italia.
Da parte loro le Sentinelle hanno mantenuto ovunque lo stile pacifico e silenzioso che le contraddistingue, rifiutandosi di reagire alle provocazioni e ribadiscono che «queste contestazioni mettono il luce l’enorme inganno che le politiche LGBT portano avanti, ovvero quello di creare una contrapposizione tra omosessuali e eterosessuali. Non è l’orientamento sessuale a definire un individuo, ma la sua integrità. Parlare di omosessuali» continuano le Sentinelle «come se fossero una categoria uniforme è il primo modo di creare una divisione e una disuguaglianza. Non tutte le persone con tendenze omosessuali infatti si riconoscono nei diritti rivendicati dagli attivisti LGBT. E anche quelli che ci si ritrovano per noi non sono nemici da combattere ma persone come le altre a cui aprire gli occhi».
In sostanza questa prima grande veglia nazionale è servita una volta di più a farci rendere conto che manifestare in silenzio a favore della famiglia naturale e del diritto di ogni bambino ad avere un padre e una madre è sufficiente oggi per essere definiti omofobi da detestare e ridurre al silenzio con le buone o con le cattive.
È servita a farci capire che è questa la sfida del presente, riaffermare con decisione e pacatezza ciò che c’è di più ovvio e naturale e svegliare le coscienze addormentate da chi vuole imporre un’ideologia che mira a distruggere la natura stessa dell’uomo.