Sanremo e il video del Papa: la comunicazione vaticana ne esce male
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Il videomessaggio di Francesco a Sanremo non c’entrava nulla con il Festival? È quanto sostiene Dagospia, che chiama in causa padre Enzo Fortunato. Le cui dimissioni, per quanto appreso dalla Bussola, risalirebbero però ad almeno una settimana fa. Ad ogni modo, la vera sconfitta appare la comunicazione vaticana.
![Videomessaggio di papa Francesco proiettato a Festival di Sanremo 2025 Videomessaggio di papa Francesco proiettato a Festival di Sanremo 2025](https://lanuovabq.it/storage/imgs/clip-papa-francesco-sanremo-2025-da-sito-di-rai-play-large.jpg)
La comparsata di papa Francesco al Festival di Sanremo rischia di diventare una nota stonata. La bomba l'ha lanciata ieri Dagospia svelando un presunto retroscena secondo cui il video con Francesco mandato in onda nella serata inaugurale del Festival 2025 non sarebbe legato alla kermesse canora, in quanto girato nel maggio 2024 come ringraziamento agli artisti che hanno preso parte alla Giornata Mondiale dei Bambini di cui Carlo Conti era stato presentatore.
Il Papa, secondo il sito di Roberto D'Agostino, avrebbe scoperto solo ieri di essere finito nella scaletta del Festival e non ne sarebbe rimasto contento. La questione ha fatto capolino nella quotidiana conferenza stampa a Sanremo per una domanda di Giuseppe Candela, giornalista di Dagospia, a cui Conti ha replicato sostenendo che il video gli sarebbe arrivato l’1 febbraio a seguito di una sua richiesta del 12 gennaio che menzionava l'esibizione prevista della cantante israeliana Noa con la collega palestinese Mira Awad. Una versione piuttosto credibile. Il conduttore toscano ha precisato che a fare da tramite ci aveva pensato padre Enzo Fortunato, già coordinatore della Giornata Mondiale dei Bambini e noto per le sue partecipazioni televisive e per l'attività social.
Dagospia ha puntato l'indice proprio sul frate francescano creato ad hoc direttore della comunicazione della Basilica Papale di San Pietro, scrivendo: «Due giorni fa il vispo Enzo Fortunato si è dimesso da responsabile dell’ufficio comunicazione di San Pietro: sarà perché è trapelato[a] la patacca papalina di Sanremo?». In realtà, alla Nuova Bussola risulta che le dimissioni del religioso dalla guida della comunicazione della Basilica Papale sarebbero arrivate da almeno una settimana. Pochi giorni fa il cardinale Mauro Gambetti, arciprete di San Pietro, ne ha dato l'annuncio privatamente in Basilica, sostenendo che la causa sarebbe l'incompatibilità con la recente nomina di presidente del Pontificio Comitato per la Giornata Mondiale dei Bambini e informando di aver assunto l'interim della comunicazione. Se la notizia della nomina a direttore della comunicazione era stata data con enfasi nel gennaio 2024 e inserita anche nel bollettino della Sala Stampa della Santa Sede, quella delle sue dimissioni è rimasta “congelata” per diversi giorni.
Ma più che Sanremo, a pesare è stato il clamore provocato dai video che hanno ripreso un vandalo salire sull'Altare della Confessione e distruggere sei candelabri prima di essere finalmente fermato dai sanpietrini. Sembra che comunicare le dimissioni di padre Fortunato poche ore dopo quest'episodio, mentre la sua gestione mediatica era già stata criticata da Silere non possum, sito d’informazione su Chiesa e Vaticano, avrebbe indotto facilmente a mettere in correlazione le due notizie e messo in difficoltà Gambetti. Nel frattempo, però, è scoppiato il caso Sanremo e ci ha pensato Dagospia a evocare un collegamento con le dimissioni che in queste ore sono state confermate ufficiosamente.
Alla Nuova Bussola risulta che la decisione di lasciare la direzione della comunicazione della Basilica maturava da un po': l'attivismo del francescano non genera grandi simpatie in Vaticano e la sua sopraggiunta nomina a presidente del Pontificio Comitato per la Giornata Mondiale dei Bambini avrebbe reso preferibile non accorpare troppi incarichi. È stato sacrificato, quindi, quello ritenuto meno esclusivo, considerato anche l'affollamento esistente nel settore della comunicazione vaticana.
Proprio quest'ultima, peraltro, sembra essere la vera sconfitta nel caso Sanremo. Se è difficile credere al retroscena che vorrebbe il Papa – soprattutto questo Papa – finire a sua insaputa protagonista del programma televisivo più visto d'Italia, è più facile credere che sia stata l'imponente macchina comunicativa della Santa Sede ad esserne all'oscuro. In effetti, dopo lo scoppio del caso ieri, non c'è stata – nel momento in cui scriviamo – alcuna precisazione dalla Sala Stampa circa l'effettiva registrazione e finalità del video. L'unico a parlarne è stato Carlo Conti – il più incolpevole e anzi "vittima" dei soliti cortocircuiti comunicativi d'Oltretevere – che ha spiegato di aver mantenuto il segreto persino con la moglie.
In dodici anni Francesco ci ha abituato a non badare troppo ai filtri e di essere disponibile a concedersi mediaticamente tramite l'interlocutore privilegiato di turno. Il retroscena di Dagospia, in ogni caso, ha avuto il merito di far parlare della presenza del Pontefice a Sanremo dal momento che il contenuto del singolo videomessaggio non aveva catturato lo stesso interesse delle esibizioni canore o dei look degli artisti. Non ha aiutato la vicinanza temporale con l'intervista concessa a Fabio Fazio tre settimane fa. Se l'eccessiva esposizione mediatica del Pontefice è una strategia comunicativa di qualcuno, forse è il momento di ripensarla.