San Domenico e l'Ordine dei Frati Predicatori
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Domenico è uno dei protagonisti della difficile vita religiosa del Duecento segnata dall'eresia catara, che facendo leva sulla povertà giunge a scardinare i principi della dottrina e dell'ordine sociale. Al santo si deve la reazione più efficace, grazie a un ordine di frati che difendono e promuovono la fede con le armi della povertà e dello studio.
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A Bologna esiste una basilica, detta in dialetto bolognese Baṡéllica d’San Mêneg. Al suo interno c’è un sepolcro marmoreo, noto come Arca di san Domenico, che è meta di pellegrinaggi. È un’opera monumentale di Nicola Pisano e allievi, con contributi di Niccolò dell'Arca, Michelangelo Buonarroti, Alfonso Lombardi e Jean-Baptiste Boudard.
Il sepolcro custodisce i resti mortali di un grande santo, venerato nel mondo intero dai cristiani e fondatore di uno degli ordini più notevoli della Chiesa cattolica: Domenico di Guzmán. Nasce nella città castigliana di Caleruega nel 1170, in una famiglia benestante. Il suo è un secolo difficile per la Chiesa: i catari, movimento sorto nel X secolo, si trovavano al loro massimo “splendore”. Erano bollati come eretici e davano del filo da torcere al Papa. I catari erano gruppi di fedeli nati con l'intento di un risveglio spirituale ma che criticavano principi teologici quali la Santissima Trinità, la natura di Cristo ed altri dogmi propri della Chiesa Cattolica.
Avevano come dottrina l’idea che il corpo umano e il mondo materiale sono espressioni diaboliche, mentre l’anima e lo spirito sono create da Dio. Predicavano la necessità di un ritorno alla carità evangelica e si scagliavano contro l'opulenza del clero e il potere temporale del Papa. Basandosi su questi principi rifiutavano di mangiare carne e uova e perfino il matrimonio era per essi peccaminoso poiché serviva solo ad aumentare il numero degli schiavi di Satana.
Il nome dei catari ha sia origine greca (katharòs), che latina medievale (catharus): entrambi i termini significano “puro”. Nella Francia meridionale, i catari assumono il nome di albigesi (dalla città di Albi). Essi rappresentavano per la Chiesa il pericolo maggiore. Si trattava di un movimento ben organizzato, che dall'Europa orientale si era diffuso in Italia, in Francia e in Catalogna.
La Chiesa cattolica risponderà per le rime ai catari proprio attraverso l’opera di Domenico di Guzmán, diventato poi San Domenico, che si è distinto per rettitudine, spirito di sacrificio e zelo apostolico. A lui si deve uno dei più notevoli ordini religiosi, quello dei frati predicatori (Ordo fratrum prædicatorum, comunemente chiamati Domenicani). È un ordine mendicante, nato in Linguadoca, proprio con il fine di lottare contro il catarismo. Per confutare le dottrine eterodosse era necessario che i predicatori, oltre a essere esemplarmente poveri, avessero anche una solida preparazione culturale. Per questa ragione, i conventi domenicani divennero importanti centri di studi teologici e biblici: appartennero all'ordine alcuni dei più importanti teologi medievali, come Tommaso d'Aquino e Alberto Magno.
Papa Onorio III (1150-1227) approvò solennemente la forma di vita di Domenico e dei suoi compagni con le bolle del 22 dicembre 1216 e del 21 gennaio 1217. Le principali finalità dell'ordine sono la propagazione e la difesa del cattolicesimo mediante la predicazione, l'insegnamento e la stampa. Domenico si rese conto che una delle maggiori ragioni del successo del catarismo tra i ceti umili, naturalmente mal disposti verso il lusso e la ricchezza del clero, era la propaganda pauperistica: decise così di organizzare comunità di predicatori viventi in povertà e li mandò a predicare a due a due tra i catari.
In pochi anni diversi monasteri furono fondati in varie città: Parigi, Tolosa, Bologna, Lione, Bayonne ecc. Il 17 maggio 1220 si aprì a Bologna il primo capitolo generale dell'ordine, che emanò leggi sulla predicazione, sullo studio, sulla povertà, sull'organizzazione dei conventi, sui poteri del maestro e capitoli generali. Concluso il capitolo, Domenico fu inviato in Lombardia come responsabile di una missione papale; tornato a Roma, si occupò della fondazione di nuovi conventi a Siena, Metz, Spira, Lund, Amiens, Piacenza e Sigtuna. Il secondo capitolo generale si riunì a Bologna il 30 maggio 1221 e decretò l'articolazione dell'ordine in province.
Alla morte di Domenico, avvenuta il 6 agosto 1221, l’ordine domenicano contava più di trecento frati e una ventila di conventi organizzati in otto province e sparsi tra Francia, Italia, Spagna, Germania e Scandinavia, mentre si preparavano fondazioni in Ungheria, Polonia e Inghilterra.
Il Concilio Lateranense IV imponeva di adottare una regola preesistente; perciò i domenicani optarono per quella agostiniana, tradizionalmente attribuita a sant'Agostino, alla quale accorparono una serie di leggi chiamate costituzioni, le quali davano forma organica all'intero ordine. Per la democrazia che le caratterizzava, le costituzioni domenicane sono state spesso utilizzate come modello per altre costituzioni, soprattutto quelle dei futuri comuni.
Durante tutto il Medioevo molti domenicani (come Sant'Alberto Magno e San Tommaso d'Aquino) si dedicarono all'adattamento delle dottrine aristoteliche alla teologia cristiana. Altri domenicani ricoprirono compiti di rilievo e spesso erano i membri di quest'ordine a formare i tribunali dell'Inquisizione. Per il loro zelo vennero soprannominati anche Domini canes (“cani del Signore”).
L’ordine domenicano fu tra i principali ordini che operarono un notevole rinnovamento religioso, filosofico e culturale nel panorama europeo del XII secolo, insieme ai francescani, seppure talvolta in competizione con quest’ultimi. Tra i loro interessi vi fu anche l'alchimia, in quanto appartenente al campo della filosofia naturale.
Paolo Cortesi, scrive nel suo libro Alla ricerca della pietra filosofale: storia e segreti dell’alchimia (Newton & Compton, 2002):
“I primi alchimisti medievali furono proprio francescani e domenicani, poiché essi trovavano nell'alchimia gli aspetti che più li interessavano: per i domenicani era una teoria naturalistica nella quale erano compresi e spiegati sia i termini fisici che quelli metafisici. I francescani insegnavano un'alchimia che era quasi la continuazione della vita ascetica e contemplativa e strumento del rinnovamento spirituale del mondo”.
Oltre al fondatore san Domenico, l’ordine domenicano ha molti santi e beati famosi: Pio V, Tommaso d’Aquino, Raimondo di Peñafort, Vincenzo Ferrer, Fra’ Angelico, Alberto Magno.