Scuola e vaccino obbligatorio, la quiete prima della tempesta
Il Piano Scuola appena presentato dal Governo alle Regioni per il momento evita di ricorrere all'obbligo vaccinale, ma c'è da farsi poche illusioni. Basterà un probabile aumento dei contagi dopo l'estate per far scattare la minaccia della Dad verso chi non si vaccina. Non solo insegnanti, l'obiettivo vero sono i giovani: una scelta gravissima e diseducativa, visto il basso rischio di malattia e le incognite ancora irrisolte su questi vaccini.
- I SINDACATI TUTELINO GLI INSEGNANTI CHE NON SI VACCINANO, di Emanuele Gavi
È incredibile la facilità con cui nel nostro Paese stanno avanzando provvedimenti liberticidi che, fino a pochi mesi fa, sembravano assolutamente impensabili. Nell’apparente indifferenza del personale scolastico, o addirittura con il consenso dei più, dopo aver approvato il decreto che rende obbligatorio il cosiddetto Green pass per una serie di attività e servizi non essenziali (che in realtà è nient’altro che un lasciapassare per godere delle libertà Costituzionali…), il Governo fino a poche ore fa stava seriamente valutando la possibilità di un vaccino obbligatorio per tutto il personale scolastico, pena la sospensione dal servizio.
Certo, il Piano Scuola appena presentato dal Governo alle Regioni al momento ha stemperato i toni (“Per garantire il ritorno alla pienezza della vita scolastica….sarà essenziale che il personale docente e non docente, su tutto il territorio nazionale, assicuri piena partecipazione alla campagna di vaccinazioni, contribuendo al raggiungimento di un’elevata copertura vaccinale e alla ripresa in sicurezza delle attività e delle relazioni proprie del fare scuola), puntando per ora soprattutto su mascherine trasparenti, pulizie “fai da te” e distanziamento. Tuttavia il pericolo non è certamente superato. La deriva autoritaria che ha preso piede in nome della sanità pubblica ha ormai posto solide basi e non è affatto escluso che, di fronte alla probabile forte risalita dei casi positivi nel periodo autunnale, il Governo torni alla carica col vaccino obbligatorio.
Tutto ciò ha dell’incredibile: nonostante la massiccia ripresa dei contagi in paesi che hanno vaccinato la quasi totalità della popolazione, come Gran Bretagna e Israele (in quest’ultimo hanno appena deciso, per questo, di passare alla inoculazione per tutti della terza dose!) e l’evidenza della modesta efficacia dei vaccini anche nel nostro paese confermata dai dati ufficiali (dati 25 luglio 2020: 275 nuovi casi, 5 decessi; 25 luglio 2021: 4.743 nuovi casi e 7 decessi), si intende ugualmente spingere tutto il personale scolastico a sottoporsi ad una forma di vaccino genico sperimentale i cui effetti sono modesti nell’immediato – quando non causano devastanti reazioni avverse…- e potenzialmente dannosi per il futuro.
Così, dopo anni e anni di proteste per le sperimentazioni farmacologiche sui poveri animali: cavie, scimmie, topolini, cani, etc…., si accetta senza batter ciglio di fare sperimentazione sull’essere umano, in primis sui sanitari e sui poveri insegnanti (categoria già malconcia per tanti altri motivi….) pena la sospensione dal lavoro con tutto ciò che ne consegue. Ma, a quanto pare, va bene così.
E i sindacati, che per decenni hanno tuonato e innalzato barricate ad ogni piè sospinto per tutelare la categoria di fronte a questioni ben più banali e, non di rado, per sostenere cause palesemente sbagliate, sembrano prevalentemente orientati ad una opposizione morbida e dialogante. Eppure, ci troviamo di fronte all’attacco più grave, disumano e antidemocratico dal dopoguerra in poi.
