Sara, piccola grande profetessa dell'Amore di Dio
Una morte tragica e improvvisa a soli tre anni e mezzo, che spezza le gambe di un'intera famiglia già atrocemente attraversata dal dolore. Eppure la storia di Sara Mariucci e di Mamma Morena, nel tempo, si rivela una immensa storia d'Amore di Dio per tutti i suoi figli a partire da mamma Anna che dopo la morte della sua bambina arriva a dire: "Il Paradiso è nel mio cuore ed io sono in Paradiso con Sara". Sulle sue spoglie oggi si recano fiumi di fedeli che già la pregano come una santa. Ma la missione della piccola bambina di Gubbio è solo all'inizio...
C’è un reale imbarazzo nel dover riferire la storia della piccola Sara Mariucci, tanto abbondante è la porzione di Cielo che si è riversata nella sua straordinaria esistenza.
Non si sa letteralmente da che parte iniziare. Si potrebbe cominciare dalla fine, ovvero dai giorni nostri, raccontando che sono talmente tante le grazie che Dio Padre ha già concesso attraverso le manine di questa bambina, che l’allora vescovo di Gubbio, mons. Mario Ceccobelli, nel 2016, si è trovato “costretto” a traslare le spoglie della piccola, dalla tomba di famiglia nel cimitero, ad una Cappella appositamente costruita presso la chiesa parrocchiale di San Martino in Colle (Gubbio).
Troppi infatti erano i pellegrini che, giungendo da ogni dove, sostavano in preghiera per chiedere l’intercessione di colei che già presentivano come una grandissima Santa. Un caso più unico che raro nel panorama di Santa Madre Chiesa, se si pensa che la bambina di cui stiamo parlando ha poco più di tre anni e mezzo e la cappellina a lei dedicata, per l’appunto, straripa di coloratissimi giocattoli: sono come gli ex voto che i fedeli le portano come tributo per le grazie e i miracoli ricevuti.
Ma la cosa che più colpisce entrando nei particolari di questa vicenda, più celeste che terrena, è vedere come la vita di Sara sembra incarnare perfettamente le profezie annunciate dalla Madonna nelle principali apparizioni moderne, da Fatima in poi, quasi come se questa bambina fosse una profetessa che ci illumina sui tempi che verranno. E chissà quante altre cose Sara ha da svelarci.
La storia di Sara è magistralmente raccontata da Enrico Graziano Giovanni Solinas, nell'imperdibile libro "La grande storia della piccola Sara Mariucci e di Mamma Morena", che esce proprio oggi, mercoledì 10 febbraio, in tutte le librerie cattoliche italiane e che La Nuova Bussola Quotidiana ha potuto leggere per voi (la copertina nell’immagine a destra).
Al lettore giovi sapere che Solinas, giudice laico presso il Tribunale Ecclesiastico Umbro e postulatore delle Cause dei Santi, non appena è entrato in contatto con questa bambina del Cielo, è stato investito di speciali grazie, tanto che, nel libro, smette idealmente i panni dell’autore per diventare lui stesso testimone delle meraviglie operate da Dio attraverso Sara.
“CONSACRATEVI TUTTI AL MIO CUORE IMMACOLATO”
Tutto inizia la sera del 4 agosto 2006, mamma Anna Armentano lo racconta così: “Dopo una giornata trascorsa al mare (in Calabria, ndr), alle 21:00, io e Sara eravamo abbracciate nel letto, la coccolavo un po’ (…) Mentre la tenevo tra le braccia, Sara mi domanda: “Mamma mi racconti una storia?”. Gliela raccontavo tutte le sere, ma quella sera risposi: “Amore, siamo state tutt’oggi al mare, te la racconto domani”. Le ho dato un bacio e l’ho stretta forte a me.
Dopo qualche minuto di silenzio - continua la mamma - durante il quale pensavo si fosse addormentata, sento la sua vocina che dice: “Quando ero pittola, pittola (piccola, ndr) ero in un posto lontano, lontano, meraviglioso”. “E dov’eri?”, le domandai. “Su una nuvoletta”. “E con chi eri?. “Con la mamma Morena”. “La mamma Morena? E chi è questa mamma?”, le ho chiesto meravigliata. “È l’altra mia mamma”. “L’altra tua mamma? Ma Sara, sono io l’unica mamma”, le ho detto ancora più stupita. “E come è quest’altra mamma?”. “È buonissima”, mi ha risposto con un sorriso che le illuminava il viso e con l’aria di chi sa quello che dice. “Più buona di mamma Anna?”. “Sì”. “Sara, veramente, sei sicura?”. “Sì”. “E descrivimela un po’, di che colore ha i capelli?”. “Blu”. “E gli occhi?”. “Castani come i miei”. “E tu lasceresti mamma Anna per andare da mamma Morena?”. “Sì”, mi ha risposto con il sorriso luminoso che le irradiava il viso.
