Scanzi e Morra, l'ipocrisia dal Vaffa all'arraffa
L’incoerenza dei Cinque Stelle e dei loro opinion leader, che predicano bene e razzolano male e che sono passati dal Vaffa day all’Arraffa…day, con una spregiudicatezza e una voracità degne del peggio della Prima Repubblica. I casi Scanzi e Morra specchio della retorica ipocrita anti-casta.
Chi di moralismo e giustizialismo ferisce, di moralismo e giustizialismo perisce. L’incoerenza dei Cinque Stelle e dei loro opinion leader, che predicano bene e razzolano male e che sono passati dal Vaffa day all’Arraffa…day, con una spregiudicatezza e una voracità degne del peggio della Prima Repubblica, ha trovato amarissime conferme negli ultimi giorni.
Recitare da sempre la parte degli anti-casta e poi rivendicare e perfino ostentare sui social privilegi non dovuti è quanto di più discutibile un rappresentante della cosa pubblica e un giornalista possano fare. Ed è quanto in realtà hanno fatto il senatore grillino Nicola Morra (nella foto in basso) e il giornalista del Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi.
Il primo, che è anche Presidente della Commissione Antimafia, avrebbe già dovuto dimettersi dopo le irripetibili offese a Jole Santelli, Presidente della Regione Calabria, deceduta a causa di una malattia incurabile, ma il centrodestra, si sa, sbraita a più non posso per finire sui giornali, ma poi si accoda. Ne aveva chiesto la rimozione, minacciando di non partecipare più alle riunioni della Commissione qualora a presiederla fosse rimasto Morra, ma poi evidentemente ha ceduto in cambio di altro. Alcuni giorni fa Nicola Morra, 57 enne ex insegnante al liceo, grillino duro e puro, ora fuori dal gruppo per non aver votato a favore del governo Draghi, accompagnato dalla scorta come i politici che aveva sempre dileggiato in passato, ha fatto irruzione negli uffici dell’azienda sanitaria di Cosenza. Furente, a quanto pare, perché due parenti ottuagenari non erano stati ancora vaccinati. Ha dato degli incapaci a cinque medici dello staff, tra cui due donne e ha chiesto alla scorta di identificare tutti i presenti; infine, ha telefonato al viceministro della Sanità, Pierpaolo Sileri (anche lui senatore 5 Stelle) e al commissario ad acta della sanità calabrese, Guido Longo, per lamentarsi.
E ha aggredito il direttore dell’azienda sanitaria, Mario Marino, che ancora non si capacita di tale violenza, che ha dovuto farsi soccorrere da un cardiologo perché profondamente turbato dall’accaduto, e che ha fatto sapere che denuncerà Morra per abuso d’ufficio e interruzione di pubblico servizio. Un episodio davvero deplorevole, che realizza un cocktail disgustoso di moralismo e nepotismo, con prevedibile reazione di sdegno del diretto interessato, che addirittura ha il coraggio di fare la vittima e di dichiararsi stupito, in quanto “era nei miei poteri comportarmi così”.
Altro episodio di pessimo gusto quello di Andrea Scanzi, 46enne giornalista del Fatto Quotidiano, sempre pronto a fustigare i costumi altrui e ad autoassolversi, pur avendo soltanto un anno fa ridicolizzato tutti quelli che avevano paura del virus, da lui definito un normale raffreddore. Nel week-end l’ha fatta davvero grossa, imbucandosi al centro vaccinale della Fiera di Arezzo, dove si è fatto vaccinare, dribblando la fila. Il suo quotidiano da settimane pubblica inchieste sui furbetti del vaccino, ma evidentemente questa volta è in imbarazzo perché una sua firma di punta è stata preso con le mani nella marmellata.
Davvero singolare e grottesca la sua difesa: «Era una vaccinazione legale, autorizzata e che rifarei. Una vaccinazione per cui larga parte degli italiani avrebbe dovuto ringraziarmi. L’ho fatta in un momento storico in cui nessuno o pochi avrebbero voluto fare AstraZeneca. Essendo figlio unico e caregiver familiare avendo due genitori nella categoria fragili, avrei comunque potuto vaccinarmi grazie a un’ordinanza regionale (…) Ma mi sono comunque iscritto anche nella lista, fino a ieri solo verbale e non on-line, dei panchinari del vaccino. Tutto regolare, tutto alla luce del sole». A rendere ancora più fastidioso il suo commento la diretta Facebook che l’ha ospitato e che lui ha fatto, non da Arezzo, dove vivono i genitori, bensì da Merano, dove si trova per fare il detox in un hotel di lusso.
In un momento in cui il clima nel nostro Paese è profondamente avvelenato dall’odio sociale generato dalle restrizioni anti-covid e da tante ingiuste scelte di politica economica, azioni come quelle compiute da Morra e Scanzi, che fanno professioni diverse ma sono accomunati dalla stessa cultura moralista e giustizialista, dovrebbero essere censurate dai vertici delle istituzioni e da quelli dell’Ordine dei giornalisti, che ha apertamente rifiutato privilegi vaccinali per i suoi iscritti. E invece nessuno si è scandalizzato più di tanto. Chissà cosa sarebbe successo se i due avessero avuto altre idee politiche.