Santa Brigida e i brigidini (seconda parte)
Proseguono a Roma e Napoli le vicende della santa svedese che concepì l'idea di un singolare ordine religioso con monasteri maschili e femminili e ispirato al Cenacolo. Il numero dei suoi membri era rigorosamente fissato secondo una simbologia cara alla mentalità medievale. Ma la fondazione non fu affatto facile, negli anni in cui i Papi risiedevano ad Avignone e alle soglie del grande Scisma d'Occidente.
- LA RICETTA: I BRIGIDINI SECONDO ARTUSI
Dopo la morte del marito, Brigida visse momenti di grande solitudine ed introspezione ad Alvastra, un castello regalatole dal re, con terre e donazioni comprese. Stava ore in adorazione nella piccola cappella del castello e ripresero a manifestarsi le visioni in cui Cristo la spingeva ad operare per il bene del Paese, ma anche dell'Europa e della Chiesa.
Pian piano prese forma nella sua mente l'idea di dare alla Chiesa un nuovo ordine religioso – che sarà detto del Santo Salvatore – composto da monasteri "doppi", cioè di religiosi e suore, rigorosamente divisi e il cui unico punto d'incontro era in chiesa per la preghiera in comune; ma tutti sotto la guida di un'unica badessa, rappresentante la Santa Vergine e con un confessore generale.
L'Ordine del Ss. Salvatore si ispirava alla Chiesa primitiva, raccolta nel Cenacolo attorno a Maria; la parte femminile era formata da 60 religiose e quella maschile da 25 religiosi, di cui 13 sacerdoti a ricordo dei 12 Apostoli con san Paolo, 2 diaconi e 2 suddiaconi rappresentanti i primi 4 Padri della Chiesa, e 8 frati. Riassumendo, ogni comunità doppia era composta da 85 membri, dei quali 60 suore che con i 12 monaci non sacerdoti rappresentavano i 72 discepoli, più i 13 sacerdoti come sopra detto. Il gioco di numeri rientrava nel gusto del tempo per il simbolismo. Rappresentare gli apostoli e i discepoli era un richiamo concreto a vivere come loro erano vissuti; senza dimenticare che in quell'epoca non esisteva crisi di vocazioni e ciò permetteva di raggiungere senza difficoltà il numero di monache e religiosi prescritto per ogni doppio monastero.
Brigida non tardò a mettere in pratica questa idea ed iniziò i lavori di ristrutturazione di Alvastra, che durarono molti anni, anche perché papa Clemente VI non concesse la richiesta autorizzazione per il nuovo ordine, in ottemperanza al decreto del Concilio Ecumenico Lateranense del 1215, che proibiva il sorgere di nuovi ordini religiosi. Decisa a convincerlo della bontà del suo progetto, nell'autunno del 1349, Brigida si recò a Roma, accompagnata dalla figlia Caterina, con un doppio scopo: voleva vivere lì l'Anno Santo del 1350, ma anche – e soprattutto – intendeva sollecitare il Papa, quando sarebbe ritornato a Roma, a concedere l’approvazione per la creazione del nuovo ordine (purtroppo, questa fu concessa solo nel 1370 da papa Urbano V).
Brigida era giunta a Roma accompagnata non solo dalla figlia, ma anche da altre tre persone molto importanti per lei: il suo confessore, il segretario Pietro Magnus e il sacerdote Gudmaro di Federico, Alloggiò brevemente nell'ospizio dei pellegrini presso Castel Sant'Angelo, e poi nel palazzo del cardinale Ugo Roger di Beaufort, fratello del papa, che vivendo ad Avignone, aveva deciso di metterlo a disposizione di Brigida, la cui fama era giunta anche alla Curia avignonese. Roma fece una brutta impressione a Brigida, cosa che risulta dai suoi scritti, in cui parla di «una città popolata di rospi e vipere, le strade piene di fango ed erbacce, il clero avido, immorale e trascurato». Brigida aggiunge che «si avverte fortemente la lontananza da tanto tempo del Papa»: così, cominciò a scrivere al Pontefice, descrivendo nelle sue lettere la situazione a dir poco decadente della città e spronandolo a ritornare nella sua sede. Ma le sue parole cadevano nel vuoto. Il sogno di Brigida era vedere l'Europa unita e in pace, governata dall'imperatore e guidata spiritualmente dal Papa.
Nel 1354 Brigida si trasferì della nobildonna romana Francesca Papazzurri, che le aveva offerto un alloggio nel suo palazzo, nelle vicinanze di Campo de' Fiori; Roma divenne così per Brigida la sua seconda patria. Nel 1365 visitò Napoli, dove influì sui costumi della corte, favorendo la straordinaria conversione della regina Giovanna. Tornata a Roma, trascorreva le giornate tenendosi occupata con lo studio del latino e dedicandosi alla preghiera e alle pratiche di pietà. Inoltre, iniziò un grande lavoro di trascrizione in gotico delle visioni e le rivelazioni del Signore, che poi passava subito al suo segretario Pietro Olavo perché le traducesse in latino. Dalla dimora di Campo de' Fiori, dove visse fino alla morte, inviava lettere al Papa, ai reali di Svezia, alle regine di Napoli e di Cipro e naturalmente ai suoi figli e figlie rimasti a Vadstena.
Infine, nel 1369 fu fondato il primo monastero del Ss. Salvatore ed ebbe inizio una nuova appassionante fase della vita della santa. Intraprese dei pellegrinaggi nei santuari di Assisi, Ortona, Benevento, Salerno, Amalfi, Bari e nella regione del Gargano. La figlia Caterina la raggiunse a Roma e restò al suo fianco fino alla fine, condividendone gli ideali. Papa Urbano V nel 1367 tornò a Roma, ma nel 1370 ripartì per Avignone, dove morì a settembre dello stesso anno. Durante la sua permanenza a Roma concesse l’approvazione dell’Ordine del SS. Salvatore e la figlia Caterina ne divenne la prima Superiora Generale e pose a Roma le necessarie basi giuridiche del nuovo ordine.
In quelli anni, il Pontefice (ad Avignone) era Gregorio XI, al secolo Pierre Roger de Beaufort, che era il nipote di papa Clemente VI. Colto ed abile diplomatico, nominò cardinali numerosi membri della sua famiglia. Tornò a Roma all’inizio dell’anno 1377, ma il suo ritorno non era dovuto all’insistenza di Brigida, bensì all’azione di Santa Caterina d Siena, che riuscì a convincerlo a lasciare Avignone. Tuttavia, il suo regno complesso fu di breve durata. Alla sua morte si aprì una grave crisi di successione da cui scaturì il grande scisma d’Occidente. In quella cupa atmosfera la povera Brigida lottava per vedere la realizzazione dei suoi progetti per il bene della Chiesa e dell’Europa.
Ci sarebbe riuscita? (Segue).