Scuola al via, regime sanitario all'assalto tra mascherine e preservativi
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Riaprono le scuole e il Deep State sanitario vede all’orizzonte le “nuvole”' di una recrudescenza di malattie infettive invitando all'uso di mascherine e preservativi: covid, vaiolo delle scimmie, virus sinciziale e morbillo. Le classi diventano terreno di conquista per visioni ideologiche che non hanno nulla di sanitario.
Si riaprono le scuole, e il Deep State sanitario non perde l’occasione per lanciare allarmi. Gli “esperti” vedono all’orizzonte le “nuvole”' di una recrudescenza di malattie infettive. Gli allarmi vengono lanciati per il morbillo – i cui casi vengono segnalati in aumento in Europa, anche se la situazione epidemiologica in Italia è normale - il virus respiratorio sinciziale, e naturalmente il sempiterno Covid, senza dimenticare il Vaiolo delle scimmie su cui la propaganda mediatica si sta focalizzando.
La scuola viene vista come un luogo pericoloso, un luogo di contagio. La ripresa delle attività scolastiche è ritenuta un momento in cui la possibilità di una circolazione di alcune malattie infettive tende ad incrementare, visto che le aule sono spazi dove c'è maggiore contatto tra le persone. Non si capisce tuttavia perché per altri luoghi di contatto non siano stati lanciati analoghi allarmi, ovvero per le discoteche, gli stadi, le feste che caratterizzano il mese di settembre.
Gli esperti assicurano che la partenza dell'anno scolastico porterà ad un leggero aumento di contagi Covid «vista la presenza anche di una nuova variante», ha dichiarato in una intervista all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, Società italiana malattie infettive e tropicali. Pertanto si deve pensare ad un ritorno a misure preventive di tipo pandemico, ovvero le mascherine. «A settembre si possono tenere anche le finestre delle aule aperte ma le migliori difese rimangono quelle che abbiamo conosciuto con la pandemia, mascherina e lavaggio delle mani», ricorda Andreoni, sottolineando allo stesso tempo l’opportunità delle vaccinazioni, e chiedendo al Ministero della Salute un maggior impegno su questo fronte.
Per quanto riguarda le vaccinazioni Covid nell’infanzia, i dati epidemiologici degli scorsi anni non sembrano deporre per la necessità di campagne vaccinali nell’età evolutiva. Le linee guida ministeriali sembrano chiaramente indicare le persone anziane e con fragilità come target del vaccino Covid, non certo l’infanzia, alla luce anche delle recenti evidenze scientifiche, confermate anche da Aifa, che dimostrano che i vaccini Covid non interrompono la catena del contagio, non realizzano l’effetto gregge di protezione della popolazione, per cui la teoria del «vacciniamo i bambini per proteggere i nonni» non è sostenibile.
Se il Covid non costituisce nei bambini e nei ragazzi un problema autentico, si può allora puntare su altre malattie infettive per generare un po’ di allarme sociale. Se ne è fatto carico l’infettivologo Matteo Bassetti, che non è mai del tutto scomparso dalla scena mediatica, e che sta cercando una nuova visibilità. Bassetti lancia dunque altri allarmi, in primo luogo nei confronti del morbillo: «Bisognerebbe fare una informazione diversa e spiegare ai ragazzi l'importanza della prevenzione vaccinale, spiegare come funziona l'immunizzazione già alle elementari e medie, dare in classe i primi rudimenti che poi torneranno utili da adulti». In realtà da molti anni la percentuale dei bambini vaccinati per il morbillo supera il 90%, avendo toccato negli anni precedenti il Covid anche percentuali del 94%. Se aumentano i casi di morbillo, dovrebbero essere valutati altri fattori, oltre a quello vaccinale.
Ma Bassetti sembra essere preoccupato anche da un altro tipo di malattie, non proprio dell’infanzia: quelle sessualmente trasmesse. Il clinico genovese chiede azioni più incisive nelle scuole per informare bene sui rischi delle malattie sessualmente trasmesse e di conseguenza promuovere l'uso del preservativo.
Non viene preso in considerazione quello che ai tempi del Covid aveva sostenuto il collega Fabrizio Pregliasco, cioè che ci si dovesse astenere dai rapporti sessuali dedicandosi a pratiche per così dire “alternative”. Evidentemente questo tipo di indicazione aveva come finalità logorare psicologicamente le persone, facendo credere che bisognasse rinunciare a molti, troppi piaceri, e che solo la vaccinazione avrebbe messo fine a queste penose situazioni. L’astinenza dai rapporti invece non viene presa in considerazione da Bassetti e soci per altre malattie, e dopo essersi fatti propagandisti delle mascherine oggi ci si rilancia con altri presidi di protezione i quali, peraltro, come già dimostrato ampiamente in passato, hanno la stessa efficacia protettiva della mascherina, ovvero con un alto tasso di fallibilità.
Ci si auspica dunque che la scuola non diventi un ulteriore terreno di conquista per visioni ideologiche che di sanitario hanno ben poco.