Sant’Alessandro
Il patrono di Bergamo, sant’Alessandro († c. 303), è ritenuto tradizionalmente il vessillifero della Legione Tebea e uno dei diversi soldati cristiani ad aver subito il martirio durante le persecuzioni di Diocleziano e Massimiano
Il patrono di Bergamo, sant’Alessandro († c. 303), è ritenuto tradizionalmente il vessillifero della Legione Tebea e uno dei diversi soldati cristiani ad aver subito il martirio durante le persecuzioni di Diocleziano e Massimiano. La più antica Passio a noi pervenuta su di lui risale all’VIII secolo circa, ma il suo culto, testimoniato dalle chiese sorte presto in suo onore, ha origini ben più remote e poté diffondersi liberamente in seguito alla pax costantiniana. Inoltre, da sant’Eucherio di Lione (380-450) sappiamo che la Legione Tebea era composta da cristiani al comando di san Maurizio e che, dopo il loro rifiuto di sacrificare alle divinità pagane e sterminare popolazioni convertitesi al cristianesimo, venne soggetta alla decimazione nell’antica Agaunum, l’odierna Saint-Maurice, in Svizzera.
La tradizione agiografica relativa ad Alessandro riferisce che il santo fu tra coloro che scamparono a questo massacro, trovando riparo con alcuni compagni in Italia. Qui venne imprigionato a Milano nel Carcere Zebedeo, luogo presso cui verrà costruita intorno al V secolo la chiesa di Sant’Alessandro in Zebedia. Si rifiutò di abiurare e riuscì a fuggire una prima volta, grazie all’aiuto di san Fedele di Como, ma venne ricatturato e riportato a Milano: davanti a Massimiano abbatté l’ara che era stata predisposta per offrire sacrifici agli idoli, suscitando l’ira dell’imperatore d’Occidente.
Venne condannato alla decapitazione, ma l’agiografo narra che il boia non riuscì a colpirlo perché le braccia gli si irrigidirono alla vista di Alessandro che gli appariva grande «come un monte». Fu nuovamente imprigionato, con la condanna a morire di stenti in carcere, ma riuscì nuovamente a fuggire, rifugiandosi a Bergamo. Qui operò diverse conversioni a Cristo, fino a quando venne catturato per l’ultima volta dai soldati imperiali. La sua decapitazione fu eseguita presumibilmente il 26 agosto 303 e sul luogo del martirio sorse poi la basilica di Sant’Alessandro in Colonna.