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Sant'Emidio, la cattedrale di Ascoli Piceno

Sant'Emidio, la cattedrale gotico-romanica di Ascoli Piceno, sorge, probabilmente, su un tempio dedicato alle Muse. La storia di Sant'Emidio, martirizzato per il battesimo di Polisia, è narrata dagli affreschi di Cesare Mariani.

Cultura 01_03_2014
Cattedrale di Ascoli Piceno

Prima della Cattedrale intitolata a Sant’Emidio, nel centro di Ascoli Piceno sorgeva, probabilmente, un tempio dedicato alle Muse. Questo è quanto afferma il distico latino inserito nel blocco di travertino murato nel fianco sinistro del Duomo, in prossimità della Porta detta, appunto, della Musa che con le sue decorazioni a ghirlande di frutti risale all’ampliamento tardorinascimentale della chiesa.

La storia di Sant’Emidio, primo vescovo della città, fu raccontata dal frescante romano Cesare Mariani sul tamburo della cupola tra il 1884 e il 1894. Dalla conversione al martirio, la raffigurazione dei diversi episodi si ispirò alla passio scritta dal diacono Valentino, suo discepolo, arricchendosi delle leggende tramandate per tradizione orale. Il vescovo riposa, oggi, nella cripta sottostante il presbiterio: le sue reliquie furono qui traslate dalle catacombe di Campo Parignano nell’XI secolo e riposte in un sarcofago di età romana, poi trasformato in altare. In un unico blocco di bianchissimo marmo di Carrara, in dimensioni più grandi del naturale, le figure dei SS. Emidio e Polisia raccontano uno dei momenti più significativi della loro vita, il battesimo della ragazza, causa della morte di entrambi per volere del padre di lei. Il gruppo fu realizzato tra il 1728 e il 1730 da Lazzaro Giosafatti ed è considerato, per il suo equilibrio e la sua bellezza, il capolavoro dell’autore.

Le parti più antiche della chiesa, che corrispondono al transetto, alle basi delle absidi semicircolari e alla cupola, risalgono alla fine dell’VIII secolo. L’attuale aspetto è il frutto di numerosi rifacimenti, i più imponenti dei quali si susseguirono tra la fine del Quattrocento e il corso del secolo successivo, quando fu costruita la nuova facciata, in seguito alla demolizione di quella precedente. Impostata su un solo ordine architettonico, in blocchi di travertino, scandita da quattro lesene corinzie, è sormontata da balaustra e da due torri di cui quella a destra, cuspidata, è decisamente più elevata.

L’interno, dal gusto romanico-gotico, ha pianta a croce latina e tre navate sulle quali si aprono diverse cappelle. Il quella del SS. Sacramento si custodisce una delle opere prerinascimentali di oreficeria più importanti delle Marche: il paliotto d’argento, di attribuzione incerta, le cui preziose formelle raccontano la vita di Gesù. La pala d’altare, infine, è il celeberrimo Polittico di Sant’Emidio di Carlo Crivelli (1492): racchiuse da una sfarzosa cornice le figure della Vergine in trono e del Suo Bambino, circondate da Santi e sovrastate da una Pietà, si stagliano, in tre registri, su uno sfavillante fondo d’oro.

Accanto alla Cattedrale si erge il Battistero di San Giovanni, semplice ed essenziale struttura romanica. Il suo quadrato di base, simbolicamente rappresentante i quattro elementi, i quattro punti cardinali, le quattro stagioni, e il suo sviluppo ottagonale, significante la resurrezione, ne fanno un’ icona architettonica dell’iniziazione cristiana.