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IL CASO

Se i rom attaccano i canili, che faranno gli animalisti?

Perché i rom torinesi ce l’hanno tanto coi cani? Nessuno lo sa, però il 22 maggio notte hanno devastato il canile dell’Enpa (Ente nazionale protezione animali) di via Germagnano a Torino. Pare che dall’inizio dell’anno questa sia la decima volta o giù di lì che il canile viene preso di mira dall’altra minoranza protetta. 

Cronaca 25_05_2015
Cane nella gabbia di un canile

Perché i rom torinesi ce l’hanno tanto coi cani? Nessuno lo sa, però il 22 maggio notte hanno devastato il canile dell’Enpa (Ente nazionale protezione animali) di via Germagnano a Torino. Pare che dall’inizio dell’anno questa sia la decima volta o giù di lì che il canile viene preso di mira dall’altra minoranza protetta. 

Cari amici animali e umani (così saluta l’inviato di Striscia la Notizia per i crimini contro le bestie), i nostri amici a quattro zampe (altra definizione trendy) hanno molti numi tutelari nella politica bipartisan, anzi multipartisan, ma in questo frangente il politicamente corretto ha –è il caso di dirlo- una bella gatta da pelare. Infatti, in questo caso i “cattivi” non sono gli italiani, maschi, bianchi ed etero, bensì i tutelatissimi rom, che, quasi fossero una pregiatissima specie in via di estinzione, anche se ti azzardi a chiamarli zingari vai in galera. Nessuno li sopporta né li gradisce per vicini di casa, ma tutti si guardano bene dal dirlo, aspettando che i Buoni concedano loro lo sfogatoio (l’unico ancora consentito) dell’urna elettorale per votare Salvini in gran segreto. Insomma, secondo la legislazione politicamente corretta i cani sono intoccabili e i rom pure. 

Che fare, però, quando a toccare i cani sono i rom? Bel dilemma. Vediamo che cosa «ci chiede l’Europa». Gli inglesi, per esempio, hanno pochi gipsy, ma in compenso hanno tanti pakistani. I quali sono islamici e i cani fanno loro schifo, tant’è che non ne sopportano neanche la vicinanza. Così, quando un non-vedente (cioè, un cieco: chiariamo per gli anziani che fanno fatica ad adeguarsi alla neolingua) vuol salire sul tram o sul taxi con il suo cane-guida, se il conducente è musulmano resta a terra. Le autorità britanniche, dovendo scegliere tra due accuse -1) razzismo, 2) discriminazione degli handicappati; pardon, diversamente abili- hanno scelto la seconda, perché i non vedenti con cani d’accompagnamento sono 1) inglesi, 2) pochi, perciò non c’è pericolo che mettano a ferro e fuoco le banlieue. In Ucraina, che spasima per entrare nella Ue, i cani randagi li sterminano senza misericordia a legioni, tanto che un cittadino della Ue, indignato, ha deciso di dedicare la propria vita a proteggere i cani ucraini. È un italiano, naturalmente. Sarebbe curioso –lo dico sinceramente e in senso letterale- sapere come vengono trattati i cani dentro ai campi rom, sempre che ce ne siano. 

Perché l’inviato di Striscia la Notizia non va a vedere? Temiamo di saperlo. Quel che non sappiamo è che cosa hanno fatto di male i cani torinesi ai rom loro confinanti, visto che i volontari dell’Enpa parlano di vendetta. L’ente torinese, essendo no-profit, non ha i soldi per tenere aperto la notte e perciò chiude alle diciotto. Alcune persone, l’altra sera, hanno allertato i carabinieri dopo aver visto una trentina di figuri, sospetti e furtivi, uscire alla chetichella dal canile ed entrare nel limitrofo campo rom attraverso un buco (appositamente scavato) nel muro di recinzione. I militari li hanno inseguiti, ma, una volta dentro, chi è stato? Boh. Qualcuno ha visto qualcosa? Boh. Morale, chi ha avuto ha avuto e saluti a sòreta. Nel canile hanno spaccato tutto, perfino i serramenti, perfino l’ambulatorio, perfino la sala chirurgica. Perché? Altro boh. Ma non è questo l’importante. Quel che conta è l’imbarazzo da conflitto di tutele. 

La Brambilla, essendo per Berlusconi, non può certo aprire bocca contro i rom. Se ci provasse, dovrebbe prima premettere una lunga introduzione alla protesta: «Io stimo i rom, anzi ho tra di essi alcuni dei miei migliori amici ecc. ecc.». Gli altri animalisti di lotta e di governo, o abbozzano o si procurano una preventiva ventina di foto che li ritraggono abbracciati a rom e sorridenti. Molto più sicuro andare ad assediare i circhi e dare degli “assassini” agli addestratori di cammelli, mestiere che i rom di solito disertano (insieme a quasi tutti gli altri). Da grande voglio fare il rom africano gay e vegetariano. Scherzo, naturalmente. Anche perché, quando sarò grande, chissà quale sarà la moda.