San Barnaba
Pur non essendo uno dei Dodici, san Barnaba è stato da sempre venerato come apostolo e così chiamato negli Atti degli Apostoli, accanto a Paolo (At 14, 14), a motivo del grande ruolo avuto nella Chiesa primitiva
Pur non essendo uno dei Dodici, san Barnaba è stato da sempre venerato come apostolo e così chiamato negli Atti degli Apostoli, accanto a Paolo (At 14, 14), a motivo del grande ruolo avuto nella Chiesa primitiva. San Luca, che lo menziona spesso, introduce la sua figura nel quarto capitolo degli Atti, laddove si parla della comunione di beni e di cuori dei primi cristiani. Sappiamo da qui che il santo, un levita originario di Cipro, si chiamava Giuseppe. Erano stati gli apostoli a soprannominarlo Barnaba, che significa “figlio dell’esortazione”, il quale “era padrone di un campo, lo vendette e ne consegnò l’importo ai piedi degli apostoli” (At 4, 36-37).
Barnaba conobbe verosimilmente già in terra il Signore. Secondo la tradizione, riportata nella Storia Ecclesiastica di Eusebio di Cesarea (c. 265-340) - basatosi a sua volta sugli scritti di Clemente Alessandrino (c. 150-215) che la dava per cosa certa - Barnaba era nel gruppo dei 72 discepoli inviati da Gesù ad annunciare il Regno di Dio (Lc 10, 1-24). Del resto, dagli Atti emerge la grande considerazione di cui godeva nella Chiesa. Dopo la conversione di Paolo e la sua venuta a Gerusalemme, gli altri discepoli avevano ancora paura dell’ex persecutore che intanto aveva coraggiosamente annunciato Gesù Cristo a Damasco. Fu proprio Barnaba a prenderlo con sé e a presentarlo agli apostoli, e da quel momento Paolo “poté stare con loro e andava e veniva a Gerusalemme, parlando apertamente nel nome del Signore” (At 9, 26-28).
Quando poi arrivò la notizia del gran numero di conversioni avvenute ad Antiochia sia tra i Giudei che tra i pagani, la Chiesa di Gerusalemme inviò Barnaba a verificare. E lui, constatando l’abbondanza di grazie riversata da Dio su quella città, “si rallegrò e, da uomo virtuoso qual era, e pieno di Spirito Santo e fede, esortava tutti a perseverare con cuore risoluto nel Signore”. Poco dopo andò a cercare Paolo per portarlo ad Antiochia, dove i due stettero insieme a predicare per un anno intero e dove avvenne un fatto di portata storica: “Ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati Cristiani” (At 11, 26). In tempo di carestia furono sempre lui e Paolo a recare i frutti di una colletta ai fratelli della Giudea, da cui ripartirono verso Antiochia portando con loro il futuro evangelista Marco, cugino di Barnaba. Su impulso dello Spirito Santo (At 13, 2), andarono poi a evangelizzare Cipro. Si diressero in seguito in Panfilia, dove avvenne che Marco si separò da loro.
Paolo e Barnaba continuarono insieme la loro missione in varie città dell’Asia Minore, tra cui Listra. Fu qui che Paolo operò la miracolosa guarigione di un uomo paralizzato alle gambe dalla nascita e gli abitanti presero a chiamare “Barnaba Zeus e Paolo Hermes”: i due dovettero gridare per far desistere la folla dall’offrire sacrifici in loro onore, esortandola a convertirsi al vero Dio. Intorno al 50 parteciparono al Concilio di Gerusalemme, dove furono concordi con gli apostoli nel non dover imporre la circoncisione ai pagani convertiti. Alcuni giorni più tardi i due si separarono per il dissidio su Marco: Barnaba voleva che ripartisse con loro, mentre Paolo, ricordando la precedente separazione, non lo riteneva opportuno. Barnaba ripartì di nuovo verso Cipro con Marco e successivamente, come si evince dalle lettere paoline, avvenne la riconciliazione.
Da alcuni cataloghi bizantini si sa che predicò a Roma insieme a Pietro. Raggiunse poi l’Italia settentrionale, dove fondò la Chiesa di Milano, divenendone il primo vescovo. Secondo la tradizione riprese a viaggiare e subì la lapidazione ad opera dei Giudei nella sua Cipro, a Salamina, intorno al 61, mentre teneva in mano una copia del Vangelo secondo Matteo.
Patrono di: Cipro, invocato contro la grandine