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il caso

Sangiuliano-Report, deontologia calpestata

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Pubblicando l'audio della telefonata tra Sangiuliano e la moglie, Report ha debordato dai confini deontologici e ha commesso un atto di vero e proprio sciacallaggio mediatico che vìola l'articolo 9 del nuovo codice di deontologia emanato dall'Ordine dei giornalisti. Che ora deve essere fatto rispettare. 

Editoriali 13_12_2024

Proprio due giorni fa il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha emanato il nuovo Codice deontologico per l’esercizio della professione, che contiene un aggiornamento dei principi fondamentali che regolano il diritto di cronaca. Si tratta di un documento ricco di stimoli e che entrerà in vigore il primo giugno 2025. Ma le regole, oltre che essere emanate e aggiornate, vanno anche fatte rispettare e spesso i consigli di disciplina dei giornalisti sembrano voltarsi dall’altra parte quando si tratta di mettere sotto procedimento colleghi che con troppa disinvoltura violano le regole professionali. Si spera, dunque, che l’emanazione del nuovo Codice, che manderà in soffitta il Testo unico dei doveri del giornalista del 2016, aggiornato anche durante il Covid con una serie di novità in materia di giornalismo scientifico e di differenze di genere, possa essere accompagnata da un’osservanza più rigorosa dei principi deontologici e da una vigilanza più attenta da parte degli organi disciplinari.

Nel frattempo, però, in questi giorni stiamo assistendo all’ennesimo squallido caso di violazione della privacy di personaggi pubblici da parte di giornalisti che scambiano il dovere di informare i cittadini con la licenza di massacrare i protagonisti dei fatti.

E’ delle ultime ore la notizia che due distinti esposti sono stati depositati alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata dai legali della giornalista Federica Corsini e dai legali dell’ex ministro Gennaro Sangiuliano sulla vicenda degli audio mandati in onda domenica scorsa dalla trasmissione Report. I legali chiedono di accertare chi abbia consegnato a Report «registrazioni illecitamente carpite e ancor più illecitamente consegnate e se ciò non configuri quantomeno, l'ipotesi di cui all'art. 615 bis del codice penale 'Interferenze illecite nella vita privata».

Sono andati in onda, durante la trasmissione, alcuni minuti della conversazione tra Sangiuliano e la moglie, registrata dalla sua ex collaboratrice. Si affronta il tema del presunto tradimento. La giornalista gli domanda il perché sia stata informata del suo rapporto con Boccia, e l'ex ministro spiega di avergliene parlato perché consapevole di aver sbagliato. Sarebbe stato proprio Sangiuliano a lasciare aperta la conversazione telefonica durante la discussione con la moglie, proprio per giustificare a Boccia l'impossibilità di conferirle la nomina che le aveva promesso.

Secondo i legali di Sangiuliano, la consegna di una registrazione configura un illecito: già nella diffida mandata alla Rai prima della messa in onda della trasmissione di Raitre gli avvocati dell'ex ministro avevano ipotizzato l’illecito da parte di chi aveva fornito le registrazioni. «Andava valutata la possibile provenienza illecita della registrazione. La conversazione non rivestiva alcun interesse pubblico tale giustificare una così violenta violazione della privacy», hanno detto ancora i legali dell'ex ministro.

Solidarietà a Federica Corsini, giornalista Rai e moglie dell’ex ministro, è arrivata intanto dal Consiglio nazionale dell'ordine dei giornalisti. «Il rispetto delle persone e l’accortezza del linguaggio sono i cardini del giornalismo. La recente vicenda di Report con la messa in onda di una conversazione privata tra l’ex ministro Gennaro Sangiuliano e la moglie, la giornalista del Tg2 Federica Corsini, alla quale va la solidarietà del Cnog - si legge in una nota votata all'unanimità per acclamazione - mostra come ci sia ancora molto da fare per una professione che punti alla qualità. Ci sono limiti che non vanno oltrepassati, e questo vale per la categoria intera. Sarà eventualmente, compito del Consiglio di disciplina valutare violazioni al codice deontologico che tutti i giornalisti devono rispettare».

Intanto l’audio della telefonata è stato rimosso dal sito di Report. Tuttavia Sigfrido Ranucci, che ora rischia provvedimenti disciplinari, continua a difendere la sua scelta: «Rispetto le critiche fatte ma non le condivido, devo dire che non so se è stato visto il servizio nella sua completezza, era un servizio per la prima volta raccontava, attraverso una cronistoria, un fatto che ha destato interesse internazionale».

Si tratta di argomentazioni che però non reggono ad una verifica di natura deontologica. La privacy dei personaggi pubblici è meritevole di tutela tanto quella dei cittadini comuni, a meno che l’originalità dei fatti non giustifichi deroghe e quindi legittimi il giornalista a far prevalere il diritto delle persone ad essere correttamente informate.

La scelta editoriale di Report non sembra rientrare in questa fattispecie, anzi si traduce in un’inutile violazione della privacy di Sangiuliano e della moglie. Da questo punto di vista l’art.9 del nuovo Codice deontologico approvato due giorni fa chiarisce ancora una volta l’esigenza che il giornalista si attenga al principio dell’essenzialità dei fatti, senza violare la privacy dei protagonisti dei fatti e senza accanirsi su particolari e circostanze che nulla aggiungono alla completezza del racconto e alla narrazione di una vicenda da questo punto di vista ormai trita e ritrita sul piano mediatico.

Report, che in alcuni casi ha dimostrato di saper fare giornalismo d’inchiesta e di portare alla luce vicende di indubbio interesse pubblico senza ledere altri diritti ugualmente meritevoli di tutela come la privacy, questa volta ha debordato dai confini deontologici e ha commesso un atto di vero e proprio sciacallaggio mediatico.