San Claudio, l’apostolo del Sacro Cuore
Chiamato nel 1675 a dirigere spiritualmente suor Margherita Maria Alacoque, diede un contributo fondamentale alla diffusione della devozione al Sacro Cuore. Insegnandoci con la sua spiritualità, come disse di lui Giovanni Paolo II il giorno dopo averlo canonizzato, che «solo l’Amore (…) ci fa penetrare nei misteri di Dio».
«Egli aveva perfettamente compreso che contro la freddezza del giansenismo e contro l’indifferenza religiosa di molti cristiani e anche di tante persone consacrate era necessario predicare e far sentire profondamente il vero motivo della creazione e della redenzione: l’Amore! Conseguentemente egli continuò a farsi annunciatore instancabile in tale messaggio per tutto il resto della sua vita».
Giovanni Paolo II, nel discorso ai fedeli giunti a Roma per la canonizzazione di Claudio de La Colombière, aveva sintetizzato così tutta l’esistenza del religioso francese, del quale oggi ricorre la memoria. Era l’1 giugno 1992: il giorno prima La Colombière era stato proclamato santo. Il pontefice polacco fa riferimento all’Amore, immensa forza per cambiare il mondo. Il tempio di tutto questo: il cuore. Poche volte ci riflettiamo, eppure è proprio quest’organo vitale a delineare le nostre azioni, i nostri gesti e anche i nostri pensieri: il cuore è sinonimo di vita e, per vivere, è necessario amare, soprattutto. “Ubi caritas est vera, Deus ibi est”: lo sappiamo bene, Amore e Dio, Amore e Cristo sono termini inscindibili. E a ogni cristiano spetta saper “accogliere” l’Amore di Dio, per poterlo propagare al mondo intero. È un circolo virtuoso a cui siamo tutti chiamati a partecipare. Cristo è mirabile espressione di questo Amore per l’uomo e, nel Suo Sacro Cuore, troviamo lo spazio infinito in cui risiede l’Amore per noi.
La premessa era necessaria per comprendere quanto sia stata importante l’azione pastorale di Claudio de La Colombière, instancabile apostolo della devozione al Sacro Cuore. La sua intera esistenza fu propagazione di questo Mistero che in una sua preghiera viene “spiegato” con queste parole:
Sacro Cuore di Gesù, insegnami
a dimenticare completamente
me stesso
perché questa è l'unica via
per poter davvero entrare in Te.
E poiché ciò che farò
per l'avvenire sarà tuo,
fa' in modo che non compia mai nulla
che non sia degno di Te.
Compi in me
anche mio malgrado
la tua volontà.
Tocca a Te,
Cuore Divino di Gesù,
fare tutto in me
così Tu solo
se mi farò santo
avrai la gloria della mia santificazione.
Questa sublime preghiera riecheggia poesia: pregare, in fondo, è tracciare nella pagina della vita dei versi a Dio, unica e vera grande Poesia, quella con la “P” maiuscola. E Claudio de La Colombière è uno dei poeti più alti del Sacro Cuore, dell’Amore di Cristo per l’intera umanità. Nella vita di quest’uomo, c’è un particolare incontro che rimane conferma della sua vocazione: è l’incontro con santa Margherita Maria Alacoque. Claudio de La Colombière aveva 34 anni e da poco, il 2 febbraio 1675, aveva pronunciato i voti solenni da gesuita. Subito dopo, ricevette l’incarico di superiore della casa dei gesuiti a Paray-le-Monial. Il gesuita francese non sapeva, certo, quello che avrebbe trovato in questa piccola città, ma i suoi superiori, al corrente delle visioni di suor Margherita e delle polemiche che avevano provocato, lo scelsero per poter discernere gli avvenimenti relativi al Sacro Cuore. Durante la sua permanenza al convento, un episodio particolare segnò non solo la sua vita, ma anche quella di santa Margherita Maria. Durante una Messa celebrata per la comunità, la religiosa vide - dopo aver preso la Santa Comunione - il Sacro Cuore di Gesù come una fornace ardente e due altri cuori che sprofondavano in Lui. Erano i cuori dei due religiosi. Questa visione fu accompagnata da queste parole: «È così che il mio amore puro unisce questi tre cuori per sempre. Questa unione è destinata alla gloria del mio Sacro Cuore. Voglio che tu scopra i suoi tesori, lui farà conoscere il suo prezzo e utilità. A tale scopo, siate come fratello e sorella, condividendo ugualmente i beni spirituali». La sorella descrisse il fatto al sacerdote che in piena umiltà accolse le sue parole: «Le manifestazioni di umiltà e le azioni di grazie con cui egli ha ricevuto questa comunicazione e varie altre cose che gli ho trasmesso da parte del mio sovrano Signore e che lo riguardavano, mi hanno commosso e mi sono state più proficue di tutti i sermoni che potrei udire». Era solo l’inizio di un connubio spirituale che segnerà, per sempre, la loro vita.
La missione del gesuita era segnata da Dio. Nella “grande rivelazione” del 1675, un giorno dell’Ottava del Corpus Domini, Gesù chiese a suor Margherita Maria che il primo venerdì dopo l’Ottava del Corpus Domini fosse consacrato come festa speciale per onorare il suo Cuore, con un atto pubblico di dispiacere per le offese arrecategli e Comunioni riparatrici. Il Signore aggiunse la promessa di concedere abbondanti favori spirituali a chi praticasse tale devozione. Alla richiesta, la religiosa rispose di non essere capace di fare tutto ciò. La risposta non tardò: «Rivolgiti al mio servo Claudio e digli, da parte mia, che faccia tutto il possibile per stabilire questa devozione e dare questo piacere al mio Divino Cuore; che non si scoraggi di fronte alle difficoltà che incontrerà, poiché queste non mancheranno, ma lui deve sapere che è onnipotente chi diffida di sé stesso per confidare unicamente in Me». Il venerdì seguente, san Claudio, santa Margherita e la comunità della Visitazione di Paray-le-Monial celebrarono la Festa del Sacro Cuore di Gesù, consacrandosi interamente a Lui.
«Anche oggi San Claudio La Colombière, quale Maestro di illuminata spiritualità, ci insegna che solo Gesù Cristo conduce al vero Dio, solo l’Amore - simboleggiato biblicamente nel Cuore, espressione di tutta la Persona e di tutta la missione di Gesù - ci fa penetrare nei misteri di Dio, creatore, redentore e rimuneratore!». Giovanni Paolo II, quell’1 giugno 1992, dedicò queste parole al santo francese. Sono parole che nel nostro oggi - troppe volte arido d’amore, forse - ci indicano san Claudio de La Colombière come faro, come fiamma ardente a cui attingere per poter riscaldare i cuori di tutti e avvicinarli al grande, unico, fuoco del Sacro Cuore di Gesù.