La cosa più grave e vergognosa, tuttavia, non è nemmeno questa, bensì la pressione che è stata fatta sugli studenti per spingerli a vaccinarsi, usando il ricatto della impossibilità, diversamente, di godere in libertà delle vacanze estive e la minaccia della ripresa della DAD (Didattica a distanza) col nuovo anno scolastico. Questa, in proposito, la recentissima dichiarazione di una Dirigente scolastica riportata da un noto quotidiano: «I nostri prof vaccinati al 90 per cento. Ma se non si vaccineranno anche gli studenti, tornerà la Dad»
I risultati di questa straordinaria operazione diseducativa, di cui un intero mondo di adulti irresponsabili dovrà rispondere, non si sono fatti attendere: secondo il sito ScuolaZoo, in base ad una indagine su un campione di 46mila ragazze e ragazzi di età compresa tra i 14 e i 19 anni, il 78% degli intervistati pensa sia giusto mettere l'obbligo per i docenti, e la percentuale scende al 68% per i favorevoli ad estenderlo anche agli studenti. Quasi 3 studenti su 10 dichiarano poi di avere dei prof apertamente no vax.
Addirittura, ci sono studenti che scendono direttamente in campo a favore della campagna vaccinale, per raggiungere concretamente l'obiettivo di tornare in presenza, come ad esempio in un liceo di Palermo, in cui una studentessa, molto preoccupata per le tempistiche con cui vengono fatti i vaccini, ha proposto alla Preside di scrivere all'Asp per organizzare un hub nella scuola. Detto, fatto: preside entusiasta e richiesta accolta. Il liceo si trasformerà in un hub per vaccinare la popolazione scolastica e i loro familiari, in tempo utile per il rientro tra i banchi. Un “successone”!
Eppure, anche qui, i dati che sconsiglierebbero l’inoculazione dei sieri sperimentali, e in modo particolare per i giovani, non mancherebbero. A parte i numerosi casi di miocardite segnalati in paesi oltreoceano, su cui con grande nonchalance gli esperti nostrani del CTS, pur essendone perfettamente al corrente preferiscono sorvolare, sarebbe sufficiente guardare molto più vicino a noi, in paesi “non sospetti”, come ad esempio la Germania. La commissione permanente per le vaccinazioni tedesca del 'Robert Koch Institut', l'equivalente dell'Istituto superiore di sanità italiano, consiglia le vaccinazioni ai giovanissimi, a partire dai 12 anni, solo per chi abbia particolari rischi di salute, dato che i rischi sono sicuramente superiori ai possibili benefici.
Secondo il Koch Institut, i dati Ema sono ancora insufficienti e preoccupano i casi di miocardite dovuti al vaccino Pfizer, come riportato da recenti studi israeliani. Non a caso, il capo della cancelleria Helge Braun ha dichiarato alle emittenti RTL e n-tv che «è importante non esercitare alcuna pressione sui bambini e sui giovani o sui loro genitori».
Anche in Gran Bretagna, Il Comitato congiunto per le vaccinazioni e le immunizzazioni (JCVI) ha sconsigliato ai ministri competenti le vaccinazioni pediatriche, allineandosi alle decisioni di Germania, Olanda, Belgio e Irlanda, seguendo un principio di massima precauzione. Ecco, appunto, proprio come in Italia….
È ormai noto: le giovani generazioni sono a basso rischio di malattia, protette meglio dall’immunità generata dall’infezione, e troppe sono le incognite ancora irrisolte su questi vaccini.
Non sappiamo poi, al di là del rischio di reazioni avverse immediate o nel breve periodo (segnaliamo, fra le tante e dolorose notizie rinvenibili sui giornali locali e mai riportate dai mass media nazionali, la morte improvvisa, proprio in questi giorni, di un diciassettenne che si era “vaccinato” il 20 luglio e, pochi giorni prima di un quindicenne vaccinato morto nel sonno), quali conseguenze potranno produrre nel medio-lungo periodo questi sieri sperimentali. Possiamo solo ripetere, anche se pare ormai di parlare a un muro impermeabile a qualsiasi considerazione, dato, prova scientifica, che questa massiccia campagna di vaccinazione sulle giovani e giovanissime generazioni comporta dei rischi - a fronte di assai incerti e modesti benefici - che potranno avere ricadute pesantissime sulla nostra società per i prossimi decenni, e non solo a livello sanitario. Fra le tante cose gravi e gravissime di questo periodo di follia, resterà come marchio indelebile l’inganno perpetrato ai danni delle giovani generazioni da un modo di adulti inconsistenti e irresponsabili.