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L'ANNIVERSARIO

San Luigi, il re eroe cantato dai francesi

Domani, 25 Agosto, ricorre il 750° anniversario della morte presso Tunisi di un uomo che «sintetizza il Medioevo», che «è stato un legislatore, un eroe e un santo», che ha mostrato «il potere unito alla santità, ed è proprio questultima che risalta in lui»: san Luigi IX (Ludovico), re di Francia. In suo onore anche un'opera-oratorio in due parti del compositore Darius Milhaud.

Cultura 24_08_2020

Domani, 25 Agosto, ricorre il 750° anniversario della morte presso Tunisi di un uomo che «sintetizza il Medioevo», che «è stato un legislatore, un eroe e un santo», che ha mostrato «il potere unito alla santità, ed è proprio questultima che risalta in lui» (F.R. Chateaubriand, Études historiques, in Oeuvres complètes, Vol. 6, Pourrat frères, 1836, p. 178): san Luigi IX (Ludovico), re di Francia (1214-1270).

Nato nel 1214, alla fine del 1226, a dodici anni, è consacrato re di Francia. A vent’anni sposa Margherita di Provenza, consigliera influente e consorte amatissima che gli genera undici figli, ottimamente educati. Autentica vita di preghiera, grande spirito di penitenza, amore verso i poveri, promozione del bene sociale e dell’elevazione spirituale del suo regno sia in pace sia in guerra sono le virtù che brillano in lui. Muore di tifo sulla costa dell’Africa settentrionale, a Cartagine, dicevamo, durante la seconda delle due crociate da lui intraprese.

Le Roi Louis, una canzone in onore del re crociato per eccellenza, Luigi IX di Francia, richiama alla mente l’entusiasmo per quelle spedizioni, che «si proponevano la liberazione della Terra Santa, e particolarmente del Sepolcro di Cristo, dalle mani degl’infedeli» e, inoltre, «storicamente dovevano servire a difendere la fede e la civiltà dell'Occidente cristiano contro l’Islam» (Pio XII, Discorso alle Pontificie Opere Missionarie, 24 Giugno 1944). Dice la traduzione italiana:
Il re Luigi ha convocato / tutti i suoi baroni e cavalieri. / Il re Luigi ha chiesto: / Chi vuole seguirmi dove vado io?” // I più ardenti si sono alzati, / hanno giurato fede e fedeltà. / I più prudenti hanno intuito / dove il re voleva portarli. // Così parlò il duca di Baume: / Combatterò per il regno.” / Il re gli dice: Non è abbastanza, / noi difenderemo la cristianità.” // Così parlò il signore di Estienne: / Io difendo la terra cristiana, / ma non voglio andare / a seminare la morte sul mare.” // Ah”, disse il re, il nostro dominio / si estende sulle rive africane, / fino al deserto più lontano. / È nostro feudo, e a prezzo di sangue.” // Il re Luigi si mise in marcia. / I più fedeli lo seguirono. / Andarono molto, molto lontano / per conquistare il feudo divino.

A questa figura emblematica di «un tempo in cui la filosofia del Vangelo governava la società» — il Medioevo secondo Leone XIII (Immortale Dei, 1° novembre 1885, § 9) — è dedicata Saint Louis, Roi de France (San Luigi re di Francia), opera-oratorio in due parti del compositore Darius Milhaud (1892-1974), «un francese di Provenza e di religione israelita», come egli amava definirsi (D. Milhaud, Notes sans musique, Juillard, 1949, p. 11).

Di questo lavoro, composto tra il 19 novembre 1970 e il 4 gennaio 1971 su commissione del Ministero degli Affari Culturali francese per celebrare il settimo centenario della morte di Luigi IX, il compositore racconta: «A Henri Doublier fu dato il compito di coordinare questo progetto e fece un’appropriata selezione di testi del XIII secolo per la parte drammatica dell’opera. Per fornire episodi più lirici, ho scelto brani da due poemi che Claudel aveva scritto su San Luigi. Ho composto un’opera-oratorio che coinvolge quattro personaggi. È un’opera austera senza fantasia. L’azione è condotta dai solisti e da un gruppo madrigalistico di sedici cantanti che hanno ruoli minori. Sono accompagnati da un’orchestra sul palco di tredici elementi. L’orchestra completa e il coro sono nella buca dell’orchestra e si sentono solo negli intermezzi tra le scene e alla fine di ogni atto. […] Questa opera ha avuto una strana carriera: benché sia stata commissionata dal governo, la radio francese ha rifiutato di eseguirla. È stata eseguita a Roma e messa in scena per la prima volta al Teatro dell’Opera di Rio de Janeiro» (D. Milhaud, Ma vie hereuse, Paris, Édition Belfond, 1973, p. 287).

Ne risultano circa 100 minuti di musica, concepita — a complemento di quanto ha descritto il compositore — per quattro personaggi principali (la Francia e la Regina Margherita, soprani, il Siniscalco Joinville, tenore, e il Re Luigi, basso), accompagnati da un organico strumentale sulla scena (flauto, oboe, clarinetto, corno, trombone, basso tuba, percussioni, arpa, 2 violini, viola, 2 violoncelli) e da un’orchestra (flauto, oboe, 2 clarinetti, fagotto, 2 corni, 2 trombe, 2 tromboni, basso tuba, timpani, percussioni, archi). La sua prima esecuzione radiofonica si è avuta all’Auditorium RAI di Roma il 18 marzo 1972, la sua prima rappresentazione al Teatro Municipal di Rio de Janeiro il 4 aprile 1972 e la sua prima audizione in Francia il 4 febbraio 1973 per merito dei concerti del Conservatorio di Rouen.

Il libretto si basa su un poema che il poeta, drammaturgo e diplomatico francese Paul Claudel (1868-1955), di cui Milhaud era molto amico, aveva derivato dalla Histoire de Saint Louis di Jean sire di Joinville (1224-1317), primo biografo del Re santo, che ne compila quasi un’agiografia.

La vita del re, dopo un’introduzione e un prologo, è presentata senza un filo narrativo in undici quadri dai titoli seguenti: Il Cronista e il Poeta, San Luigi e i poveri, San Luigi e la Francia, La giustizia del re, Dio è amore, Annuncio della morte della regina Bianca, Le due mogli di re Luigi nella prima parte; Il Consiglio del re ad Acri, Il re è prigioniero d’amore, La personificazione del giglio, La morte del re a Cartagine nella seconda parte.

Come è tipico nell'enorme produzione di Milhaud, la musica è caratterizzata dalla politonalità — che è la sovrapposizione di due o più tonalità diverse —, da una scrittura melodica e da un lirismo tutto mediterraneo e «francese». Tutti mezzi molto adatti all’argomento, con risultati che richiamano la musica profana del XIV secolo in Francia e in Italia, nota come Ars nova. Molti passaggi vocali e corali, specialmente il quadro finale che rappresenta la morte del Re, sono di grande intensità emotiva. «La partitura di Saint Louis rappresenta una superba combinazione di convinzione religiosa e di distinzione musicale» (P. Collaer, Darius Milhaud, San Francisco Press, 1988, p. 158).

Nel Mid-America, alla confluenza dei fiumi Missouri e Mississippi, fu fondata nel 1764 Saint Louis, accesso all’Occidente, in onore di san Luigi IX di Francia. Se ci rattrista chi vuole abbattere la sua statua di bronzo, che dal 1906 si erge in quella storica città, ci consola l’opera oratorio di Darius Milhaud.