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CENTRODESTRA A MILANO

Salvini vuole Del Debbio, Maroni tifa per Lupi

Milano si prepara al rinnovo amministrativo. Tra i pochi punti fermi c’è la rinuncia dell’attuale sindaco, Giuliano Pisapia che lascerebbe il testimone a Giuseppe Sala, oggi commissario Expo. Nel centrodestra, Il nome più gettonato è quello di Paolo Del Debbio, ma tra i centristi rispunta anche l'ex ministro Maurizio Lupi.

Politica 14_09_2015
Paolo Del Debbio

I partiti scaldano i motori in vista delle amministrative dell’anno prossimo, che chiameranno alle urne gli elettori di città importanti, tra cui Milano. Il capoluogo lombardo di solito anticipa le tendenze nazionali e quindi viene visto con particolare interesse dal premier, che vorrebbe capitalizzare elettoralmente il successo di Expo 2015, candidandone l’esponente numero uno, vale a dire l’amministratore delegato, Giuseppe Sala. 

Renzi frequenta assiduamente Milano da maggio, mese di inizio della kermesse internazionale, regalandosi veri e propri bagni di folla e passerelle accanto a capi di Stato e di governo provenienti da tutto il mondo. Naturale, quindi, che punti a mantenere la guida della città, contesa da un centrodestra in cerca di riscatto. In caso di successo all’ombra della Madonnina la primavera potrebbe regalare al premier un puntello decisivo per il consolidamento del suo sistema di potere oppure segnare l’inizio del suo declino ove il centrodestra riuscisse a strappare al centrosinistra la guida della città. Per ora le certezze sono pochine, da una parte e dall’altra, ed è probabile che fino alla fine di Expo 2015 le carte non verranno scoperte. Il mese decisivo per lanciare i candidati vincenti potrebbe essere gennaio 2016, ma le manovre sotterranee sono già iniziate e le due coalizioni di centrodestra e centrosinistra sono due cantieri dinamici e attivissimi.

Tra i pochi punti fermi c’è la rinuncia dell’attuale sindaco, Giuliano Pisapia, a ricandidarsi. Il primo cittadino ha trionfato, quattro anni fa, sulle ceneri del berlusconismo (e del morattismo) in nome di un ideale arancione, basato su una coalizione molto di sinistra e poco di centro che, però, gradualmente, ha saputo conquistare la tiepida approvazione di una parte di elettorato moderato. I risultati in termini di azione amministrativa sono stati tutto sommato deludenti, anche per contingenze sfavorevoli sul piano economico, ma il fatto che un sindaco decida di non ricandidarsi è già, per certi versi, un’ammissione di colpa e una sconfitta in partenza per la parte politica che rappresenta. Il premier lo sa bene e, temendo un danno d’immagine, ha più volte provato a far cambiare idea a Pisapia, senza riuscirci. Ecco perché oggi Renzi ha assolutamente bisogno di trovare un candidato vincente che possa conservare la città di Milano nelle mani del centrosinistra. 

Impresa non facile, a meno che non spunti dal cilindro un nome davvero autorevole e in grado di mettere tutti d’accordo. L’unico candidato che al momento appare rispondere a tale identikit è Giuseppe Sala, amministratore delegato di Expo 2015, che però nicchia e rimanda ogni decisione a fine kermesse. I rumors più insistenti dicono che alla fine potrebbe sciogliere la riserva e correre per la poltrona di primo cittadino, in tandem con l’attuale ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina, che diventerebbe, in caso di successo, il suo vice. Chi incoronerebbe Sala candidato? Sicuramente non il popolo della sinistra, visto che il diretto interessato ha già fatto sapere di non gradire le primarie, alle quali peraltro si sono già iscritti mesi fa due politici del Pd assai presenti sul territorio, Pierfrancesco Majorino ed Emanuele Fiano. Convincere questi ultimi a desistere e a convergere su Sala non appare una passeggiata, tanto più che anche altri esponenti della sinistra, da Umberto Ambrosoli a Stefano Boeri, non escludono di scendere in campo. Senza contare che Giuseppe Civati potrebbe spaccare la sinistra e candidarsi a sindaco di Milano in funzione anti-Sala, in nome della “questione morale”, sventolando il vessillo della legalità a fronte degli scandali sugli appalti Expo 2015 che hanno coinvolto tutti i più stretti collaboratori dell’amministratore delegato preservando (per ora?) la sua figura. Sono in diversi, peraltro, a pronosticare un risveglio della Procura di Milano e una rivitalizzazione dei filoni d’inchiesta Expo 2015 subito dopo la fine dell’evento internazionale.

