Sangiuliano si dimette, ma il "caso Boccia" non è chiuso
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Ieri il cambio della guardia al Ministero della Cultura. Nel frattempo la guerra mediatica e legale tra l'ex ministro e la "mancata consulente" è solo agli inizi. Una nuova cicatrice per il governo, all'inizio di un autunno caldissimo.
Ieri sera, al termine di una giornata convulsa e ricca di colpi di scena, il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano ha consegnato al premier Giorgia Meloni una lettera di dimissioni irrevocabili. La situazione del ministro era diventata insostenibile sia per lui che per l’intero governo e così la strada delle dimissioni si è rivelata l’unica praticabile. Palazzo Chigi, anche per spegnere repentinamente le polemiche più roventi sulla permanenza del Ministro e per scongiurare il rischio di una vacatio alla vigilia del G7 dei Ministri della Cultura, ha subito nominato nuovo ministro Alessandro Giuli, giornalista e Presidente del Maxxi.
Il presidente Mattarella ha accolto le dimissioni di Sangiuliano e subito dopo c’è stato il giuramento al Quirinale di Giuli.
Nel frattempo la guerra tra Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia sembra solo agli inizi e, oltre che proseguire sui media tradizionali e sui social, sembra destinata ad andare avanti anche sul versante legale. La Boccia, ieri sera su La 7, oltre che rivelare di aver votato per la Meloni, che considera «una donna in gamba», ha continuato i suoi racconti dei trascorsi con l’ormai ex ministro, che accompagnava ai concerti con l’auto di Stato e nelle varie missioni. Per questo la Procura valuta un’istruttoria per danno erariale sulle spese effettuate dal ministro insieme alla donna. Si tratta di un’iniziativa che si somma alla denuncia per peculato già presentata da Angelo Bonelli (Avs) per chiedere conto dell’uso delle risorse pubbliche fatto da Sangiuliano visti i suoi stretti rapporti con la Boccia, che nelle uscite pubbliche era la sua ombra e lo accompagnava sempre.
Dal canto suo l’avvocato di Sangiuliano ha fatto sapere che potrebbe denunciare la Boccia per violazione della privacy e tentata estorsione, visto che la donna ha ammesso di aver registrato di nascosto molti particolari riguardanti le attività del Ministero e i suoi incontri col ministro e ha velatamente lasciato intendere di volerli rendere pubblici.
Il paradosso è che molti politici di centrodestra, che giustamente denunciano l’invadenza della magistratura e la sua pretesa di condizionare le vicende politiche, poi si affidano alla magistratura per sbrogliare le matasse che loro stessi creano, anziché prendere decisioni responsabili e rispettose della volontà popolare. In altre parole, Sangiuliano, non solo fin dall’inizio non avrebbe mai dovuto mettersi in questa situazione equivoca e pericolosa per il Ministero stesso, ma, una volta scoppiato il bubbone, avrebbe in ogni caso dovuto dimettersi immediatamente per non trascinare l’esecutivo e l’intero Paese in una vicenda grottesca nella quale si mescolano questioni sentimentali e attività istituzionali.
La Boccia, che ha dimostrato grande abilità comunicativa, al momento ne esce meglio del ministro e riceve la solidarietà di molte donne che accusano Sangiuliano anche di sessismo e maschilismo per le dichiarazioni fatte negli ultimi giorni. C’è il fondato sospetto che dietro di lei possano esserci manovratori, magari subentrati successivamente. Lo si capirà nei prossimi giorni, ma nel frattempo lei si gode il successo di essere riuscita a far dimettere il ministro e a vendicarsi a suo modo del torto da lui ricevuto.
La donna si fermerà qui o proseguirà nelle scottanti rivelazioni sui “ricatti” subiti dal ministro e magari anche da qualche altro esponente del governo? Le opposizioni certamente continueranno a rumoreggiare, cercando di ingigantire e strumentalizzare l’incidente occorso al governo pur di indebolirlo. Sangiuliano si dice certo di riuscire a dimostrare la sua correttezza. Intanto questo scandalo è una nuova cicatrice per il governo. È stata prontamente medicata, ma l’impressione è che l’autunno per Meloni e i suoi sarà davvero caldissimo.
L’affaire Sangiuliano-Boccia si decide sui social
Potrà sembrare un paradosso ma non lo è: Maria Rosaria Boccia, con un semplice telefonino può tenere in ostaggio un Governo e l’intero mondo dell’informazione, che va a rimorchio dei suoi post.
Caso Sangiuliano, difficile questa volta essere garantisti
La vicenda Sangiuliano-Boccia assume contorni imbarazzanti. È l’ennesimo esempio di quanto dilettantesco sia il profilo di alcuni esponenti del governo e la riprova di quanto gigantesco sia per la Meloni il problema della mancanza di una classe dirigente.