Il racconto di mamma Anna sembra un semplicissimo racconto, mosso dalla fantasia di una bambina di soli tre anni. Se non fosse che quanto accadde l’indomani di questo racconto ha dell’incredibile.
Per tutta la mattina del 5 agosto, infatti, Sara ha un’espressione particolare sul suo visetto. Sembra malinconica, quasi assente. Ad un certo punto, riceve anche un piccolo rimprovero, che le dà modo di parlare nuovamente di quella sua seconda mamma: “Mamma Morena non mi sgrida mai”. Verso le 13.30 la famiglia si reca presso il lido “Stella Maris” dove consuma il pranzo, ed è in quel momento che la bambina, insieme al fratello e al cuginetto, si allontana solo di qualche metro, per raggiungere i giochini elettrici, quelli che solitamente si incontrano sul lungomare e funzionano con le monetine.
“Di lì a poco la mia vita sarebbe cambiata per sempre”, spiega mamma Anna. Sara, infatti, salendo sulla pedana di uno di quei giochi, rimane fulminata da un cortocircuito e muore sul colpo.
Eppure quella che, ad un primo sguardo, sembra una immane e inaccettabile tragedia nasconde una verità che piano piano si disvela, mostrando i tratti di un disegno d’Amore di Dio, infinitamente più potente del male e persino della morte. Si scoprirà infatti che Mamma Morena non è un’invenzione di una bambina ricca di fantasia, ma è la Madonna in persona. E grazie ad una intuizione illuminata del babbo di Sara, Michele, i familiari vengono a conoscenza di una Madonna di nome Morena, amata e venerata in Bolivia, la quale corrisponde esattamente alla descrizione fatta dalla bambina. I capelli blu di cui parla Sara, per esempio, stanno proprio a simboleggiare il manto della Vergine Santa.
Ma non è tutto, la festa di tale Madonna Morena è celebrata il 5 agosto, esattamente il giorno in cui Sara è tornata ad abitare il Paradiso. Appare sempre più evidente che la Madonna, presentandosi a Sara in forme e contorni ancora da scoprire nel profondo, l’ha resa partecipe in un modo tutto speciale del suo piano di salvezza per il mondo intero.
Leggendo a ritroso la storia di Sara, infatti, i familiari hanno riscontrato una serie ricchissima di segni lasciati dal Cielo a conferma di quell’intuizione. Come, per esempio, il fatto che il fratellino e il cuginetto di Sara siano rimasti illesi nonostante fossero anch’essi sul medesimo gioco. Il perito tecnico che ha studiato il caso ha dichiarato questo fatto come scientificamente inspiegabile dal momento che la scarica elettrica che ha colpito Sara era “in grado di uccidere un elefante”. Palmiro, il nonno paterno di Sara, spiega l’inspiegabile così: “Questa non è una disgrazia, perché se fosse stata una disgrazia i morti sarebbero stati tre e non uno. Dopo tutta questa storia, e tutto questo percorso fatto, io posso dire che quella apparente disgrazia, oggi la possiamo annoverare come una grazia”. Parole che possono anche creare scandalo, ma che assumono un significato profondissimo se si procede nella conoscenza di questa anima prediletta da Dio.
“IL MIO CUORE TRIONFERÀ”
Subito dopo la morte della bambina accade un primo fatto miracoloso che interessa proprio la sua famiglia, a partire da mamma e papà. Occorre premettere che la famiglia di Sara, in quel periodo, era molto lontana dalla fede: mamma Anna racconta che la chiesa era da loro frequentata forse per le grandi ricorrenze e che le poche preghiere che Sara conosceva le erano state insegnate dai nonni. Anna, infatti, con Dio aveva chiuso nel momento in cui aveva scoperto che suo cognato era malato di Parkinson e destinato perciò a morire presto. Un dolore insopportabile per la povera Anna che da bambina, a soli 5 anni, aveva visto il padre uccidere a colpi di pistola la madre e che, proprio in quel cognato, aveva ritrovato la forza e il coraggio di credere ancora nell’amore della figura paterna.
