Scelti i padri del Sinodo. Ci sono anche due parroci
Saranno circa 270 i padri sinodali che dal prossimo 4 ottobre fino al 25 daranno vita alla XIV assemblea generale del Sinodo dei vescovi dal titolo “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo”. A questi vanno aggiunti i collaboratori del segretario speciale, uditori e uditrici. L’elenco dei partecipanti è stato diffuso ieri dalla Sala stampa vaticana. L’attesa era per la lista di nomine pontificie: ci sono anche due parroci.
Saranno circa 270 i padri sinodali che dal prossimo 4 ottobre fino al 25 daranno vita alla XIV assemblea generale del Sinodo dei vescovi dal titolo “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo”. A questi vanno aggiunti i collaboratori del segretario speciale, uditori e uditrici. L’elenco dei partecipanti è stato diffuso ieri dalla Sala stampa vaticana. L’attesa era soprattutto per la lista di nomine pontificie, mentre per quanto riguarda i padri nominati dalla varie Conferenze episcopali del mondo i nomi erano già stati precedentemente ratificati dal Papa. Un primo dato è che la lista di nomine pontificie, rispetto a quella del Sinodo 2014, aumenta, passando da 26 a 45, ma vediamo nel dettaglio la “geografia” del sinodo.
La cabina di regia è rappresentata dal Segretario Generale, cardinale Lorenzo Baldisseri, che proprio ieri al quotidiano Avvenire sottolineava l’importanza del “metodo di svolgimento” per la buona riuscita dell’assemblea. A questo proposito sappiamo che dovrebbero esserci delle novità, annunciate a suo tempo dallo stesso Baldisseri, ma che ancora non sono state specificate. Nel Sinodo 2014 ci fu, ad esempio, la scelta di non rendere pubblici i singoli interventi dei padri, pubblicando, invece, il documento di metà lavori. Rispetto ai temi di dibattito, al Sinodo 2015, dichiara il Segretario Generale, “certamente (…) si considereranno i cammini di fede di quelle situazioni che devono essere accompagnate in una pastorale d’integrazione.”
I presidente delegati sono quelli già a suo tempo stabiliti: i cardinali André Vingt-Trois (Parigi), AntonioTagle (Manila), Damasceno Assis (Aparecida) e Wilfrid Napier (Sud Africa). Relatore generale è sempre il cardinale ungherese Péter Erdo, segretario speciale mons. Bruno Forte e sottosegretario del sinodo mons. Fabio Fabene. La commissione che redigerà il messaggio finale, invece, è ancora da decidere. Ma veniamo alla lista dei padri di nomina pontificia. Dicevamo che sono ben 46 e vedono alcuni nomi di primissimo piano impegnati nel dibattito sinodale sui temi più delicati. Oltre al cardinale Walter Kasper, troviamo i cardinali Cristhoph Schonborn (Vienna), Godfried Daneels (emerito Bruxelles), Oscar Maradiaga (Tegucicalpa), la novità Dionigi Tettamanzi (emerito Milano), Carlo Caffarra (Bologna), gli statunitensi Timothy Dolan (New Yotk), Donald Wuerl (Washington) e mons. Blase Cupich (Chicago). Nutrita la pattuglia di italiani tra cui troviamo i cardinali Menichelli (Ancona), Bassetti (Perugia) e Montenegro (Agrigento), oltre al presidente del Governatorato dello Stato Pontificio, Giuseppe Bertello.
La novità sono due parroci convocati da papa Francesco: monsignor Saulo Scarabattoli, parroco a Perugia, e monsignor Roberto Rosa, parroco a Trieste. Il primo, oltre ad essere parroco nella centralissima Santo Spirito, è cappellano del carcere femminile e presidente dell’associazione caritativa “Amici del Malawi”. Il secondo, don Rosa, oltre a fare il parroco si occupa di coordinamento pastorale per la sua diocesi. Infine, sempre fra gli italiani, confermatissimo il direttore della Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro SJ.
Tra le nomine di papa Bergoglio dobbiamo evidenziare quella di monsignor Victor Manuel Fernandez, rettore della Pontificia Università Cattolica Argentina, nonché, si dice, teologo di fiducia del Papa. In molti sostengono che dietro all’enciclica “Laudato sì” ci sia la mano di Fernandez, un autore capace di affrontare molti temi; di lui si ama ricordare un titolo interessante che risale al 1995, e mostra la sua versatilità: “Saname con tu boca. El arte de besar”.
In complesso si può dire che le nomine del Papa siano, per così dire, bipartisan. Anche se, forse, la bilancia pende un po’ verso quei padri più favorevoli ad aperture sui temi delicati del Sinodo. Quest’ultima considerazione, per quanto può valere, può essere buona anche leggendo i nomi dei collaboratori del segretario speciale, vale a dire i docenti presso le varie facoltà teologiche e altri professori. In complesso, al Sinodo avremo 44 padri africani, 37 sudamericani, 8 nordamericani, 25 asiatici, 47 europei, 5 dall’Oceania. A questi vanno aggiunti i padri di nomina pontificia, i 10 eletti dall’Unione Superiori Generali e tutti i capi dicastero della Curia Romana.
Il cardinale Baldisserri ad Avvenire dichiara che occorre “comprendere che la parresia, il confronto non è conflitto. Non è mettersi in condizione di combattere l’avversario. Il confronto è mettersi sul piano del dialogo e confrontarsi nel rispetto con lealtà e umiltà”. Speriamo che l’evangelico parlar chiaro sia davvero il leit motiv del Sinodo ormai alle porte.