Il centrodestra spera di lucrare vantaggi proprio dalle divisioni nella sinistra, che non potrà fare una campagna elettorale in nome della continuità amministrativa, non potendo chiedere ai milanesi la conferma del sindaco uscente. Il nome più gettonato per l’asse Lega-Forza Italia è quello di Paolo Del Debbio, noto conduttore di talk show sulle reti Mediaset, tra i fondatori di Forza Italia e graditissimo a Matteo Salvini e alla Lega. Del Debbio ha più svolte smentito di voler correre come sindaco e ha assicurato di voler continuare a fare il suo lavoro di giornalista. Pretattica? Alla fine non potrà dire di no a Berlusconi? Peraltro, essendo toscano, fa notare qualcuno, potrebbe risultare gradito perfino a Renzi, più volte invitato in studio durante le sue trasmissioni. Ma questa sembra davvero fantapolitica. La verità è che il centrodestra può strappare Milano al centrosinistra solo con un progetto unitario che coinvolga anche i centristi. 

In Regione Lombardia il Nuovo centrodestra è nella giunta guidata da Roberto Maroni mentre al governo nazionale collabora con Matteo Renzi. Uno strabismo di linea politica che potrebbe creare disorientamento nell’elettorato. Ma un partito che si chiama “Nuovo centrodestra” non può appoggiare un candidato sindaco della sinistra. Lo sanno bene gli esponenti alfaniani della Lombardia, che minacciano scissioni qualora il ministro dell’interno, allettato dalle sirene renziane, dovesse traslocare armi e bagagli nel centrosinistra. Di qui il prepotente ritorno, nel toto-sindaco di Milano, dell’ipotesi Lupi. L’ex ministro delle Infrastrutture, ora capogruppo Ncd alla Camera, dimessosi dall’incarico di governo per qualche leggerezza sicuramente non paragonabile alle imbarazzanti situazioni giudiziarie che vedono coinvolti altri suoi colleghi di partito, soprattutto al Sud, sarebbe uno dei migliori candidati unitari del centrodestra per la poltrona di sindaco. 

É stato lo stesso governatore Maroni, nei giorni scorsi, a rilanciarne le quotazioni. Ciò conferma che il veto dei leghisti è su Angelino Alfano e non sulle sue truppe. Maurizio Lupi è sì un esponente di punta del partito del ministro dell’Interno, ma ha in più occasioni dimostrato la sua autonomia dal segretario, che certamente non seguirebbe in un’alleanza organica con la sinistra. Lupi viene dalle periferie milanesi, conosce a fondo la città ed ha esperienza amministrativa, avendo già ricoperto incarichi di peso nella giunta Albertini, assai rimpianta da molti milanesi. Un riavvicinamento di Lupi a Forza Italia potrebbe essere la chiave per ottenere il lasciapassare dei vertici alla sua investitura. Sempre che Del Debbio non ci ripensi e sempre che Berlusconi non decida di puntare su un suo fedelissimo come il capogruppo al Senato, Paolo Romani o sulla coordinatrice regionale degli azzurri, Mariastella Gelmini. Intanto Corrado Passera, il primo ad annunciare la sua discesa in campo, spera di diventare lui il candidato unitario del centrodestra per Palazzo Marino. Ipotesi che al momento appare alquanto remota.