Sarà forse Tajani il "Gentiloni del centrodestra"
Berlusconi sente aria di vittoria facile per il centrodestra nelle prossime elezioni, ma con tutta probabilità non potrà candidarsi in prima persona. Deve dunque scegliere un candidato unificatore e credibile. Gli ultimi rumor parlano di un'investitura di Tajani, attuale presidente del Parlamento europeo. L'ipotesi è credibile. Vediamo perché.
Il diretto interessato smentisce, ma quella della candidatura di Antonio Tajani a premier per il centrodestra è molto più di una voce. E’ vero che a fare l’elenco di tutti i cavalli sui quali Berlusconi ha dichiarato di voler puntare negli anni, salvo poi scaricarli alla prima occasione utile, si rischia di impiegare settimane, ma questa volta il contesto sembra diverso.
L’ex Cavaliere sente aria di vittoria alle prossime politiche ma sa anche che quasi sicuramente da Strasburgo non arriverà nessuna riabilitazione e dunque lui in prima persona non sarà candidabile. Deve scegliere una figura unitiva, in grado di cementare l’alleanza con Fratelli d’Italia e Lega, e anche con le varie formazioni centriste, da Energie per l’Italia di Stefano Parisi agli animalisti di Michela Brambilla, dalla Dc di Rotondi al gruppo di Quagliariello, dall'Udc di Cesa ai Sovranisti di Alemanno e Storace, da Direzione Italia di Fitto ai Repubblicani, Socialisti di Centrodestra ai Liberali e a tutti coloro che in Alternativa Popolare non intendono seguire Alfano nell'alleanza con il Pd (modello Sicilia).
Tajani sembra avere una serie di frecce al suo arco. Anzitutto è un mediatore nato, molto abile nelle trattative, capace di appianare le divergenze e di smussare gli angoli. Proprio quello che ci vuole in una coalizione che non sembra avere ancora scelto una strada netta, tra l’adesione al Partito popolare europeo e il filone euroscettico di Salvini e Meloni. In secondo luogo, da Presidente del Parlamento europeo, sconfiggendo i socialisti di Pittella, si è accreditato come uno dei principali riferimenti dei Popolari europei, essendo anche molto amico della cancelliera tedesca Angela Merkel.
Il suo incarico di Presidente del Parlamento europeo scadrebbe nel 2019, ma se ci fosse bisogno di lui in Italia lui correrebbe. Come candidato premier alle elezioni potrebbe non “bucare il video”, anche se il suo principale avversario con ogni probabilità sarà Matteo Renzi, il cui appeal presso l’elettorato appare assai ridotto rispetto al passato.
Il Presidente dell’Europarlamento, intanto, si dà da fare e non perde occasione per rientrare nel suo Paese. Ieri, ad esempio, ha girato tra le vie del centro storico di Norcia con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, per testimoniare l’impegno del Parlamento europeo in favore dei terremotati e per annunciare uno stanziamento di un miliardo e 200 milioni di euro, la cifra più alta mai concessa dall’Unione europea per fatti calamitosi. Se non uno spot elettorale, certamente un modo per marcare la sua presenza anche sulla scena politica nazionale.
Nel week-end del 15 settembre, a Fiuggi, lo stesso Tajani promuoverà la sesta edizione della convention “L’Europa e l’Italia che vogliamo” e Silvio Berlusconi ha già assicurato la sua presenza. Sarà quella l’occasione dell’investitura ufficiale? Forse è un po’ presto. Infatti per il centrodestra la priorità è vincere in Sicilia le elezioni regionali del 5 novembre. Ufficializzare troppo presto il nome del candidato premier potrebbe suscitare malumori in casa leghista o tra i Fratelli d’Italia e sfasciare la coalizione prima di portare a casa la vittoria nell’Isola.
A vedere, infatti, come fumo negli occhi, una candidatura Tajani sono anzitutto Matteo Salvini, che ha ambizioni personali di premiership, e la Meloni, che ha il dente avvelenato per il mancato appoggio del forzista alla sua candidatura a sindaco di Roma. Senza contare le mire del governatore ligure, Giovanni Toti, che sembrava il delfino designato dell’ex Cavaliere e che sotto sotto coltiva ancora l’ambizione di essere lui il candidato premier. Ma Berlusconi a quanto pare l’avrebbe già testato nei sondaggi, con risultati deludenti. Ecco perché in questo momento ad Arcore Toti rappresenterebbe già il passato. Il segretario della Lega è stato tranchant sull’argomento: "Tajani è responsabile di tutte le scelte di questa Europa, dove governa insieme al Pd, una Europa che tutti dicono che cosi come è non va bene. Bisogna tener presente che le decisioni prese da Bruxelles sulle banche, sull'agricoltura, come le sanzioni alla Russia e i regali alla Turchia hanno visto Tajani corresponsabile. Nostro obbiettivo è che il centrodestra vinca e che la Lega sia il primo partito così che saremo noi a indicare leader e squadra di governo". Non meno caustica la leader di Fratelli d’Italia: "Tajani guida una delle istituzioni meno vicine agli interessi degli italiani. Chiunque, tra noi, ambisca a governare questa nazione deve avere il popolo italiano al primo posto, cosa che certamente non hanno quelli che danno le carte nel Ppe".
Nonostante questi veti, il nome di Tajani resta più che spendibile, non solo per una candidatura diretta a premier, ma anche, anzi soprattutto, nell’ipotesi, tutt’altro che remota, di governo di larghe intese, qualora il centrodestra arrivasse primo ma non avesse i numeri sufficienti per governare da solo. Qualcuno già lo definisce il “Gentiloni del centrodestra”. Lui fa finta di nulla, ma sotto sotto ci spera.