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SVEZIA

Scandalo sexy club, il re è nudo

Sesso, orge e contatti con i boss: il monarca svedese Carlo XVI Gustavo finisce nella bufera. E ora rischia di dover abdicare.

Attualità 15_12_2011
Gustavo di Svezia Stoccolma

Può il re, in una monarchia costitzionale, agire scandalosamente e, una volta colto in fallo, mentire alla nazione, negando di essersi reso colpevole di gesta vituperevoli senza rischiare di compromettere la propria dignità regale e di essere messo di fronte all’esigenza di abdicare? È quanto ci si domanda oggi in Svezia dove è in corso un acceso dibattito sull’opportunità dell’attuale re di lasciare il trono a seguito di fatti scandalosi in cui egli è implicato.

Sulla scia del libro Den motvillige monarken (Il monarca recalcitrante) in cui si svelano episodi compromettenti quali incontri in sexy club con giovani donne da parte del re di Svezia, Carlo XVI Gustavo, si sta sviluppando una vicenda oscura che implica ricatti, boss mafiosi e compagni di bagordi disposti a pagare pur di mettere a tacere chi è in possesso di prove quali foto e registrazioni. E in Svezia politici ed esperti di scienze politiche esigono che il re dica tutta la verità su ciò di cui è al corrente riguardo ai contatti dei suoi amici con elementi mafiosi. Il presidente della corte costituzionale, Peter Eriksson, impone alla corte di far luce su ciò che è vero e ciò che è falso sulle voci che ormai corrono sulla partecipazione del re ad orge sessuali e sulla vicenda del riscatto preteso da gente di pochi scrupoli per consegnare prove compromettenti.

Il giornale Expressen è in possesso di registrazioni telefoniche in cui un amico del re, Anders Letterström, promette al braccio destro del “Padrino” serbo Milan Servo, Daniel Webb, di mettersi in contatto con il re per informarlo che i suoi amici stanno conducendo trattative con l’ex proprietario di sexycklub Mille Markovic per convincerlo a smentire le dichiarazioni rilasciate nel libro, secondo le quali egli sarebbe in possesso di foto che mostrano il re in compagnia di donne nude, e a consegnare tali prove. In un altra registrazione, intercettata dal giornale Aftonbladet, Letterström conferma a Daniel Webb di aver parlato con il re dei suoi contatti con i rappresentanrti della malavita e della possibilità di comprare il silenzio di Mille Markovic. Egli dice testualmante: «Quella sera ho parlato con il re e gli ho riferito che tu avevi detto che Mille sarebbe disposto a smentire tutto e a consegnarci le foto dietro un compenso di circa duecentomila euro».

Peter Eriksson, presidente della corte costituzionale, commenta così le ultime rivelazioni: «Ritengo che il re sia venuto a trovarsi in una situazione molto imbarazzante. Una condizione per il mantenimento della monarchia nedlla forma attuale è l’assoluta fiducia reciproca fra i politici, la popolazione e la casa regnante. Per tale ragione la casa reale deve gettare completa luce su questa vicenda». Mia Sydow, membro della corte costuzionale, dice a sua volta: «Qualunque cosa faccia, il re non può essere chiamato a rispondere delle proprie azioni a causa dell’assurdo sistema su cui si regge la monarchia. Ma se egli è al corrente dei contatti di Letterström con la mafia serba deve renderne ragione al popolo svedese». L’avvocato Peter Altin, presidente del partito repubblicano svedese, dichiara a sua volta che il re può essere costretto ad abdicare se si dovesse constatare che egli ha mentito all’opinione pubblica e aggiunge: «Se è vero che Letterstrom ha parlato con il re dei suoi contatti con la mafia serba, ciò significa che il re ci ha mentito spudoratamente affermando di non sapere nulla di tutta questa losca vicenda. E non possiamo accettarlo. Se è vero che il re ha parlato con Letterström, non gli rimane altra soluzione che abdicare».

Ulf Bjered, esperto in scienze politiche presso lä’università di Göteborg, dice a sua volta: «Se ciò che Letterström dice è vero, la cosa è molto grave. Dimostrebebbe che il re ha mentito al popolo svedese e ne seguirebbe una crisi di fiducia perché il capo dello stato rappresenta tutta la nazione e non può sottrarsi all’obbligo di essere aperto e sincero». Secondo il capo dell’ufficio stampa della corte svedese, Bertil Ternert, i nuovi elementi emersi nella vicenda non giustificano ulteriori commenti rispetto a quelli già rilasciati nei mesi scorsi, ma l’opinione pubblica svedese è in fermento e da piú parti si sollevano voci perché il re abdichi a favore della principessa ereditaria Victoria.