Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Cecilia a cura di Ermes Dovico

NIGERIA

Salvato da Maria in foresta, la fede del missionario rapito

Il missionario italiano don Maurizio Pallù è stato rilasciato dopo essere rimasto con altre due persone in mano ad una banda in Nigeria: "Ho passato il centenario di Fatima con Maria nella foresta, abbiamo sentito il suo conforto. Il diavolo vuole distruggere tutto, qui". 

Libertà religiosa 19_10_2017

Il sacerdote italiano rapito in Nigeria, don Maurizio Pallù, è stato liberato. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Angelino Alfano a Radio Capital. A confermarlo sono state anche fonti del Vicariato di Roma.

La diocesi di Roma ha espresso la sua gioia per la liberazione. "Rendiamo grazie alla Provvidenza divina - si legge in una nota del Vicariato - che ha reso possibile la conclusione di una vicenda che destava molta preoccupazione. Ringraziamo tutti coloro che si sono adoperati, soprattutto con la preghiera, per la sua liberazione". Il sacerdote rapito in Nigeria e liberato ieri è di origini fiorentine ma incardinato nella diocesi di Roma.

Don Maurizio sta bene come ha raccontato ieri nel corso dell'intervista in esclusiva con Radiovaticana a Debora Donnini usando parole di grande fede nell'intercessione della Beata Vergine Maria:

In tre siamo stati presi come ostaggi, un fratello nigeriano, una studentessa nigeriana, e io. Ci hanno rilasciati intorno alle 10 di sera.

Come stai?
Bene, contentissimo! Il Signore è risorto, mi ha accompagnato, ho avuto attimi di paura ma devo dire che ho sentito molto l’assistenza dei santi, della Vergine Maria, di Carmen Hernandez (iniziatrice del Cammino neocatecumenale - ndr)… Noi abbiamo affidato la nostra missione in Nigeria alla Vergine Maria, al Sacro Cuore di Gesù, al Cuore Immacolato di Maria, a San Daniele Comboni e San Giovanni Paolo II… quindi  è una squadra di ferro! Infatti, è la seconda volta che mi rapiscono in un anno, non è la prima; questa è stata più difficile della prima volta, ma ho visto i miracoli che il Signore ha fatto, proprio grandi miracoli che il Signore ha fatto per tenerci in vita. Significa che il Signore ha un piano grosso su questo Paese perché il demonio sta attaccando con grande forza per distruggere l’opera di Dio in questa nazione. In un anno sono stato rapito due volte ma io sono convinto che Dio distruggerà l’opera del demonio.

Un’altra cosa importante da sottolineare è questa: i due rapimenti sono avvenuti tutti e due nella festa della Madonna di Fatima, il 13 ottobre. L’anno scorso siamo stati rapiti il 13 ottobre e attraverso un miracolo della Madonna siamo stati rilasciati dopo un’ora e mezza. Quest’anno siamo stati rapiti il 12 ottobre, la vigilia della festa del miracolo del sole a Fatima. Infatti stavo andando a Benin City dove i vescovi della Nigeria hanno celebrato la riconsacrazione della Nigeria alla Vergine Maria e volevo essere presente lì il 13 ottobre per questa grande Eucaristia e invece il 13 ottobre l’ho passato nella foresta e ho ricevuto un segno dell’attenzione materna di Maria e poi la domenica ho ricevuto la conferma che la Madonna e tutti i santi ci avrebbero tirato fuori  da questa situazione. Non molliamo!

Adesso state tornando ad Abuja?
Sì stiamo tornando ad Abuja.

E tornerai poi a Roma?
Mi hanno detto di rientrare in Italia. Io vorrei restare qui perché il demonio lo si sconfigge stando quì, il demonio è codardo, vuole metterci paura ma ha scelto la strada sbagliata perché siamo poveri uomini che abbiamo paura ma siamo sostenuti dalla grazia di Dio. E lui sta tenendo schiave milioni di persone qui con la menzogna, con la codardia e con la corruzione e quando mi permetteranno di tornare ritornerò qui ben contento e offrire la mia povera persona per l’evangelizzazione della Nigeria.

Voi siete stati prelevati il 12 ottobre, come sono andati questi giorni?
Il 12 ottobre siamo stati prelevati sulla strada, sono venuti fuori sparando e poi ci hanno portato nella foresta. Eravamo tre, era un banda di rapitori, abbiamo camminato abbastanza verso un  luogo solitario e poi siamo stati lì, loro avevano poco da mangiare, ci davano quello che avevano, siamo andati avanti, abbiamo bevuto l’acqua del torrente, un’acqua marroncina… comunque siamo in vita.