Sentinella, la notte è finita
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25 anni dopo sempre a Tor Vergata, in un passaggio di testimone di padre in figlio, come si addice alle sentinelle del mattino. Che mai come in questa occasione hanno compreso quanta potenza salvifica ci fosse nelle parole di Giovanni Paolo II riprese da Leone.

Quasi nessuno del milione di giovani che sabato e domenica si è dato appuntamento nella spianata di Tor Vergata per il Giubileo con Papa Leone XIV era ancora nato quando in quello stesso luogo, 25 anni prima, un altro Papa e altri giovani si ritrovarono per lo stesso motivo in occasione della Giornata mondiale della Gioventù e del Giubileo. Eppure, c’era nell’aria un filo invisibile capace di unire nel tempo e nello spazio quei due momenti.
Il Giubileo dei giovani appena concluso ha ricevuto in eredità il ricordo di quella straordinaria veglia, che Papa Leone con grande umiltà ha citato; quella veglia che all’inizio del nuovo millennio stava proiettando quei giovani di allora verso il progetto della loro vita. Quel filo che si è intrecciato nei ricordi di chi allora c’era e oggi si è definitivamente sciolto con commozione nel vedere i propri figli calcare gli stessi passi terrosi sotto l’assolata piana romana di Tor Vergata.
È una storia unica di genitori e figli, quella di Tor Vergata, una storia che solo la storia della Chiesa oggi può raccontare, unica istituzione rimasta nel putrido disfacimento attuale capace di trasmettere vita, parole, verità e ideali di generazione in generazione con la stessa forza e la medesima freschezza. Quei padri che allora appena ventenni hanno visto dopo 25 anni la realizzazione plastica di quelle parole di San Giovanni Paolo II riflesse negli occhi emozionati dei loro figli.
Oggi quel Papa è proclamato santo a furor di popolo e oggi, forse soltanto oggi, i 2 milioni di giovani di Tor Vergata di allora hanno capito la potenza di quelle parole e compreso quanto quel discorso nel corso degli anni si sia incarnato nella storia. Chi di loro ha scelto la via del matrimonio, chi invece ha seguito la vocazione alla vita consacrata: tutti hanno compreso, consegnando ai loro figli le atmosfere di quel luogo, che il quarto di secolo appena trascorso agli occhi di Dio non è altro, giusto per citare proprio il salmo di ieri, «un turno di veglia nella notte».
Perché la veglia si addice alle sentinelle e “sentinelle del mattino” è stata per tutti questi anni la definizione straordinariamente profetica che San Giovanni Paolo II, prendendo a prestito le parole di Isaia, affidò a quei ragazzi, usciti dal «secolo che muore dove i giovani venivano convocati per imparare a odiare» nell’accompagnarli per il futuro. «Non vi presterete ad essere strumenti di violenza, difenderete la pace, pagando anche di persona se necessario, non vi rassegnerete, difenderete la vita, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti».
Riascoltando queste parole, pronunciate a fatica dal santo polacco, non si può non rimanere colpiti dal fatto che dove oggi la Chiesa è ancora viva, dove non ha ceduto alle eresie, dove è ancora capace di portare il salvifico messaggio di Gesù, dove non si accomoda alle ideologie di turno, dove si incarna la sua «Salvatrice potestà», è proprio là dove la generazione di quelle sentinelle, che oggi sono adulti, ha preso quel compito realizzandolo nelle opere e nei giorni, nella testimonianza, nell’impegno, nel proprio lavoro e nella vita famigliare, nell’incrollabile fiducia nelle uniche medicine che la Chiesa può dare con i suoi sacramenti, mentre tutto crolla, capace di rimanere fedeli a se stessi e a quel comando a costo della minoranza, dell'impopolarità e della prova.
Nessuno di noi, allora, poteva saperlo, ma 25 anni dopo, si comprende come quelle parole di Wojtyla non solo siano state profetiche, ma siano state in tutti questi anni, per dirla con il futuro Dottore della Chiesa San John Henry Newman, il principio attivo capace di trasformare una dottrina in azioni.
Il millennio che si apriva ha mostrato ancora guerre e ha visto un’escalation impressionante di nuove ideologie, potenti quanto basta per manomettere la creazione e stravolgerla, di violenza proprio nei confronti di chi ha cercato di rimanere fedele al Vangelo; ideologie che sono entrate nella Chiesa stessa e che puntano a minarne le fondamenta.
Eppure, quella generazione ha continuato a cercare Gesù «quando sognate la felicità»; «è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa»; «è Lui la bellezza che tanto vi attrae»; «è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso»; «è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita»; «è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare». «È Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità».
Ognuno di questi enunciati ha racchiuso un progetto, uno slancio, un ideale realizzato nella carità e nella verità, pronto all’uso delle generazioni future che si vedono così vicine, forse come mai nella storia, così unite ai loro padri, pur nella diversità di linguaggio e di modalità nel confrontarsi col mondo: il cuore dell’uomo è lo stesso, vuole ascoltare la verità e nutrirsi di essa. E non vuole cedere alle comode lusinghe del giovanilismo di tanti preti e vescovi, i quali, più che pensare a parlare ai giovani con la verità della sua tradizione e della sua dottrina, hanno preferito rinunciare a dare risposte e a insegnare per inseguire la narcisistica scorciatoia di ascoltarli, perché ascoltare senza dare risposte è proprio dei cattivi maestri e dei cattivi padri.
Ma quelle risuonate allora e di nuovo anche sabato notte prima dell’adorazione Eucaristica in ginocchio con il vicario di Cristo, semplicemente, erano risposte a domande, parole piene di vita, capaci di fermentare come nella parabola evangelica. E nella notte del peccato e dell’odio verso la Chiesa e l’uomo, nella notte dello scontro finale della famiglia sotto attacco e del clero confuso, quelle sentinelle che dovevano annunciare il mattino, hanno portato a compimento il loro turno, fedeli al lascito di quel Papa, in un esempio che oggi risplende davanti agli occhi dei loro figli ai quali ora è chiesto di portarne il testimone.