Sanzioni, si avvicina il "generale inverno"
Quanto sarà fredda la nuova guerra con la Russia? Per ora alle sanzioni finanziarie occidentali, Putin risponde con l'embargo sul settore agroalimentare e la minaccia di tagliarci il gas. La partita è appena incominciata. Vince chi terrà duro al prossimo inverno 2014-2015. Come ai tempi di Napoleone.
“Le sanzioni alla Russia costeranno 170 milioni all'agroalimentare”. Così disse il ministro Martina lo scorso agosto, non potendo far altro che registrare un evidente conseguenza per un paese come il nostro, secondo partner commerciale della Russia in Europa e quarto a livello planetario. Recentemente anche il ministro Guidi ha dovuto ammettere che il danno economico per l'agroalimentare italiano è pesantissimo.
D'altra parte, dice Guidi, c'è il problema del gas, il nostro paese di fronte a un blocco della fornitura russa “può resistere fino a 3 mesi”. Si stanno cercando soluzioni alternative, intanto il generale inverno è in arrivo. Sarà ancora una volta l'inverno ad essere arbitro dei rapporti tra Occidente e Russia?
Il rublo è in picchiata (rispetto al dollaro ha perso il 14% negli ultimi tre mesi), ma per ora il tenore di vita della popolazione russa sembra tenere. Per capire come evolverà la battaglia delle sanzioni bisognerà attendere dicembre. In questo mese in Russia arriva il freddo, quello vero, da -20° C, e le produzioni agricole di pieno campo si azzerano. Alla recente manifestazione fieristica World Food Moscow si sono prospettati due scenari, uno favorevole alla Russia, l'altro all'occidente.
Se la Russia riuscirà a tenere duro sull'embargo (anche trovando alternative ai prodotti europei) i guai per il comparto agroalimentare europeo cominceranno a farsi seri. Qualcuno dice che niente sarà più come prima, anche perché, oltre alle produzioni bloccate, già ora si deve sommare un danno indiretto. Quello degli investimenti spesi in questi anni per entrare sul mercato russo e che stanno andando in fumo. Inoltre, il prodotto che non entra più in Russia si riverserà su di un mercato già saturo, con conseguente crollo dei prezzi alla produzione e molti agricoltori europei che potrebbero rischiare la bancarotta.
D'altra parte, invece, se nei negozi e supermercati russi le carenze agroalimentari cominceranno a farsi sentire davvero, allora la Russia dovrà chiudere un occhio e cedere un po' il rigore dell'embargo, magari allargando le maglie dei cosiddetti “canali alternativi” (prodotti fatti passare in altri paesi e riconfezionati in funzione anti-embargo).
Su tutto questo aleggia la questione del gas, l'altra potente arma in mano a Putin. Ancor più pesante del pur rilevante settore agroalimentare. L'Italia copre il 40% del suo fabbisogno di metano con quello proveniente dalla Russia, ma tutta l'Europa soffrirebbe non poco da una chiusura del rubinetto da parte di Putin. Si tenga conto che la Russia soddisfa circa un terzo della domanda di petrolio, carbone e gas naturale del vecchio continente. Molti analisti sono giustamente scettici sulla possibilità che Putin possa effettivamente interrompere le forniture, perché questo sarebbe un problema enorme per la sua economia. Intanto però, viste le tensioni geopolitiche, nulla si può escludere e la questione della volatilità dei prezzi dell'energia potrebbe diventare sempre più rilevante.
Ritornando al settore agroalimentare va sottolineato che questo balletto di embargo e contro-embargo sta dando un certo impulso allo sviluppo del settore in Russia. Recentemente Medvedev ha annunciato sussidi per il comparto, cominciando con 5,4 miliardi di dollari solo per quest'anno. Un investimento superiore di 20 volte ai fondi messi a disposizione dall'UE per compensare i redditi dei propri agricoltori.
Per qualcuno il veto finanziario imposto dalle sanzioni di Usa e Ue è, in prospettiva, molto efficace per mettere in ginocchio Putin e ridurlo a miti consigli. Ma la Russia, da qualche anno a questa parte, sta anche cercando di costruirsi un sistema di finanziamento svincolato dai mercati finanziari occidentali, proprio per favorire una politica economica di sostituzione delle importazioni.
Come finirà questa battaglia delle sanzioni? Difficile dirlo. Molto dipenderà da come le rispettive economie (quella europea e quella russa in particolare) reagiranno agli embarghi incrociati. Questa è la nuova “guerra fredda”. I campi agricoli, dove il generale inverno è più forte di qualsiasi algoritmo finanziario, sembrano assumere in questo momento un ruolo importante. Quanto sarà fredda questa nuova guerra lo vedremo presto. Il maresciallo Ney, nel 1812, scriveva che l'Armata francese fu sconfitta «più che dalle pallottole russe, dal "Generale Fame" e dal "Generale Inverno"». E dicembre si avvicina.