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FILANTROPIA SINISTRA

Secondo la Ong di Soros (pagata dall'Ue) in Italia siamo in dittatura

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La Ong Civil Liberties Union For Europe, parte della galassia di Soros, ha stilato la classifica delle nazioni dell'Ue che stanno violando i diritti civili. Fra queste c'è l'Italia. Non ce ne eravamo accorti o è un'analisi faziosa (sponsorizzata dall'Ue)?

Politica 19_03_2025
Il governo Meloni è una dittatura? (La Presse)

Purtroppo, nulla di nuovo a Bruxelles. L’ultimo cameo pagato con i soldi di tutti noi che, con la scusa di valutare lo stato di diritto dei paesi europei, finanzia Soros e i suoi abili tentativi arricchimento e manipolazioni politica contro i governi cristiani e conservatori europei, lo troviamo nel report di giuristi e ricercatori di “Liberties”, ovvero la “Unione Europea per le Libertà Civili”, sullo “stato di diritto” in Europa. Secondo tale analisi, pubblicata lo scorso 17 marzo, la recessione democratica dell'Europa si sarebbe aggravata nel 2024, nelle 1.000 pagine di affermazioni, si identificano supposte violazioni di giustizia, corruzione, libertà dei media, controlli ed equilibri, spazio civico e diritti umani nell'Unione europea nel 2024. L'analisi completa, frutto della collaborazione di 43 organizzazioni per i diritti umani di 21 Paesi dell'Ue coordinate dalla “Civil Liberties Union For Europe” (Liberties) e sostenute dai medesimi finanziatori filantropici e/o istituzionali. 

L'Italia sarebbe uno dei cinque artefici consapevoli dello «smantellamento» dell'Ue e che insieme a Bulgaria, Croazia, Romania e Slovacchia, ne minano «intenzionalmente lo stato di diritto». A questi cinque paesi, tutti a guida conservatrice e rispettosa delle radici e valori cristiani, nonostante la Slovacchia abbia un governo di centrosinistra, si dovrebbe aggiungere l’Ungheria che però, per i ricercatori liberal di “Liberties”, è da considerarsi fuori classifica, essendo un paese che classificano al di sotto di ogni standard democratico minimo. Liberties è ben poco indipendente, essendo largamente finanziata dalla Commissione europea e dalla Open Society Foundations del miliardario statunitense George Soros. Infatti, nonostante sul suo sito web si affermi di non accettare «finanziamenti da enti governativi, agenzie o altri organismi di loro proprietà o controllati», in realtà il 40% dei suoi finanziamenti provengono dalla Commissione europea e un altro 41% dal filantropo liberal-illiberale George Soros, attraverso la Open Society Foundations.

Mica male per essere indipendente ed autorevole, assurdo invece che Bruxelles paghi Soros e i suoi team per fare un lavoro che dovrebbe svolgere la Commissione europea, se avesse condiviso con il Consiglio Europeo almeno la definizione ed i criteri di valutazione dello stato di diritto e democraticità di un paese (questioni volutamente rimaste generiche per farne un uso politico). Bruxelles è sempre più malata di centralismo accentratore e illiberale, pur seguitando a spendere e spandere i nostri soldi per ristorare lobbies e Ong sui generis e legate a noti filantropi promotori di ideologie incivili e omicide. Secondo il sesto rapporto annuale sullo stato di diritto di “Liberties”, il declino democratico e dello stato di diritto nei paesi europei sarebbe diffuso e riguarderebbe in ognuno dei sei settori analizzati: dalla giustizia, alla lotta alla corruzione, alla libertà dei media, alla mancanza di controlli interni ai paesi, alla riduzione degli spazi di protagonismo per le ONG, alle ostilità verso i migranti e le comunità Lgbt.

Tra i vari gruppi di paesi considerati per la loro comune tendenza, quello di Italia, Bulgaria, Croazia, Romania e Slovacchia, «raggruppate insieme dati i loro sforzi deliberati e sistemici per indebolire lo stato di diritto in tutti i settori. Ciò includeva campagne diffamatorie diffuse e molteplici leggi, politiche e restrizioni di finanziamento che minano seriamente lo stato di diritto», mentre in Ungheria «gli standard democratici si sono degradati a tal punto che oggi non otterrebbe accesso all'Ue», secondo gli esperti di Soros e Bruxelles. Non c’è alcuna sorpresa se per difendere la democrazia e lo “stato diritto” in Europa tali signori invochino una leadership sempre più centralista, forte dell’Ue, sia «di fronte alla turbolenta situazione politica», sia a livello interno nei confronti degli stessi paesi dell’Unione, per «ripristinare la fiducia, promuovere una collaborazione efficace tra gli Stati membri e garantire il rispetto dei valori Ue». Una vera e propria riedizione del centralismo democratico che, come diceva il suo ideatore Lenin, consisteva nella «libertà di discussione ma poi unità d'azione», sotto gli ordini del gruppo di comando illuminato. 

Confidiamo che questo ennesimo spreco di danaro pubblico per ragioni politiche e di interesse lobbistico, da parte delle istituzioni di Bruxelles, induca il nostro governo e tutti i leaders dei partiti che ne compongono la maggioranza, ad imporre il criterio di trasparenza assoluta nelle attività discrezionali della Commissione ed il divieto insuperabile per qualunque finanziamento o co-finanziamento ad Ong sostenute da Stati e/o organizzazioni filantropiche non europee, ad oggi profusamente consentiti ad unico scopo di manipolazione politica ed interferenze nei confronti di governi nazionali.

A fronte di ciò che settimanalmente emerge a Bruxelles, anche in seguito allo scandalo UsAid negli Stati Uniti, che ha rivelato come la principale agenzia di aiuti statunitense abbia diffuso il liberalsocialismo globalista all'estero e abbia lavorato e sostenuto entità volte ad indebolire i governi eletti, nessuno può dirsi incosciente, nè la pavidità può esser dei governanti.