San Lorenzo, la prima chiesa di Firenze
Con altri edifici religiosi, San Lorenzo si contende il primato di chiesa più antica della città. Sicuramente la sua origine coincide con quella della prima comunità cristiana fiorentina.
La Vergine e gli Apostoli sono disposti a semicerchio, sullo sfondo di una teoria di archi e tra due quinte architettoniche definite con la tecnica dello stiacciato, attorno ad una serie di simboli che rappresentano l’attributo iconografico dei Santi qui presenti. La colomba, dall’alto, irradia fiammelle provocando in ciascun personaggio una reazione diversa, dalla concentrazione della preghiera di Maria al pianto dirotto di un discepolo. Anche nel pannello della Pentecoste del pulpito di san Lorenzo a Firenze Donatello, giunto al termine della sua carriera, dimostra l’intensità espressiva del suo linguaggio e la peculiare originalità nell’interpretazione dell’episodio biblico. Il pulpito della Resurrezione si trova nella navata destra della chiesa fiorentina in posizione simmetrica al suo gemello, dedicato, invece, alla Passione. Dei suoi otto pannelli, con episodi cristologici successivi alla morte del Redentore, uno racconta il martirio di San Lorenzo, titolare della basilica.
Fondata sul finire del IV secolo e consacrata alla presenza di Sant’Ambrogio e San Zenobi, vescovo della città, di quest’ultimo custodì, per trecento anni, le reliquie fino a che dovette cederle, insieme al titolo di cattedrale, al tempio di Santa Reparata. Fu oggetto di profonde trasformazioni già in epoca medievale, poi medicea e moderna; Filippo Brunelleschi, architetto, scultore, ingegnere toscano, dal 1421 ne progettò l’intera ricostruzione, su commissione dei banchieri Medici che elessero questo luogo a sepoltura dei componenti della propria famiglia. Il cantiere venne ereditato da Michelozzo e nel 1461 fu, infine, consacrato l’altare maggiore.
Nonostante il concorso indetto da papa Leone X, cui parteciparono artisti del calibro di Raffaello e Giuliano da Sangallo, e il progetto ideato da Michelangelo Buonarroti nel 1518, la facciata rimase incompiuta e ancora oggi il suo profilo a capanna degradante si presenta in pietra grezza a vista. Lo spazio interno è una croce latina a tre navate e transetto, su cui si aprono cappelle inquadrate da paraste e archi a tutto sesto. Il grigio della pietra serena gioca con il bianco dell’intonaco creando un effetto di perfetta armonia. Sulla controfacciata il Buonarroti realizzò la tribuna delle reliquie, commissionatagli da papa Clemente VII per esporre reliquiari di famiglia. Le cappelle conservano preziose opere d’arte tra cui lo Sposalizio della Vergine, di Rosso Fiorentino, un olio su tavola davanti al quale le giovani spose consacravano il loro anello nuziale, e il ciborio del Sacramento di Desiderio da Settignano, composto da tre elementi marmorei: una Pietà alla base, angeli reggicandelabro nel mezzo e il Bambino benedicente sul fastigio.
Alla basilica appartiene anche la Sacrestia Vecchia del Brunelleschi, un ambiente rigoroso il cui spazio è modulato da volumi geometrici secondo precisi rapporti proporzionali.
La Sacrestia Nuova di Michelangelo e la cappella dei Principi, ovvero le tombe medicee, facenti parte del complesso laurenziano, sono oggi una realtà museale.
Con altri edifici religiosi, San Lorenzo si contende il primato di chiesa più antica della città. Sicuramente la sua origine coincide con quella della prima comunità cristiana fiorentina.