Ebbene, quando anche la figlia di tre anni le muore all’improvviso, Anna cade in un'atroce disperazione e per il troppo dolore rifiuta di vedere il corpo senza vita della sua bambina. Grazie ad una amica, però, Anna e Michele si convincono ad andare a salutare la figlioletta. Ed è proprio lì, davanti al corpo di Sara, che succede il miracolo.
Ecco cosa racconta Anna: «Vivevo in me una lacerazione incredibile, un dolore grande come un abisso, ero disperata, angosciata. Poi l’ho vista. (…) Ho visto la serenità, la pace, la gioia che avevano trasfigurato il suo viso: era bellissima, sembrava molto più grande. Dentro di me tutto è cambiato: ho sentito una pace, una serenità mai sentite prima in vita mia. La mente si è aperta, il cuore si è spalancato. Lo spirito del Signore è sceso su di me e mio marito Michele. Ho capito in quel momento tante cose: Sara non è morta, è risorta con Cristo. Maria l’ha presa tra le sue braccia portandola a vivere in Paradiso. (…) Dio è entrato nel mio cuore dicendomi: "Sara è con me”. Dio mi ha presa tra le Sue braccia, mi ha sollevata e ha impedito che io provassi ancora angoscia e disperazione. Sara, il mio piccolo tesoro, è in Paradiso e siccome: “Dove è il vostro tesoro, là è il vostro cuore", il Paradiso è nel mio cuore ed io sono in Paradiso con Sara».
Ma non è tutto perché, dopo questo primo miracolo, Dio ha convertito e guarito il cuore di una intera famiglia: nel libro infatti sono raccolte le testimonianze di genitori, fratelli, nonni, zii, cugini… tutti toccati e completamente rinnovati da Dio attraverso la piccola Sara e la sua vita offerta per Amore.
Ma Sara non si è fermata alla sua famiglia, ma da quel momento ha continuato instancabilmente a conquistare cuori su cuori di intere famiglie. “Non è assolutamente un caso - dice l’attuale vescovo di Gubbio, mons. Luciano Paolucci Bedini - se le storie che Sara permette di raccontare sono tutti racconti di famiglia, di sposi e spose, di mamme e di padri, di figli e di figlie e di tutte quelle vicende che mettono in pericolo la navigazione delle famiglie. L’amore ferito, la durezza, l’indifferenza, il timore per l’attesa della vita o la sua mancanza, la divisione e la violenza, la sofferenza, la malattia, la fatica del credere all’Amore”. E infatti è proprio a queste famiglie ferite che Dio attraverso la sua piccola bambina di Gubbio sta concedendo le più copiose grazie di conversione e di guarigione.
IL PIANO DI MARIA E DEI SUOI BAMBINI
Come non vedere, nel dono di questa piccola bambina, il realizzarsi dei piani di Dio, ripetutamente annunciati dalla Madonna in tutte le sue più recenti apparizioni, da Fatima in poi. Innanzitutto, la richiesta di consacrare sé stessi e il mondo intero a Dio attraverso il Cuore Immacolato di Maria, offrendo così la propria vita per Amore di tutto il mondo. Ebbene, in quella domanda: "Tu lasceresti mamma Anna per andare da mamma Morena?" e in quel "Sì", reso con gioia e convinzione non vi è forse una Consacrazione a Dio Padre attraverso il Cuore Immacolato di Maria? E nell'imminente salita al Cielo della bambina, non si scorge una umilissima e purissima offerta della propria vita per Amore?
E ancora. L’annuncio di dure prove e di una vera e propria lotta di satana contro la famiglia, ripetutamente profetizzate dalla Madonna, non si ritrovano forse in tutte le prove acerbissime che la famiglia di Sara ha dovuto affrontare? E anche in tutte le numerosissime famiglie ferite che oggi domandano la sua intercessione dal Cielo?
Ma soprattutto la promessa del Trionfo del Cuore Immacolato, cioè della vittoria dell’Amore di Dio e della Sua salvezza in tutti i cuori che lo desiderano, non è forse l'immagine che ci restituisce oggi Sara della sua stessa famiglia e il suo desiderio per tutte quelle che a lei si affidano?