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Santa Maria Maddalena

«Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto» (Gv 20, 13). Le parole miste alle lacrime che Maria Maddalena, la prima a correre al sepolcro nel giorno della Risurrezione, pronunciò davanti ai due angeli in bianche vesti ci ricordano quale conversione visse questa straordinaria santa, l’umile penitente che seppe accogliere la Grazia e divenne fedelissima discepola di Gesù, meritando di essere chiamata «apostola degli apostoli»

Santo del giorno 22_07_2019

«Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto» (Gv 20, 13). Le parole miste alle lacrime che Maria Maddalena, la prima a correre al sepolcro nel giorno della Risurrezione, pronunciò davanti ai due angeli in bianche vesti ci ricordano quale conversione visse questa straordinaria santa, l’umile penitente che seppe accogliere la Grazia e divenne fedelissima discepola di Gesù, meritando di essere chiamata «apostola degli apostoli».

Maria, detta anche «di Magdala», dal nome del villaggio sul lago di Tiberiade, in Galilea, era la donna dalla quale Nostro Signore aveva cacciato sette demoni (Mc 16, 9), mentre nel testo evangelico non ci sono riferimenti che permettano di associarla all’adultera salvata dalla lapidazione. Di certo sappiamo che una volta convertita iniziò a seguire Gesù, mentre il Figlio di Dio andava annunciando il Regno dei Cieli in compagnia dei Dodici: con lei c’erano anche altre donne «che li assistevano con i loro beni» e che «erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità» (Lc 8, 1-3).

La grande ricchezza della sua figura emerge chiaramente e splendidamente nel racconto della Passione, Morte e Risurrezione di Nostro Signore. La fedele discepola segue Cristo fino alla sommità del Calvario e sta sotto la croce vicino a Giovanni, il discepolo prediletto, e Maria Santissima, partecipandone al dolore. Quando Giuseppe d’Arimatea ha la pietà di occuparsi della sepoltura di Gesù, Maria di Magdala è una delle donne (senza dubbio con «l’altra Maria», la «madre di Joses»; Mt 27, 61 e Mc 15, 47) che vuole osservare il luogo dove viene deposto il Signore. E il primo giorno dopo il sabato troviamo ancora lei - «quand’era ancora buio», ci informa Giovanni - a precipitarsi al sepolcro, rimanendo sconvolta nel vederlo vuoto, fino al commovente incontro con il Risorto, che la solleva dal suo stato di angoscia chiamandola per nome («Maria!», al che lei risponde: «Rabbunì!», cioè Maestro) e le affida nientemeno che il compito di annunciare la Risurrezione: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro» (Gv 20, 17).

Un’altra prova, quest’ultima, che gli evangelisti non inventarono né accomodarono nulla, perché se avessero seguito le logiche umane si sarebbero ben guardati dall’affidare il primo annuncio della Risurrezione, l’evento più importante e specifico della fede cristiana, alla testimonianza di una donna, che nel mondo ebraico e in generale nell’antichità, come ha mostrato estesamente Vittorio Messori nei suoi scritti, valeva poco o nulla. Sono invece ricchi di invenzioni, su cui non vale nemmeno la pena soffermarsi, i racconti posteriori all’età apostolica e diffusi negli ambienti gnostici, che hanno fatto la fortuna dei romanzieri alla Dan Brown.

La devozione provata dai cristiani di ogni tempo verso santa Maria Maddalena, che papa Gregorio Magno chiamò «testimone della Divina Misericordia» dedicandole inoltre una bellissima omelia, ha indotto nel 2016 papa Francesco a innalzare il grado liturgico della sua celebrazione, che è così passato da memoria a festa. Nel relativo decreto, firmato dal cardinale Robert Sarah, è stata indicata ai fedeli come «paradigma del compito delle donne nella Chiesa» e illuminante esempio per una nuova evangelizzazione. Che ci guidi a cercare e annunciare, come lei, Cristo Risorto.