Sempre più grave la situazione ad Haiti
I missionari rimasti nella capitale vivono sotto la costante minaccia di assalti da parte delle bande armate che hanno assunto il controllo
Notizie sempre più drammatiche arrivano da Haiti, priva di governo e devastata ormai da oltre un mese dalla furia incontrollata delle bande armate che si sono impadronite della capitale Port-au-Prince inducendo decine di migliaia di persone a fuggire: più di 50.000, soltanto nelle ultime tre settimane, secondo un rapporto delle Nazioni Unite. Si fa sempre più difficile e pericolosa la situazione dei missionari che hanno deciso di non abbandonare la popolazione rimasta in città, tanto più bisognosa di aiuto materiale e spirituale. “Le bande diventano ogni giorno più armate e più feroci, siamo asserragliati dentro l’Ospedale, con la speranza che non ci assaltino. Non possiamo uscire per acquistare cibo o farmaci per le persone che ospitiamo, bambini disabili, malati, parenti dei ricoverati e il personale medico e infermieristico – ha scritto il 4 aprile in un messaggio riportato dall’agenzia di stampa Fides padre Erwan, missionario dei Ministri degli Infermi, Camilliani – ci hanno consentito, previo ‘pagamento del pizzo’ di uscire una sola volta con l’ambulanza per acquistare 30 bombole di ossigeno per i ricoverati e per gli interventi chirurgici. La situazione è ogni giorno più pericolosa”. Padre Erwan è l’economo del Foyer San Camillo, un centro socio sanitario di cui è direttore il suo confratello padre Robert. Qualche giorno prima, nella notte del 1° aprile, uomini armati hanno scavalcato il muro di cinta del Seminario Minore di San Marcial, dei missionari della Congregazione dello Spirito Santo, sempre nella capitale, hanno sopraffatto le guardie e per sei ore hanno distrutto, bruciato, saccheggiato tutto quel che trovavano. Religiosi e personale sono riusciti a scappare e non ci sono state vittime. Qualcuno si è rifugiato in uno degli edifici del seminario, altri sono riusciti a raggiungere chi la casa di formazione chi la cattedrale. “I danni sono ingenti – ha comunicato ad Aiuto alla Chiesa che Soffre il provinciale della Congregazione, padre Raynold Joseph – quattro auto bruciate, altre vandalizzate, gli uffici scolastici bruciati, l’ufficio del direttore saccheggiato, così come la residenza comunitaria e la scuola. Oggetti come frigoriferi, pannelli solari, batterie, un sistema di depurazione dell’acqua, materassi e apparecchiature informatiche sono stati rubati”. Fortunatamente non hanno toccato la biblioteca della Congregazione – un patrimonio nazionale, sostiene padre Raynold – ma si temono altri assalti se il seminario continua a essere privo di protezione.