San Bruno
La vita eremitica era il suo paradiso in terra, che gli consentiva di meditare su Dio e gustare “una pace che il mondo non conosce, propizia alla gioia dello Spirito Santo”
La vita eremitica era il suo paradiso in terra, che gli consentiva di meditare su Dio e gustare “una pace che il mondo non conosce, propizia alla gioia dello Spirito Santo”. Prima di distaccarsi dal mondo, san Bruno di Colonia (ca 1030-1101), dotto in teologia e filosofia, aveva diretto per vent’anni la scuola di Reims, dove tra i suoi allievi ebbe il benedettino Ottone di Chatillon, futuro Urbano II. Lo scontro con un vescovo che accusò di simonia lo costrinse a lasciare la Francia nel 1076, ma vi poté tornare quattro anni più tardi in seguito alla deposizione del prelato.
Fu in quel periodo difficile che maturò la vocazione per la vita monastica. Visse per un po’ a Molesme sotto la guida di san Roberto, fondatore dell’ordine dei cistercensi, ma poi se ne staccò alla ricerca di un luogo più solitario. Con altri sei compagni chiese aiuto al vescovo di Grenoble che li guidò personalmente, spinto da una visione in sogno di sette pellegrini e sette stelle, in una valle nel massiccio della Chartreuse: nel 1084 sorse così la Gran Certosa, il primo monastero di quello che sarebbe divenuto l’ordine certosino. Bruno e i confratelli iniziarono a vivere in modo molto austero e le loro giornate erano scandite da lavori soprattutto manuali e dalla preghiera, anche notturna.
L’amico Urbano II lo volle a Roma come consigliere, ma non vi restò molto perché il pontefice fu scacciato dai sostenitori dell’antipapa Guiberto e Bruno lo seguì nell’Italia meridionale. Urbano II voleva nominarlo arcivescovo, ma il santo si sentiva chiamato ad altro e ottenne il permesso di tornare alla vita contemplativa. Ruggero d’Altavilla gli donò in Calabria un territorio a circa ottocento metri d’altezza, che oggi in suo onore si chiama Serra San Bruno. Qui fondò un’altra certosa e un eremo, il suo luogo prediletto per incontrare Dio. “Nella mia meditazione, l’amore che già possedevo ha cominciato a crescere sempre più, a somiglianza di fuoco che divampa”. San Bruno è invocato per la liberazione dalle possessioni diaboliche.